L’insostenibilità della logistica in aree agricole
Carrefour progetta un centro a Lacchiarella
ma la contrarietà cresce e si organizza

13 febbraio 2018. Le voci insistenti si sono purtroppo concretizzate e adesso circolano le carte (da cui sono riprese le immagini qui pubblicate) del megaprogetto di polo logistico di Carrefour su oltre 230mila metri quadri di terreni agricoli nella frazione Villamaggiore di Lacchiarella. Con la realizzazione di due immensi capannoni alti 15,5 metri e vasti 105mila mq, l’azienda francese tra i leader del commercio vuole concentrare su quest’area tutta la gestione dei prodotti alimentari destinati ai supermercati del nord Italia, chiudendo i tre centri esistenti. Naturalmente non mancano imponenti aree di parcheggio e spazi per uffici e altri servizi.
Diciamolo subito: non siamo certo contrari alla logistica, ma questo progetto è totalmente insostenibile per il territorio. Andare a costruire su aree agricole invece di utilizzare eventualmente aree industriali/terziarie dismesse –presenti anche a qualche centinaio di metri di distanza in comune di Pieve Emanuele- è a tutti gli effetti un’operazione di speculazione, capace di portare consistenti utili ai privati e lasciando, magari alla Regione, il compito di sistemare la viabilità totalmente insufficiente, naturalmente con i soldi di noi contribuenti.
Come noi la pensano molti sindaci del sud Milano e i cittadini che si sono già organizzati in comitati per opporsi al progetto…

L’insostenibilità della logistica in aree agricole
Carrefour progetta un centro a Lacchiarella
ma la contrarietà cresce e si organizza

13 febbraio 2018. Le voci insistenti si sono purtroppo concretizzate e adesso circolano le carte (da cui sono riprese le immagini qui pubblicate) del megaprogetto di polo logistico di Carrefour su oltre 230mila metri quadri di terreni agricoli nella frazione Villamaggiore di Lacchiarella. Con la realizzazione di due immensi capannoni alti 15,5 metri e vasti 105mila mq, l’azienda francese tra i leader del commercio vuole concentrare su quest’area tutta la gestione dei prodotti alimentari destinati ai supermercati del nord Italia, chiudendo i tre centri esistenti. Naturalmente non mancano imponenti aree di parcheggio e spazi per uffici e altri servizi.
Diciamolo subito: non siamo certo contrari alla logistica, ma questo progetto è totalmente insostenibile per il territorio. Andare a costruire su aree agricole invece di utilizzare eventualmente aree industriali/terziarie dismesse –presenti anche a qualche centinaio di metri di distanza in comune di Pieve Emanuele- è a tutti gli effetti un’operazione di speculazione, capace di portare consistenti utili ai privati e lasciando, magari alla Regione, il compito di sistemare la viabilità totalmente insufficiente, naturalmente con i soldi di noi contribuenti.
Come noi la pensano molti sindaci del sud Milano e i cittadini che si sono già organizzati in comitati per opporsi al progetto.

La “maledizione” dei terreni agricoli di Villamaggiore

L’area interessata dal progetto è agricola, ma è da decenni sotto attacco di interessi speculativi, guidati dai proprietari dei terreni e da politici e amministratori compiacenti. Si tratta di un comparto verde indisturbato come tanti, contornato per tre lati da altre aree agricole e sul quarto dalla linea ferroviaria Milano-Pavia. L’area è da sempre occupata da colture agricole e, per di più, ha una valenza naturalistica di rilievo: a meno di un chilometro è presente l’Oasi di Lacchiarella, riserva naturale di 400mila mq inserita in una rete europea di aree protette.
Nonostante queste caratteristiche di pregio, nel 1990 -all’ultimo istante prima della istituzione del Parco Agricolo Sud Milano- un rettangolo di 2,7 milioni di metri quadri fu escluso da quest’area protetta regionale. Il colpo di mano affaristico avrebbe dovuto permettere la realizzazione di un mega interporto (centro logistico di scambio merci dalla ferrovia alla viabilità), ma gli speculatori si accontentarono, nel 2003, di realizzare un polo logistico di 400 mila metri quadri. Il resto dei terreni sono rimasti agricoli, almeno sino a oggi.

