Nutrie, grave problema nei campi
ma il veleno non fa distinzioni
uccide tutti e mette a rischio la salute

Puntuali come un orologio svizzero, tornano i veleni sparsi nei campi di Lacchiarella per uccidere le nutrie: ma chi ci va di mezzo sono uccelli, lepri e volpi. Inoltre, il veleno, poi, si dissolve nelle acque delle rogge, le stesse da cui gli agricoltori attingono per irrigare i campi entrando così nel ciclo alimentare.
Ancora una volta, è Tony Bruson, storica sentinelle del Parco Agricolo Sud Milano e attivista di Occhi Aperti di Rozzano, a segnalare il ripetersi del problema. La denuncia è stata raccolta dalla Polizia Locale e dalle Guardie ecologiche volontarie (Gev), che oggi hanno fatto un sopralluogo nell’area segnalata (a sud dell’Oasi  di Lacchiarella). Rispetto agli scorsi anni, dove lo spargimento del veleno era stato rilevato in almeno tre comuni, quest’anno il fatto si è ripetuto solo nei terreni di un unico agricoltore (lo stesso dello scorso anno). È logico domandarsi come questo agricoltore riesca a reperire un quantitativo così ingente di veleno tanto tossico e perché mai continui a scegliere questa via tanto scellerata quanto dannosa per la natura e la salute umana. La legge prevede invece…

Nutrie, grave problema nei campi
ma il veleno non fa distinzioni
uccide tutti e mette a rischio la salute

Puntuali come un orologio svizzero, tornano i veleni sparsi nei campi di Lacchiarella per uccidere le nutrie: ma chi ci va di mezzo sono uccelli, lepri e volpi.  Inoltre, il veleno, poi, si dissolve nelle acque delle rogge, le stesse da cui gli agricoltori attingono per irrigare i campi entrando così nel ciclo alimentare.
Ancora una volta, è Tony Bruson, storica sentinelle del Parco Agricolo Sud Milano e attivista di Occhi Aperti di Rozzano, a segnalare il ripetersi del problema. La denuncia è stata raccolta dalla Polizia Locale e dalle Guardie ecologiche volontarie (Gev), che oggi hanno fatto un sopralluogo nell’area segnalata (a sud dell’Oasi  di Lacchiarella). Rispetto agli scorsi anni, dove lo spargimento del veleno era stato rilevato in almeno tre comuni, quest’anno il fatto si è ripetuto solo nei terreni di un unico agricoltore (lo stesso dello scorso anno). È logico domandarsi come questo agricoltore riesca a reperire un quantitativo così ingente di veleno tanto tossico e perché mai continui a scegliere questa via tanto scellerata quanto dannosa per la natura e la salute umana.

Cosa prevede la legge in Lombardia


Ci rendiamo conto che il problema delle nutrie per gli agricoltori è rilevante: i numeri dell’analisi di Coldiretti sui dati dell’ultima ricerca del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pavia sulla presenza di questo roditore nelle aree di pianura sono impressionanti. In Lombardia si conta una nutria ogni 10 persone, con il record negativo di Lodi e Mantova dove si scende a un esemplare ogni due abitanti o poco più, mentre a Cremona il rapporto è di uno a tre e a Pavia di 1 a 5. Secondo l’università di Pavia bisognerebbe riuscire a eliminare più di un milione e 400 mila esemplari per risolvere il problema.
Sul versante legislativo, l’attuale quadro normativo regionale che disciplina le attività di contenimento ed eradicazione della nutria ha preso vita con la Legge Regionale n. 32 del 4 dicembre 2014. Con delibera n. 3818 del 14 luglio 2015 Regione Lombardia ha approvato il Piano regionale di contenimento ed eradicazione della nutria e, attraverso il Tavolo di coordinamento, ha predisposto le Linee guida di attuazione, cercando di definire in modo trasparente le modalità operative più efficaci, anche in considerazione dell’attuale riassetto organizzativo delle Province e della Pubblica Amministrazione. La legge prevede che l’abbattimento diretto con arma da fuoco possa essere effettuato da cacciatori (durante l’esercizio dell’attività venatoria esclusivamente nei territori loro assegnati per l’esercizio della caccia, nei periodi e negli orari consentiti dal calendario venatorio) e dagli agricoltori in possesso di porto d’armi nel perimetro dell’azienda agricola in proprietà o in conduzione. Inoltre la cattura con gabbie trappola potrà essere effettuata per tutto l’anno da parte di soggetti autorizzati, del personale della protezione civile, dei Consorzi di Bonifica e del Genio Civile nonché da parte degli stessi agricoltori. È invece severamente vietato l’uso di veleni e rodenticidi.
18 aprile 2016

 

Nutrie, grave problema nei campi ma il veleno non fa distinzioni uccide tutti e mette a rischio la salute

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