Vanzago, incendio Oasi

 

Vanzago, incendio all’Oasi Wwf
“E’ un avvertimento mafioso”

Un ulteriore grave episodio ha colpito l’Oasi Wwf di Vanzago, la riserva naturale alle porte di Milano. Dopo altri tre atti intimidatori, culminati nel rapimento e uccisione della mascotte dell’oasi, la muflona Muffy,  la notte del 14 gennaio un incendio doloso ha distrutto 700 quintali di paglia immagazzinati in un capannone limitrofo alla Cascina Gabrina; il direttore dell’oasi Andrea Longo ha comunicato la notizia poco dopo che i vigili del fuoco, impegnati da ieri nello spegnimento delle fiamme, hanno finalmente domato il rogo, che avrebbe potuto estendersi a uno dei pochissimi ecosistemi naturali sopravvissuti alla cementificazione del nord milanese.

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Osservatorio antimafia melegnano


Appuntamento contro la mafia
nel Parco Sud Milano

Martedì 15 gennaio, alle ore 21, nello Spazio associazioni in piazzale Associazioni a Melegnano, si terrà la prima assemblea dei soci dell’Osservatorio Mafie Sud Milano, gruppo informale di cittadini attivi sui temi della legalità e della lotta alle mafie, costituito in libera associazione dallo scorso 10 dicembre.
L’Osservatorio Mafie Sud Milano (Omsm), gruppo informale di cittadini attivi da anni sui temi della legalità e della lotta alle mafie nella zona del melegnanese, si è costituito in associazione. Dopo due anni di lavoro, iniziato proprio nel dicembre del 2010, le persone che hanno dato vita all’Osservatorio hanno deciso di compiere un salto di qualità e formalizzare l’esistenza del gruppo dandosi un proprio statuto associativo.

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Sant’antonio Falo

 

Ci vuole un Patrono
per il Parco Sud Milano

Molti di coloro che lottano per la difesa del territorio qualche volta, scoraggiati, hanno pensato che non resta che affidarsi ai Santi. Credenti o laici che siate, valutiamo insieme la possibilità di ergere Sant’Antonio abate a Patrono del nostro martoriato Parco.
I motivi? Partiamo da quelli pratici. I Falò e l’eventuale annessa benedizione degli animali sono un’usanza quanto mai diffusa dalle nostre parti. Lo testimonia anche Wikipedia, che alla voce falò cita: “nel territorio circostante Milano i falò si accendono in prossimità del 17 gennaio, ricorrenza di S. Antonio abate, da cui la festa prende il nome popolare di Falò di S. Antonio. Il fuoco costituisce uno degli attributi iconografici legati alla figura di S. Antonio… La tradizione dei falò è tuttora viva persino in alcuni parchi pubblici di Milano: nel Parco delle Cave e nel Boscoincittà si accompagna abitualmente a canti popolari, danze e alla degustazione di vin brulé. Da secoli, presso Cascina Linterno e numerose altre cascine dell’ovest milanese, fa parte della tradizione il trarre auspici dal movimento della “barba” del santo, ovvero dalla fine sospensione di materiale incandescente che i contadini producono smuovendo con forche da fieno la brace del falò quando la fiamma viva del materiale combustibile si è spenta.”

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Biogas Sequestro occhio


Le “denunce” di Italia Nostra


portano al sequestro

dell’impianto di biogas a Occhiò

La Polizia provinciale ha messo sotto sequestro l’impianto di biogas di Occhiò, frazione di San Giuliano. Un atto eclatante, avvenuto in questi primi giorni del 2013, in seguito alle ispezioni in loco che hanno accertato l’esistenza di opere abusive: i lavori rilevati corrispondono quasi a un secondo impianto oltre a quello autorizzato dall’ente Parco agricolo Sud Milano. “Avevamo visto giusto -dichiara Kisito Prinelli di Italia Nostra Milano Sud Est e presidente dell’Associazione per il Parco Sud Milano-. Già da novembre, insieme ad altri attivisti di Italia Nostra, avevamo fatto dei sopralluoghi nei fondi agricoli e avevano rilevato, attorno al sito principale, scavi, sbancamenti e trincee che lasciavano intuire una sorta raddoppio dell’impianto”. 
Grazie a queste segnalazioni ai mass media, è intervenuto l’assessorato provinciale alla sicurezza (il Comando polizia provinciale di Paullo), che aveva preso le debite informazioni con sopralluoghi e controlli. 
E, in questi giorni, è stato deciso il blitz su tutta l’area di scavo non autorizzata, finita così sotto sequestro, scongiurando il rischio di un raddoppio della struttura per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, insilato di mais nella fattispecie.

