Ultim’ora.
È stop al Cerba. Per il momento

Il Comitato di vigilanza riunitosi ieri per decidere sul Cerba ha emesso una sentenza inaspettata: ha negato la proroga richiesta dalla società Visconti per la firma della convenzione. È stata in particolare la posizione del Comune di Milano a far saltare, per il momento, il progetto dell’Istituto di Veronesi nel Parco Sud. Secondo la vicesindaco De Cesaris, la società Visconti, che ha preso in carico il progetto dell’Istituto medico dopo il crac delle immobiliari di Ligresti, non avrebbe presentato un progetto credibile.
Considerate le forti pressioni -Regione, Provincia, banche ecc- non è detto che la sentenza negativa di ieri sia realmente definitiva. Tanto che Veronesi è già andato alla carica dell’Ente Parco Agricolo Sud Milano per chiedere terreni (se effettivamente decade la convenzione, l’area rientrerebbe a pieno titolo nel Parco Sud. Secondo l’oncologo i terreni del Parco sono pieni di sterpaglie e rifiuti. La realtà è che sono tutti agricoli e coltivati. Ancora una volta sottolineiamo che l’Associazione per il Parco Sud Milano non nega la validità del progetto, ma ritiene errata la scelta di costruirlo all’interno del Parco consumando 620mila mq di terreno, quando ci sono molte valide aree alternative, ben più servite, soprattutto sotto il profilo di infrastrutture viarie e di trasporto pubblico.

 

Progetto Cerba a rischio?
Il Pm preleva gli atti del Comune

In queste ore è riunito il Collegio di Vigilanza, che dovrebbe decidere sul destino del Cerba, Centro europeo di ricerca biomedica avanzata, previsto su 620mila mq di terreni del Parco Sud. Come noto, la nostra posizione non è contro il progetto, ma più semplicemente contro la sua realizzazione nel Parco. In questi giorni, i magistrati milanesi hanno chiesto al Comune di Milano una serie di atti amministrativi relativi al progetto Cerba, nell’ambito del procedimento penale sul fallimento delle due immobiliari del gruppo Ligresti, ImCo e Sinergia, proprietarie dei terreni su cui il polo scientifico dovrebbe sorgere. Un fatto che potrebbe preludere a un diniego della proroga richiesta dalla newcom Visconti, che vorrebbe portare a termine il progetto, pur se con modiche.
In attesa di avere notizie, riportiamo quanto riportato oggi dal quotidiano La Repubblica, a firma di Alessia Gallione.

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È stop al Cerba. Per il momento

Il Comitato di vigilanza riunitosi ieri per decidere sul Cerba ha emesso una sentenza inaspettata: ha negato la proroga richiesta dalla società Visconti per la firma della convenzione. È stata in particolare la posizione del Comune di Milano a far saltare, per il momento, il progetto dell’Istituto di Veronesi nel Parco Sud. Secondo la vicesindaco De Cesaris, la società Visconti, che ha preso in carico il progetto dell’Istituto medico dopo il crac delle immobiliari di Ligresti, non avrebbe presentato un progetto credibile.
Considerate le forti pressioni -Regione, Provincia, banche ecc- non è detto che la sentenza negativa di ieri sia realmente definitiva. Tanto che Veronesi è già andato alla carica dell’Ente Parco Agricolo Sud Milano per chiedere terreni (se effettivamente decade la convenzione, l’area rientrerebbe a pieno titolo nel Parco Sud. Secondo l’oncologo i terreni del Parco sono pieni di sterpaglie e rifiuti. La realtà è che sono tutti agricoli e coltivati. Ancora una volta sottolineiamo che l’Associazione per il Parco Sud Milano non nega la validità del progetto, ma ritiene errata la scelta di costruirlo all’interno del Parco consumando 620mila mq di terreno, quando ci sono molte valide aree alternative, ben più servite, soprattutto sotto il profilo di infrastrutture viarie e di trasporto pubblico.