La logistica dà i numeri

La proposta progettuale di Carrefour va a occupare 229.031 mq di terreni produttivi per realizzare un complesso logistico vasto 105.000 mq, articolato due magazzini collegati funzionalmente (36.000 mq per il deposito/stoccaggio del fresco e del surgelato 65.000 mq per il secco), oltre a uffici e servizi per il personale. Gli addetti proverranno dai tre centri attuali ed è stimato in circa 400 unità: 130 impiegati e 270 operai che lavoreranno su tre turni.
Il volume di traffico generato è imponente: solo per i tir sono previsti 600 movimenti giornalieri in entrata e altrettanti in uscita. Questi mezzi pesanti usufruiranno di ben 180 piattaforme di carico e 110 parcheggi, cui andranno a sommarsi ulteriori 500 posti auto per veicoli leggeri. Tutti questi valori sono stimati assumendo che i tir viaggino tutti e sempre a pieno carico: nella realtà, quindi, l’impatto sulla viabilità sarà ben più pesante.
Lacchiarella favorevole, tutti gli altri sindaci preoccupati
Le voci circolate la scorsa estate si sono concretizzate a fine anno, con un’assemblea tenutasi proprio a ridosso delle feste natalizie. La sindaca di Lacchiarella, Antonella Violi, è favorevole al progetto, anche se su questo tema ha perso due consiglieri della propria maggioranza.
Diverso è l’atteggiamento dei sindaci del circondario. A partire da Siziano, paese che potrebbe veder sorgere il mega-centro direttamente dalle finestre delle proprie abitazioni (a differenza del centro abitato di Lacchiarella, distante oltre tre chilometri). La sindaca di Siziano, Donatella Pumo, ha chiamato a raccolta i suoi colleghi di Binasco, Basiglio, Pieve Emanuele, Carpiano e Melegnano: tutti comuni che vedranno peggiorare il già problematico quadro del traffico veicolare. I tir di Carrefour si riverseranno infatti sulla provinciale 40 (Binasco-Melegnano), per raggiungere i caselli autostradali delle autostrade dei Fiori e del Sole, o attraverseranno Pieve, Locate e Opera per arrivare alla tangenziale ovest.
Il traffico è uno degli aspetti più impattanti di questo progetto, perché va a sommarsi a una decina di centri logistici da poco realizzati o in via di realizzazione nel nord pavese: solo il comune di Landriano, ad esempio, ne ospita ben quattro. Con i due ulteriori progetti di Lacchiarella (già, c’è in ballo ulteriore logistica in aree agricole intorno all’abortita cittadella della moda del Girasole), la situazione diventerà insostenibile.
Ma oltre a ciò, i sindaci sono preoccupati dall’impatto sulla qualità della vita dei propri cittadini, molti dei quali hanno scelto di vivere nel sud Milano per sfuggire a inquinamento e rumori, preferendo la campagna e il verde, oggi messo seriamente a rischio.
I sindaci hanno incontrato la settimana scorsa l’assessore regionale al Territorio Pietro Foroni. Al momento si è ottenuta l’attivazione di un tavolo tecnico, mentre oggi è previsto un ulteriore incontro con la vicesindaca della Città Metropolitana Arianna Censi.

Al tavolo con carte truccate?

Ben vengano dunque i tecnici, ma le poche carte che abbiamo visto sinora a supporto del progetto contengono forzature che lasciano di stucco.
Abbiamo già accennato alle esageratamente ridotte stime di traffico: si è infatti paragonato il traffico attuale dei tre centri logistici da dismettere con le previsioni, basate sull’assunzione che tutti i tir da e per Lacchiarella viaggeranno stracarichi. Nei documenti si arriva così a leggere affermazioni del tipo: “…Considerando il bilancio complessivo tra movimenti esistenti da togliere e nuovi da aggiungere, si può ragionevolmente supporre che lungo la SP40 l’impatto dei mezzi pesanti è minimizzato fino a poterlo ipotizzare nullo…”. Se non è una forzatura, allora siamo di fronte a un vero miracolo.
Un’altra “perla” riguarda la Rete Ecologica Comunale che da decenni nei piani urbanistici -come già detto- da molti anni individua proprio nell’area del progetto un corridoio ecologico (una particolare area verde, studiata ad-hoc per preservare specie animali e piante che vivono in quel tipo di habitat). Nell’assemblea del 21 dicembre scorso, i tecnici di Carrefour sono riusciti a definire questo corridoio “un errore cartografico”, di cui peraltro nessuno se n’è accorto sinora. Fervida immaginazione, non c’è che dire.

E i cittadini si organizzano

Riteniamo che di argomenti contro questo progetto ce ne siano, e tanti. Serve però anche la partecipazione dei cittadini, senza la quale anche solo gli amministratori decidono sulla nostra pelle. Troviamo perciò molto positiva la nascita di comitati spontanei che vi si oppongono, spuntati a Lacchiarella e in comuni limitrofi. Sono già partite le prime raccolte di firme, anche se forse in questa fase è meglio puntare sull’informazione, per meglio coinvolgere le persone e renderle coscienti sui rischi del territorio dove vive. Uno sviluppo basato su mega-poli logistici realizzati in aree agricole può essere funzionale per chi specula, non per la comunità. Tanto più che in questa maniera si va ad aggravare lo stato di vaste aree industriali e terziarie oggi abbandonate, degradate e vandalizzate. Inoltre, la riqualificazione viaria andrebbe realizzata per risolvere i problemi di mobilità esistenti, non per crearne di nuovi.
Ben vengano i comitati spontanei, che devono peraltro presentarsi ai cittadini in maniera coordinata ed evitare faziosità. Le imminenti elezioni comunali a Lacchiarella e altri comuni limitrofi possono favorire l’informazione, la discussione e la partecipazione. Noi, con i nostri mezzi, cercheremo di favorire tutto ciò.

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