Segrate, pur con quanto fatto per salvare il territorio,
per un gruppo di cittadini non basta
Intanto parte un’area commerciale su terreni verdi

17 settembre 2019. Di Segrate abbiamo parlato tanto, soprattutto per quanto fatto da questa amministrazione per salvare dal cemento molte aree verdi, che il sindaco precedente,Alessandrini, targato Lega, aveva progettato. Tanto che per il suo faraonico e devastante Piano di governo del territorio si era meritato il premio Attila del WWF). Ma non tutto è stato possibile cancellare, pur con la parziale vittoria dell’attuale amministrazione, grazie al ricorso al TAR, che ha parzialmente cancellato aree prevista come cementificabili.
Anche noi odiamo i supermercati, i centri commerciali, i mega-magazzini che spuntano come funghi in ogni dove: consumano suolo, inquinano, fanno scempio del paesaggio. Ma, stringi stringi, se hanno tutti i permessi per essere costruiti, è impossibile bloccarli! In questo caso la “pietra dello scandalo” è un’area commerciale di 3.500 mq a Segrate: le volumetrie previste sono conseguenza di convenzioni urbanistiche sottoscritte tra il 2008 e il 2012 dagli allora amministratori (il sindaco era Alessandrini, targato Lega, che per il suo faraonico e devastante Piano di governo del territorio si era meritato il premio Attila del WWF), convenzioni che hanno avuto come principale conseguenza la cessione al Comune di aree intorno al Lago Centroparco; aree che sono in gran parte già rese usufruibili al pubblico.

A fine agosto sono iniziati i lavori per la realizzazione dell’area commerciale in un terreno verde sulla Cassanese, di fianco alla chiesa della frazione di Lavanderie e di fronte alla Esselunga e al Segrate Outlet Village. Le volumetrie lì approvate dalla passata Amministrazione Comunale vennero spostate nel maggio 2015 a pochi giorni dalle elezioni comunali in un’altra area verde, sempre sulla Cassanese, ma all’ingresso del quartiere di Milano 2. Volumetrie che sono state riportate dall’attuale Amministrazione nell’area di destinazione iniziale.

La realtà vista da chi governa

L’inizio dei lavori -fanno sapere da Segrate Nostra, la lista civica guidata dal sindaco Micheli- “ha dato lo spunto ad alcuni attivisti, anche in maniera molto strumentale con il coinvolgimento di partiti che crearono e approvarono quelle volumetrie, per dar luogo a una campagna di protesta tendenzialmente volta ad accusare l’attuale Amministrazione di scarsa sensibilità ambientale”.
Ecco i punti evidenziati dalla lista Civica:

1) le volumetrie previste intorno al Centroparco sono conseguenza di convenzioni urbanistiche sottoscritte tra il 2008 e il 2012 da amministrazioni di centrodestra che hanno avuto come principale conseguenza la cessione al Comune di aree intorno al Lago Centroparco (in realtà formato da due cave tuttora in fase finale di sfruttamento); aree che sono in gran parte già rese usufruibili al pubblico;

2) revocare o disdire le convenzioni che ancora non sono passate “all’incasso” delle volumetrie acquisite è a giudizio unanime dei tecnici problematico e autolesionista nei risultati;

3) l’amministrazione comunale (che è in situazione di pre-dissesto e quindi sotto l’attenta tutela della Corte dei Conti) si trova già a far fronte a richieste danni per svariati milioni di euro a fronte dei diritti acquisiti a seguito del precedente PGT targato Alessandrini per quanto questo sia stato in gran parte annullato dal TAR e dal Consiglio di Stato; questo impone grande cautela nell’aprire nuovi contenziosi;

4) la pressione dell’opinione pubblica può rafforzare l’Amministrazione Comunale nel confronto con le proprietà, ma è raro che ciò porti effettivamente a qualche risultato concreto; tuttavia non intendiamo sottrarci al confronto e al dibattito sul tema ambientale di cui siamo a Segrate i portabandiera da un decennio.

Il punto di vista dei contestatori

Ma i cittadini, come già scritto, si stanno mobilitando per bloccare l’edificazione, organizzando banchetti per la raccolta delle firme, attualmente giunta a superare le 300 adesioni (gli abitanti del comune sono 35mila). La petizione punta a far riaprire il tavolo delle trattative con i proprietari dei terreni, resi edificabili nel 2012, e cercare soluzioni alternative che portino a delocalizzare i progetti al di fuori del parco. “La raccolta firme prosegue molto bene – spiega al quotidiano Il Giorno Luca Bertagna, uno degli organizzatori -: non c’è ancora la formalizzazione, ma l’asticella delle 300 firme necessarie per poterla presentare in Comune dovrebbe essere stata raggiunta e superata. Ma non ci fermiamo. Stiamo ricevendo ancora molte adesioni. Tra i piani edilizi già approvati e ancora da avviare, ci sono 34mila mq di residenziale che porteranno nel parco oltre 800 abitanti e una Residenza per anziani. In totale, tra il 2008 e il 2012, sono stati approvati 400mila metri cubi di cemento: sette progetti edilizi di cui cinque ancora da realizzare”.

Peccato che queste mobilitazioni siano molto tardive, arrivando solo ora e non quando sarebbe stato possibile bloccare le tante costruzioni approvate dall’ex sindaco Alessandrini.

Segrate: la Lega del cemento

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