Progetto Cerba a rischio?
Il Pm preleva gli atti del Comune

In queste ore è riunito il Collegio di Vigilanza, che dovrebbe decidere sul destino del Cerba, Centro europeo di ricerca biomedica avanzata, previsto su 620mila mq di terreni del Parco Sud. Come noto, la nostra posizione non è contro il progetto, ma più semplicemente contro la sua realizzazione nel Parco. In questi giorni, i magistrati milanesi hanno chiesto al Comune di Milano una serie di atti amministrativi relativi al progetto Cerba, nell’ambito del procedimento penale sul fallimento delle due immobiliari del gruppo Ligresti, ImCo e Sinergia, proprietarie dei terreni su cui il polo scientifico dovrebbe sorgere. Un fatto che potrebbe preludere a un diniego della proroga richiesta dalla newcom Visconti, che vorrebbe portare a termine il progetto, pur se con modiche.
In attesa di avere notizie, riportiamo quanto riportato oggi dal quotidiano La Repubblica, a firma di Alessia Gallione.

La richiesta della Procura è arrivata qualche giorno prima che il Collegio di vigilanza, previsto per oggi pomeriggio, fosse convocato. E adesso questo passaggio rischia di compromettere ulteriormente la vicenda già tormentata del Cerba. I magistrati milanesi hanno chiesto a Palazzo Marino una serie di atti amministrativi correlati al progetto del Centro europeo di ricerca biomedica avanzata, nell’ambito del procedimento penale che verte sul fallimento delle due immobiliari del gruppo Ligresti, ImCo e Sinergia, proprietarie dei terreni su cui il polo scientifico dovrebbe sorgere. Una novità, questa, che potrebbe contribuire a confermare i dubbi degli enti locali, e in particolare di Palazzo Marino, sull’ipotesi di andare avanti con il progetto. E di dare l’ok alla richiesta, presentata dalla società Visconti srl, di avere un’ulteriore proroga per firmare gli atti integrativi all’Accordo di programma, necessari per permettere al progetto di restare in vita.

I pm che indagano sul crac hanno chiesto a Palazzo Marino i documenti che ripercorrono tutto l’iter amministrativo del Cerba. Ovvero, i verbali dei Collegi di vigilanza che si sono svolti finora, le proposte di integrazione all’Accordo di programma fatte nei mesi scorsi da Visconti srl (la società costituita dalle banche creditrici di Ligresti per presentare il concordato e rilevare il progetto), le richieste di proroga alla diffida inviata dal Comune nella primavera del 2013, e il provvedimento di sospensionedella diffida stessa firmato da Palazzo Marino a giugno.

La vicenda del Cerba inizia nel 2007, con la firma di un Accordo di programma tra Comune, Regione, Provincia e Fondazione Cerba. Nel 2012, il crac di ImCo e Sinergia, le immobiliari di Ligresti proprietarie dei terreni, si è rivelato il primo grande ostacolo all’operazione: in seguito al fallimento, il Comune la scorsa primavera ha inviato alla Fondazione una diffida (scadenza: 30 giugno) con la quale venivano concessi 90 giorni per regolarizzare la situazione e procedere alla firma di alcune integrazioni all’Accordo di programma.

La diffida prima dell’estate è stata prorogata di sei mesi (scadenza, 31 dicembre) in attesa dell’approvazione del concordato. La richiesta della Procura rischia però di complicare ulteriormente l’operazione. Tanto che i dubbi sull’esito del Collegio di vigilanza di oggi, decisivo per permettere al progetto di proseguire, sono diversi. Al centro della discussione, la richiesta di un’ulteriore proroga alla diffida presentata da Visconti srl, e alcune modifiche al progetto originale, quali la trasformazione del giardino previsto attorno al polo scientifico in parco agricolo. E la costruzione per unità di intervento, per diluire il pagamento degli oneri di urbanizzazione.

 

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