Acque pulite per irrigare i campi?
Un’altra vittoria delle Sentinelle
Grazie a Cap Holding e Amministrazione di Pieve

4 aprile 2018. Cosa pensereste se vi raccontassimo di campi di mais e riso irrigati da acque maleodoranti e di infima qualità, che trasportano plastiche e rifiuti galleggianti a i terreni agricoli? Immaginereste scene da megalopoli del terzo mondo, ma sbagliereste ad andare così lontano con la mente. Lo schifo è qui, e sono anni che ci battiamo contro quello che, speriamo, sia un caso unico. Parliamo di campi nel Parco Agricolo Sud Milano, più precisamente a Pieve Emanuele, che sono irrigati dalla Roggia Pizzabrasa. E dove prende le acque questo corso d’acqua? Dal Lambro Meridionale, a Rozzano: acque appena uscite dalle condotte sotterranee della città di Milano e quindi di qualità infima.
È da tanto che stiamo addosso a questo caso dai risvolti inquietanti per la salute pubblica, fattoci conoscere dalla sentinella Tony Bruson. Abbiamo avuto al nostro fianco l’Amministrazione di Pieve Emanuele, abbiamo incontrato la Città Metropolitana, proposto soluzioni fattibili, ricevuto dinieghi o totale assenza di risposte, ma alla fine l’insistenza e la caparbietà di Bruson ha ottenuto il risultato sperato: la Pizzabrasa riceverà acque pulite, grazie a Cap Holding. Sempre che il Consorzio Est Ticino Villoresi –gestore del corso d’acqua- non si metta per traverso…

Acque pulite per irrigare i campi?
Un’altra vittoria delle Sentinelle
Grazie a Cap Holding e Amministrazione di Pieve

4 aprile 2018. Cosa pensereste se vi raccontassimo di campi di mais e riso irrigati da acque maleodoranti e di infima qualità, che trasportano plastiche e rifiuti galleggianti a i terreni agricoli? Immaginereste scene da megalopoli del terzo mondo, ma sbagliereste ad andare così lontano con la mente. Lo schifo è qui, e sono anni che ci battiamo contro quello che, speriamo, sia un caso unico. Parliamo di campi nel Parco Agricolo Sud Milano, più precisamente a Pieve Emanuele, che sono irrigati dalla Roggia Pizzabrasa. E dove prende le acque questo corso d’acqua? Dal Lambro Meridionale, a Rozzano: acque appena uscite dalle condotte sotterranee della città di Milano e quindi di qualità infima.
È da tanto che stiamo addosso a questo caso dai risvolti inquietanti per la salute pubblica, fattoci conoscere dalla sentinella Tony Bruson. Abbiamo avuto al nostro fianco l’Amministrazione di Pieve Emanuele, abbiamo incontrato la Città Metropolitana, proposto soluzioni fattibili, ricevuto dinieghi o totale assenza di risposte, ma alla fine l’insistenza e la caparbietà di Bruson ha ottenuto il risultato sperato: la Pizzabrasa riceverà acque pulite, grazie a Cap Holding. Sempre che il Consorzio Est Ticino Villoresi –gestore del corso d’acqua- non si metta per traverso. 

Silenzi di tomba e risposte evasive

Quando nel 2015 siamo venuti a conoscenza della disastrosa situazione, abbiamo stentato a crederci: Bruson ha dovuto portarci nei campi di Pieve, non lontano dai palazzoni del Residence Ripamonti, a vedere le plastiche nei campi trasportate da acque maleodoranti, immortalate in foto come questa.
Da subito abbiamo avuto al nostro fianco il Comune, il sindaco e l’assessore all’ambiente, corroborati da un ufficio ecologia sensibile ed efficiente.
Per prima cosa si è ripercorso il tratto della Pizzabrasa dai campi fino a Rozzano, per essere sicuri che l’inquinamento delle acque non fosse dovuto a scarichi abusivi (anche questa roggia è, ahimè, in parte intubata). Una volta sicuri della provenienza delle acque sporche, il Comune e la nostra Associazione hanno cercato di sensibilizzare chi poteva metterci mano, ma senza risultati. Nelle risposte ci si è limitati a dire non vi sono divieti formali a utilizzare le acque del Lambro Meridionale in agricoltura. In qualche caso, a forza di minimizzare, si è sfiorato il ridicolo: come quando si è ripreso un rapporto del 2012 che registrava “presenza significativa di fauna ittica (spinarelli)”, pesci che qualunque pescatore del Basso Milanese sa che sono rari anche in acque completamente pulite. 

Soluzione 1: chi paga?

Eppure una via d’uscita era stata individuata da subito. E richiedeva zero euro di investimenti. A pochi metri dal punto dove una chiusa permette l’immissione delle acque del Lambro Meridionale nella roggia, vi è il punto di arrivo di una tubazione che porta le acque del depuratore di Milano San Rocco (conosciuto anche come Ronchetto delle Rane). Basta accendere quattro pompe già installate e perfettamente funzionanti e le acque pulite possono entrare nella roggia Pizzabrasa. Ma la risposta del Consorzio è stata secca: noi non paghiamo. Non sappiamo l’entità dei costi, ma sembra incredibile che vi sia una tubazione di centinaia di metri, con quattro pompe pronte all’uso, e il problema sia chi paga la corrente se si accende l’interruttore. È stata coinvolta anche la Città Metropolitana, si è tentato di mediare chiedendo l’accensione delle pompe nei soli i mesi estivi, quando le acque sono utilizzate per irrigare i campi agricoli, ma in due anni il risultato è stato nullo. 

Soluzione 2: W il CAP!

La tenacia di Tony Bruson l’ha portato a individuare una seconda ipotesi. A qualche decina di metri dalla grata di collegamento Lambro Meridionale-Pizzabrasa c’è anche il depuratore del comune di Rozzano, gestito dalla società pubblica Cap Holding. Su questa ipotesi è partita la proposta dal comune di Pieve alla società consortile e quando il sindaco Paolo Festa ci ha girato la risposta, ci quasi commossi! Il presidente di Cap, Alessandro Russo, sentiti i suoi tecnici, scriveva “l’impianto di depurazione di Rozzano può alimentare la roggia Pizzabrasa… Dal punto di vista strutturale, l’impianto è già dotato di una stazione di sollevamento finale che, previe non sostanziali modifiche, potrebbe garantire l’alimentazione della roggia”. In sostanza, non c’è più il problema di chi paga.
Nella lettera si afferma anche che si potrà partire “solo a partire dalla fine del 2018 a completamento di alcuni interventi di manutenzione straordinaria in corso”.
Non prendeteci per massimalisti: abbiamo aspettato tanto, ma non è il caso di continuare oltre. Il Consorzio Est Ticino Villoresi, o chi per lui, spinga quel benedetto interruttore delle pompe del depuratore San Rocco ora e permetta, già questa estate, ai campi di Pieve Emanuele di ricevere la tanto sperata acqua pulita. Solo pochi mesi di corrente elettrica. Una bolletta più che giustificata.
 
PS: Antonio Bruson non è laureato in ingegneria idraulica né ha conseguito il master in scienze ambientali. Ma ha dalla sua parte la passione per il territorio, le acque, l’ambiente e da anni opera per migliorarlo. Lavora cinque giorni su sette e il territorio lo “perlustra” nel tempo libero. Non è neanche un deus ex machina né un personaggio di fantasia partorito da questa redazione. E’ una persona attiva, circondato dall’affetto della sua famiglia e delle tante persone che lo conoscono e non possono fare a meno di stimarlo.

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