Acqua, un bene primario maltrattato
dispersione e inquinamento tra i problemi
In Lombardia il 53% dell’acqua è “Non buono”
20 marzo 2018. Per un quarto della popolazione mondiale non esiste un accesso diretto all’acqua, un bene primario. In parallelo, il controllo delle fonti e dei servizi idrici è sempre più in mano alle multinazionali: la crescita demografica e i cambiamenti climatici -dalla siccità alle alluvioni che distruggono interi territori, creando povertà e migrazioni- hanno reso ancor più importante il tema.
In Italia, la disponibilità di risorse idriche, in particolare di acqua accessibile ai cittadini erogata dalle reti di distribuzione corrisponde a un consumo medio giornaliero di 245 litri per abitante (dati ISTAT).
Tra i dati più preoccupanti, e ormai se ne parla da lungo tempo, è quello della dispersione dell’acqua immessa: la perdita giornaliera reale, al netto degli errori di misurazione e degli allacciamenti abusivi, ammonta a circa 50 metri cubi per ogni km delle reti di distribuzione (in Italia ci sono 425mila km di rete, inclusi gli allacciamenti 500mila km). Utilitalia, la Federazione che riunisce i gestori dell’acqua, secondo la quale il fabbisogno totale di investimenti è stimato in circa 5 miliardi all’anno per adeguare e mantenere la rete idrica nazionale.
I principali consumi extradomestici dell’acqua riguardano irrigazione in agricoltura (51%), industriale (21%), civile (20%), energia (5%), zootecnica (3%). Nel 2016, ARPA Lombardia (agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) ha effettuato un monitoraggio qualitativo, che ha riguardato 497 punti: lo Stato Chimico delle Acque Sotterranee (SC) è risultato in Stato Buono in 232 punti di monitoraggio (47%) e in Stato Non Buono in 265 punti di monitoraggio (53%). I maggiori inquinanti sono…