Basta plastica nei campi coltivati

Cumuli di terriccio compostato con rifiuti di plastica
nei campi di Binasco, Lacchiarella e Noviglio
Chi sono i responsabili?

24 gennaio 2020. Usare terriccio proveniente dal compostaggio di scarti alimentari e vegetali è una buona norma agronomica: migliora la struttura di terreni poveri di humus e ne arricchisce il contenuti di nutrienti organici. Ma se nel compost ci si trovano anche le plastiche, non va certo bene: praticamente indistruttibili agli agenti atmosferici, tendono a scolorirsi, spezzettarsi e, nel tempo, si accumulano nel terreno.
Purtroppo è questo mix indesiderato ciò che si ritrova nei campi di alcuni comuni del sud Milano: cumuli e cumuli di buon terriccio inquinati da plastiche, tranci di sacchetti ma anche cappucci di biro o tubetti di dentifricio. Le responsabilità, almeno in un caso, sono acclarate: il materiale proviene dal trattamento della ditta Green Tech di Tainate (frazione di Noviglio) e, almeno in un caso dello scorso maggio, Arpa (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) è intervenuta. Ma, da allora, il problema non si è risolto, anzi si è moltiplicato. (altro…)

Lettera-appello degli ambientalisti per il Parco Naturale

Parco naturale nel Parco Sud: è ora di procedere
Le associazioni ambientaliste lo chiedono all’unisono
a Ente Parco e ai 34 Sindaci interessati

23 gennaio 2020. Portare a termine l’iter per la delimitazione dei confini del Parco Naturale che, per legge, deve essere istituito all’interno del Parco Agricolo Sud Milano e uscire dalla logica del no delle associazioni agricole: questo è il senso della lettera-appello firmata da 16 associazioni ambientaliste, che dà voce ai tanti cittadini che aspirano a vivere in un ambiente più pulito e tutelato. Se non è comprensibile il no preconcetto di molti agricoltori, più comprensibile è la preoccupazione dei cacciatori, gli unici ad avere una limitazione nelle loro attività. Non ve ne abbiate comunque a male: potrete ancora cacciare nell’82% dei territori del Parco. Mica poco!
Ecco il testo della lettera agli Amministratori pubblici chiamati a prendere la decisione. (altro…)

Consumismo vince su Falò di S. Antonio

Quest’anno ci sono stati i “Falò senza falò”
Le ordinanze hanno spento i fuochi di S. Antonio
ma i divieti sono ragionevoli? O no?

21 gennaio 2020. Quest’anno a Milano e in molte località dell’hinterland la festa di Sant’Antonio abate del 17 gennaio non è stata festeggiata con i soliti falò. Colpa del clima, che ha determinato l’accumulo degli inquinanti nell’aria.
Il primo segnale di veto è arrivato agli Orti di via Padova il venerdì precedente: “Il comandante della polizia municipale –si legge in un post dell’associazione- ci ha comunicato il divieto per contrastare l’inquinamento atmosferico. Vi aspettiamo comunque in orto per festeggiare con vin brulé e polenta”. Già perché i divieti non hanno cancellato le feste, con musiche, balli, canti e benedizioni degli animali. Ma al tempo stesso hanno acceso discussioni anche accese: i fuochi sono stati spenti d’autorità per salvaguardare i nostri polmoni, ma le stesse autorità non muovono un dito contro i tanti negozi del centro con le porte perennemente aperte e il riscaldamento che spara aria calda a manetta, generando consumi di energia e inquinamento. Gli impulsi d’acquisto (questa la “giustificazione” degli esercenti allo spreco inquinante) vanno salvaguardati più delle tradizioni millenarie? (altro…)

I politici spengono il futuro

Negativo il bilancio 2019 dell’Osservatorio
permanente contro il Consumo del Suolo
e per la tutela del paesaggio nel Sud Est Milano

19 gennaio 2010. Riprendiamo l’interessante comunicato dell’Osservatorio permanente contro il Consumo del Suolo e per la tutela del paesaggio nel Sud Est Milano dello scorso dicembre.
“Questa fine d’anno ha portato nel nostro territorio una ventata di ottimismo·
il diniego dell’amministrazione comunale di Sordio a un nuovo, enorme insediamento logistico; l’adesione, votata all’unanimità dal Consiglio Comunale di San Donato Milanese, al progetto Fore­stami con l’impegno di raddoppiare in breve tempo il patrimonio arboreo comunale;
l’approvazione all’unanimità del Consiglio Comunale di San Giuliano Milanese del progetto Un albero in più, che prevede la piantumazione di 38mila alberi in pochi anni; una successiva delibera consiliare, pure votata all’unanimità, impegna il comune a finanziare il progetto.
Queste notizie che ci danno fiducia e alimentano nuove speranze. Non che con questo la situazione nei nostri comuni sia rosea, nel corso dell’anno abbiamo già alzato la voce contro progetti che ricopriranno con nuovo asfalto e nuovo cemento il nostro suolo… (altro…)

