C’è il No della Soprindenza e dei cittadini
Ma il sindaco uscente di Melegnano
decide l’abbattimento di un palazzo del ‘400

Risale al 2011 la battaglia di Italia Nostra Sud Est Milano per la salvaguardia di Palazzo Spernazzati che, secondo gli esperti dell’Associazione culturale, risalirebbe alla seconda metà del 1400 agli inizi del 1500 (dettagli a fondo pagina). Un palazzo che l’attuale giunta intende demolire. Ma, finalmente, lo scorso 26 maggio, la Soprintendenza è intervenuta con la prescrizione chiara e imperativa all’Amministrazione Bellomo di produrre una migliore documentazione stratigrafica del palazzo, inclusi gli ambienti interni, che confermino o meno l’origine quattrocentesca della struttura.
Nel frattempo, l’appello di Italia Nostra è stato raccolto anche da Marco Maccari, che arricchisce la vita di Melegnano (in questi giorni in attesa del ballottaggio per il nuovo sindaco) e dintorni con il blog Radar: da questo pulpito accusa: “Il 6 giugno, di nascosto e in tutta fretta, la giunta comunale uscente, con la delibera n. 92, ha approvato il Piano di Recupero n. 86 detto ‘Corte Castellini’, che riguarda il Palazzo Spernazzati situato nel centro storico di Melegnano. Un’approvazione fatta in fretta e furia:
— immediatamente a ridosso delle elezioni,


— in totale disprezzo del legame d’affetto e dell’interesse manifestato da decine e decine di concittadini,


— con l’arrogante chiusura mentale di imporre alla prossima giunta, da eleggere questo mese, la propria decisione come un fatto compiuto,


— con il pasticcio di chi, dopo la tavola rotonda del 1° giugno espressamente dedicata alla protezione dei beni storici e architettonici, non ha avuto il coraggio di comunicare la sua intenzione…”.

Da pochi giorni è stata attivata una petizione online, rivolta all’attuale sindaco di Melegnano. Sappiamo che ormai le petizioni si sprecano e ne arrivano ogni giorno di nuove: ma una firma per salvare un monumento storico non è quella di troppo!

C’è il No della Soprindenza e dei cittadini
Ma il sindaco uscente di Melegnano
decide l’abbattimento di un palazzo del ‘400

Risale al 2011 la battaglia di Italia Nostra Sud Est Milano per la salvaguardia di Palazzo Spernazzati che, secondo gli esperti dell’Associazione culturale, risalirebbe alla seconda metà del 1400 agli inizi del 1500 (dettagli a fondo pagina). Un palazzo che l’attuale giunta intende demolire. Ma, finalmente, lo scorso 26 maggio, la Soprintendenza è intervenuta con la prescrizione chiara e imperativa all’Amministrazione Bellomo di produrre una migliore documentazione stratigrafica del palazzo, inclusi gli ambienti interni, che confermino o meno l’origine quattrocentesca della struttura.
Nel frattempo, l’appello di Italia Nostra è stato raccolto anche da Marco Maccari, che arricchisce la vita di Melegnano (in questi giorni in attesa del ballottaggio per il nuovo sindaco) e dintorni con il blog Radar: da questo pulpito accusa: “Il 6 giugno, di nascosto e in tutta fretta, la giunta comunale uscente, con la delibera n. 92, ha approvato il Piano di Recupero n. 86 detto ‘Corte Castellini’, che riguarda il Palazzo Spernazzati situato nel centro storico di Melegnano. Un’approvazione fatta in fretta e furia:
— immediatamente a ridosso delle elezioni,


— in totale disprezzo del legame d’affetto e dell’interesse manifestato da decine e decine di concittadini,


— con l’arrogante chiusura mentale di imporre alla prossima giunta, da eleggere questo mese, la propria decisione come un fatto compiuto,


— con il pasticcio di chi, dopo la tavola rotonda del 1° giugno espressamente dedicata alla protezione dei beni storici e architettonici, non ha avuto il coraggio di comunicare la sua intenzione.
I politici non sono una classe particolarmente malevola della società italiana.Al contrario sono la fedele espressione della comunità. Rodolfo Bertoli, Giuseppe Di Bono, Giuseppe Marsico, Lucia Rossi, candidati sindaco che hanno dimostrato interesse per la salvezza di Palazzo Spernazzati, sono espressione di una società civile radicata nelle sue vive tradizioni. Certamente la candidata Raffaela Caputo, che ha votato la distruzione di Palazzo Spernazzati, rappresenta una porzione della società civile, questa sì particolarmente malevola, quella che ha cercato di costruire le sue fortune spregiando gli interessi della comunità”.

