Progettare e costruire la bellezza
anche nelle periferie.
O il degrado, qui, sarà per sempre padrone

24 aprile 2017. Non che si debba puntare su archistar strapagate per la loro genialità, per carità! Basterebbero architetti con l’anima, che sapessero esprimere amore per l’umanità o, più semplicemente, per chi andrà a vivere in quelle costruzioni (scatoloni) ideate per persone che non si possono permettere grattaceli alberati o villette a schiera circondate da lussureggianti giardini.
Invece, quando gli architetti disegnano i palazzi dedicati ai meno abbienti, partoriscono solo cubi (in-cubi?) degni della fantasia più perversa, totalmente privi di armonia, di un soffio di bellezza. Privi di dignità. Eppure, qui, in questo gelido squallore…

Progettare e costruire la bellezza
anche nelle periferie.
O il degrado, qui, sarà per sempre padrone

24 aprile 2017. Non che si debba puntare su archistar strapagate per la loro genialità, per carità! Basterebbero architetti con l’anima, che sapessero esprimere amore per l’umanità o, più semplicemente, per chi andrà a vivere in quelle costruzioni (scatoloni) ideate per persone che non si possono permettere grattaceli alberati o villette a schiera circondate da lussureggianti giardini.
Invece, quando gli architetti disegnano i palazzi dedicati ai meno abbienti, partoriscono solo cubi (in-cubi?) degni della fantasia più perversa, totalmente privi di armonia, di un soffio di bellezza. Privi di dignità. Eppure, qui, in questo gelido squallore, andranno ad abitare persone vulnerabili, già scossi dalla vita, dalla dura realtà. A loro, certamente, basta avete un tetto sopra la testa. Così è la realtà, ma anche la mancanza di lungimiranza della politica.
Noi siamo invece convinti che la speranza di un futuro migliore, per noi tutti, per la società, possa generarsi anche da quello che appare futile: il progettare e costruire la bellezza anche nelle periferie. Altrimenti il degrado continuerà a essere il padrone di questi mondi partoriti come nelle catene di montaggio. Senza un’anima.
(nella foto: il rendering del nuovo quartiere Aler a Pieve Emanuele).

Dalla parte di Peppino Impastato

“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione, ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.

 

 

bellezza anche nelle periferie

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