Nuova segnalazione di plastica sparsa
nel compost sui campi di Lacchiarella.
Ma produrre compost plastic-free si può

5 febbraio 2021. Anche questa volta è stata la segnalazione di un cittadino solerte di Lacchiarella: “Davanti casa mia hanno sparso su due campi del compost, ma c’è anche tanta plastica” ha specificato telefonando alle Sentinelle dell’Associazione Parco Sud. Queste hanno effettuato un sopralluogo e chiamato la Polizia locale, prontamente intervenuta. È stato redatto un verbale che, presumibilmente, avvierà un’indagine da parte di Arpa (Agenzia regionale protezione ambiente). L’ennesima indagine.
Già, perché non è la prima volta che succede, sempre a Lacchiarella, ma anche nei comuni limitrofi. E la ditta da cui proviene il materiale è anch’essa sempre la stessa: la Green Tech di Tainate, frazione di Noviglio.

I precedenti

Già nel gennaio 2020 avevamo segnalato un caso simile (https://www.assparcosud.org/2020/01/24/basta-plastica-nei-campi-coltivati/), questa volta nei campi in località Villamaggiore, a sud dell’Oasi di Lacchiarella. E ancora prima, nel maggio 2019, Arpa era intervenuta nell’impianto Green Tech, evidenziando “irregolarità contravvenzionali”. In merito, vi era stata anche una segnalazione del consigliere regionale Nicola Di Marco. Ora, la riproposizione del problema evidenzia che qualcosa ancora non funziona a dovere.

Viva il compost, se di qualità

Usare terriccio proveniente dal compostaggio di scarti alimentari e vegetali è una buona norma agronomica: migliora la struttura di terreni poveri di humus e ne arricchisce i contenuti di nutrienti organici. Ma se nel compost ci si trovano anche le plastiche, non va certo bene: praticamente indistruttibili agli agenti atmosferici, tendono a scolorirsi, spezzettarsi e, nel tempo, si accumulano nel terreno.
Per fermare la proliferazione di questo mix indesiderato nei campi vale la pena di agire su due fronti. Da un lato bisogna verificare le lavorazioni di Green Tech, l’azienda autorizzata al recupero di rifiuti non pericolosi, che produce compost e biomassa combustibile partendo da rifiuti vegetali, principalmente sfalci e potature di provenienza urbana. Questi sacchi di plastica vengono effettivamente trinciati e separati dal loro contenuto? E la vagliatura di questo materiale in entrata viene effettuata a regola d’arte?
Il secondo fronte è quello dei comuni e della loro raccolta differenziata degli sfalci e potature. Già nel verbale di Arpa del maggio 2019 si leggeva: “Per cercare di diminuire i quantitativi di plastica inseriti nel ciclo, si propone a Città metropolitana di invitare i Comuni… a sensibilizzare gli utenti a non utilizzare sacchi di plastica, se non compostabile, per il conferimento di sfasci e potature”. Facciamo nostra tale proposta e, anzi, la specifichiamo meglio. Così come avviene per la frazione dell’umido, i Comuni devono vietare l’uso di sacchi di plastica per detti rifiuti, sostituendoli quelli di materiale compostabile o con dei bidoncini. Comprendiamo che parlare di aumento dei costi può far venire il mal di pancia a qualche sindaco o assessore, ma lasciare che la plastica si accumuli nei terreni agricoli il mal di pancia, o qualcosa di peggio, lo fa venire per davvero a tutti.

Plastica nei campi a Lacchiarella
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