Le perdite di Brebemi

Distruggere territorio non fa bene:
l’autostrada Brebemi di nuovo a corto di capitale
Ma le banche stavolta non accorrono in aiuto

11 gennaio 2020. Continuano le perdite di Brebemi, la società dell’autostrada A35 che mette in collegamento Brescia e Milano: nel 2019 hanno superato la soglia di un terzo del capitale sociale e, nella necessaria ricapitalizzazione, per la prima volta si defila la sua prima azionista, la banca Intesa Sanpaolo.
Non sono stati ancora pubblicati i dati del 2019, ma guardando indietro, lo scarso traffico continua a generare risultati negativi: il bilancio del 2018 si è chiuso con una perdita netta di esercizio pari a 37,18 milioni, in linea con quello del 2017 (39,2 milioni). Lo scorso anno le cose non sono andate molto meglio e le perdite della società autostradale hanno superato una soglia fatidica, imposta dall’articolo 2246 del codice civile: un terzo del capitale sociale.
E Brebemi è dovuta correre ai ripari. Il 9 dicembre scorso è stata approvata l’emissione di una prima tranche di 80 milioni di strumenti finanziari partecipativi: un rafforzamento che si aggiunge a un aumento di capitale da 22,23 milioni. A questi aumenti di capitale sembra non interessata a partecipare Intesa Sanpaolo, come già scritto prima azionista di Brebemi, ma anche il più importante creditore del pesante indebitamento finanziario netto, pari a 2,27 miliardi. Anzi, la banca nei mesi scorsi aveva tentato di vendere le proprie azioni Brebemi, ma senza successo.
Tornando al conto economico, nei primi nove mesi del 2019, la società ha totalizzato una perdita netta di 26,7 milioni (meglio -ma di poco- del rosso pari a 29 milioni del corrispondente periodo dell’anno prima) con ricavi in rialzo di oltre il 14% a 67,8 milioni di euro. Il balzo è stato ottenuto grazie a un fattore positivo irripetibile: la chiusura di un paio di mesi dell’aeroporto di Linate ha aumentato gli spostamenti dei milanesi verso l’aeroscalo Orio al Serio, andando a determinare una crescita dell’8,6% del traffico sulla Brebemi.
Altro elemento che va a giocare a favore è che, nel 2020, la società rientra tra le pochissime cui il ministero delle Infrastrutture ha concesso un innalzamento delle tariffe, intorno al 3,8%.
Chissà se aiuti economici o eventi straordinari riusciranno a chiudere l’emorragia economica di Brebemi, società che in passato ha beneficiato di 360 milioni di fondi pubblici elargiti, nonchè consistenti sconti sulle tasse (mezzo miliardo su Ires, Irap e Iva). Speriamo, in ogni caso, che la finanza (e lo Stato, che già ha tanto elargito per Brebemi, Tangenziale est esterna e Pedemontana) ci pensi bene prima di correre in soccorso di questo distruttore di campagne (che si è mangiata quasi un milione di ettari di territorio) e, più in generale, si tenga prudentemente fuori da questi business tanto obsoleti quanto negativi per l’ambiente e il paesaggio.

Da un’antica tecnica colturale dei monaci Cistercensi

LE MARCITE del Parco del Ticinello
nel Parco agricolo sud Milano
In totale sono circa 91 quelle ancora attive

28 dicembre 2019. La marcita, o prato marcitorio, è una tecnica colturale di origini molto antiche, un tempo caratteristica della pianura del sud Milano. Questo capolavoro di ingegneria idraulica, che rese fertili e floride queste campagne in origine acquitrinose, si deve all’irregimentazione delle acque che i monaci Cistercensi dell’Abbazia di Chiaravalle iniziarono già nel tardo Duecento, bonificando le paludi che occupavano buona parte della pianura.
Era stata poi creata una fitta rete irrigua che alcuni secoli dopo si era completata con la realizzazione dei Navigli.
Il metodo di far marcire sui prati irrigui l’ultimo taglio, facendo stagnare le acque d’inverno, era probabilmente utilizzato già all’inizio dell’era volgare.
Il perfezionamento di questa tecnica, conseguente al miglioramento dell’apparato irriguo, portò alla fine del Settecento, con l’affermarsi anche della moderna scienza agraria, allo sviluppo delle coltivazioni a marcita che assicuravano il foraggio per quasi tutto l’arco dell’anno, accrescendo il numero dei tagli.
La conseguente diponibilità di abbondante foraggio favorì lo sviluppo dell’allevamento bovino, portando alla costruzione della cascina lombarda che, nella sua tipica struttura a corte chiusa, raccoglieva tutte le funzioni della vita produttiva, sociale e religiosa. (altro…)