Così, oltre alla raccolta di firme effettuata nelle piazze di Melegnano, da pochi giorni è stata attivata anche una petizione online, rivolta all’attuale sindaco di Melegnano. Sappiamo che ormai le petizioni si sprecano e ne arrivano ogni giorno di nuove: ma una firma per salvare un monumento storico non è quella di troppo!

La valutazione dell’esperto Gabriele Prinelli su Palazzo Spernazzati 

L’edificio in questione presenta le caratteristiche tipiche degli edifici della bassa milanese con un piano fuori terra e cortina edilizia chiusa.
 La parte architettonicamente più rilevante dell’edificio risulta essere la facciata che da’ sulla corte interna realizzata in cotto; al piano terra sono ancora individuabili primitive tracce di portici con archi a sesto acuto, mentre al primo piano si ritrovano aperture parzialmente murate, incastonate in decorazioni in mattoni con archi a sesto acuto, poco più in su, al secondo piano, quasi un sottotetto, sono visibile aperture rettangolari leggermente ricurve.
Nel complesso gli stilemi architettonici dell’edificio riprendono decisamente quelli del più famoso Palazzo Broletto sede del municipio cittadino.
Il palazzo sembra dunque di stile gotico lombardo e vi si scorgono archi acuti del portico poi murato, aperture contornate in cotto e a sesto acuto a al secondo piano ad arco ribassato.
Tutte le linee decorative indicano come data probabile di costruzione un periodo che va dalla seconda metà del 1400 agli inizi del 1500; inoltre l’edificio risulta esistente alla stesura del catasto austriaco del 1722.
 L’edificio parrebbe dunque risalire all’epoca Visconteo Sforzesca (come il Broletto e il Castello) e, nonostante, alcune manomissioni è ancora in evidente buono stato di conservazione e un attento restauro potrebbe portare ad evidenziare aperture, che ora sono cieche, in tutta la loro eleganza.
 Il resto degli edifici sembra integrarsi, nell’insieme dell’area, come ipotetiche case di dipendenza dell’edificio nobiliare identificabile con quello precedentemente descritto, formando un “unicum” sia dal punto di vista strutturale che funzionale oltre che paesaggistico, caratterizzando l’intera corte come una “bellezza d’insieme”.


A testimonianza dell’antichità del complesso si può fare riferimento anche a una pubblicazione del XVIII sec. sulla storia di Melegnano che tratta l’edificio in questione con queste parole “Il tuo sguardo potrà spaziare nella contrada del castello, volgarmente chiamata la contrada Lunga. Ivi vedrai nel suo primo ingresso alla destra mano un abitato assai grande ed antico di ragione degli eredi di Carlo Spernazzati, e nominato la caserma, per avervi altre volte dato alloggio a’ soldati, che si trovavano di guarnigione in questo borgo. Il gotico delle sue finestre, il tutt’insieme della sua struttura, coincide benissimo collo stile dell’antica Casa Brusati, che già mirasti nella contrada de’ Pellegrini, e di quella che oggi ancora della comunità, e la segna per tre avanzi dell’antico Melegnano, e prima che fosse distrutto da Federico I di Germania. ”
Questa testimonianza scritta prova le evidenze architettoniche sopracitate e l’originalità degli stilemi architettonici descritti fuori da ogni dubbio, anzi l’autore ipotizza che l’edificio in questione parzialmente distrutto dall’Imperatore Svevo occupasse gran parte dell’antico centro storico di Melegnano.

sindaco uscente di Melegnano decide l’abbattimento

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