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Cascina Monterobbio

 

Cascine in Comune,
è l’ora delle proposte
per Cascina Monterobbio

Il Comune di Milano possiede diverse cascine, molte di questo sono in affitto e tutt’ora svolgono attività agricole.
Ve ne sono però 16 che sono in disuso o spesso abbandonate. Per queste cascine, il Comune sta sviluppando un progetto che prevede la possibilità di proporle in comodato d’uso (da 30 a 90 anni),  con l’obiettivo -dove possibile- di riattivare una loro autonoma attività di coltivazione di terreni contigui, creare spazi per la vendita di prodotti ortofrutticoli; orti urbani e vivai; agenzie per l’inserimento del mercato del lavoro rurale; luoghi di formazione e studio sull’agricoltura biologica e biodinamica; momenti di gioco e educazione alla biodiversità vegetale e animale per i bambini e gli alunni degli asili e delle scuole materne; spazi per una ristorazione di qualità che recuperi non solo le culture tradizionali dell’alimentazione; ma anche quel mondo di tradizioni culinarie cosmopolite.

Chi presenterà i progetti migliori avrà la possibilità di attuate i propri sogni. Il “difetto” è che non ci sono fondi disponibili per il recupero delle cascine, che spesso versano in grave stato di degrado. Mettendosi insieme, però, pur se non facile, si possono trovare risorse economiche.
Ed è per discutere sulle proposte per Cascina Monterobbio che alcune associazioni (tra  cui il Comitato Parco Agricolo Sud Zona Barona e il Distretto di economia solidale rurale Parco Sud) danno appuntamento per sabato 12 gennaio in via San Paolino 5 (MM2 Famagosta) alle ore 15,30-19,00. Ovviamente a Cascina Monterobbio.

tem o discarica?

Tem, 75.000 mezzi al giorno.


Meglio di una discarica sotto casa?

Perché quando si decide di piazzare una discarica o un inceneritore nei paraggi delle nostre case, in un batter d’occhio fioriscono iniziative e comitati cittadini per scongiurarne l’insediamento? 
Risposta ovvia: l’inquinamento fa paura. Eppure, stranamente per le autostrade non è così. La maggior parte di noi le vuole, senza se e senza ma. Forse sarebbe persino inutile per le società autostradali impegnarsi a proporle con una comunicazione tipo greenwashing, ovvero un’ingiustificata appropriazione di virtù ambientaliste per le loro opere.
La presentazione della Tangenziale esterna di Milano (la famigerata TEM) ci seduce con “Un percorso innovativo guidato dalla qualità. Un progetto necessario per intervenire concretamente sui problemi di viabilità della zona più trafficata d’Italia. Un’opera che permetterà di assorbire oltre 75.000 veicoli giornalieri, di cui 35.000 dal traffico locale e risparmiare 9 milioni di ore annuali di viaggio. Una realizzazione all’avanguardia per caratteristiche costruttive e rispetto ambientale, che lungo il suo percorso prevede la collocazione di ben 2,2 milioni di mq di verde e assicurerà l’abbattimento del 20% di inquinamento“.
Peccato che si dimentichino di dire che 7 milioni di mq di fertile terreno agricolo, la maggior parte nel Parco Sud, verrà divorato dall’asfalto. E quei 75.000 veicoli giornalieri? Abbatteranno del 20% l’inquinamento? Siamo così allocchi da crederci?
Ce ne ricordiamo, o abbiamo lo già relegato nel dimenticatoio, che lo IARC di Lione (International Agency Cancer Research, organizzazione mondiale della sanità specializzata in tumori) ha dichiarato cancerogeno il diesel?
Eppure, gli abitanti dei 34 comuni che saranno attraversati dalla tangenziale esterna non fanno una piega, forse ignari del fatto dei 75.000 veicoli al giorno che sfrecceranno sotto le loro case saranno per la maggior parte camion alimentati a diesel.

Il veleno dei Tir

L’inquinamento dell’aria che si respira nelle grandi città è causa di tumore al polmone, insufficienze respiratorie e infarti. Tra gli imputati alla sbarra vi sono le automobili, ma i più colpevoli sono i mezzi commerciali pesanti diesel. Ora, senza voler essere oltranzisti come il Codacons, che ha chiesto la messa al bando di tutti i veicoli diesel, ci pare importante evidenziare alcune opinioni espresse al Corriere della Sera lo scorso luglio da Michele Giugliano, docente di inquinamento atmosferico al Politecnico di Milano: “le versioni più recenti di auto diesel (come le euro 5) hanno abbattuto le emissioni di polveri con i filtri antiparticolato, equiparandole alle auto a benzina. Con il vantaggio che queste auto consumano di meno a parità di chilometri percorsi.  Il problema resta invece per i mezzi commerciali”. 
E, sempre dal medesimo articolo del Corriere, Stefano Caserini, esperto di inquinamento e cambiamento climatico al Politecnico di Milano ha dichiarato: “È importante ridurre comunque il numero di auto in circolazione, visto che il trasporto privato contribuisce in modo ancora molto significativo alle emissione di gas climalteranti”.
Eppure, incredibilmente, per il ministro Corrado Passera, la TEM rappresenta “una boccata d’ossigeno per il traffico intorno a Milano”. Per favore, cerchiamo di essere seri. Pensiamo alla vera qualità della vita e non solo agli interessi dei soliti noti.