Ultimo giorno dell'anno. È tempo di bilanci. Alla voce "crediti" c'è ancora l'incontro con il sindaco Pisapia, ufficialmente richiesto dall'Associazione per il Parco Sud Milano il 28 giugno 2012.
Il motivo riguarda il chiarimento sulla posizione dell’amministrazione di Milano nei confronti del Parco Sud. Ciò alla luce del voto a favore dello stralcio di 100mila mq nel territorio di Vignate del consigliere Natale Comotti (Pd), delegato a rappresentare il Comune di Milano nell'Assemblea dei sindaci del Parco del 15 giugno. Un voto assolutamente allineato a quello del Pdl e in favore della deleteria politica ambientale del presidente della Provincia, Guido Podestà.
Nonostante i numerosi solleciti, passando anche per Paolo Limonta, braccio destro di Pisapia e per la segreteria dell'assessore De Cesaris, neppure un rigo di risposta è pervenuto all’associazione per il Parco sud: anche semplicemente per sottolineare che il voto di Comotti corrisponde esattamente alla posizione del Sindaco.
Eppure, per le aree del Parco Sud della città di Milano, 40 km2 dei suoi complessivi 181,76 km 2 di superficie, al momento della revisione del Pgt della Moratti, la Giunta Pisapia aveva scelto di rendere queste aree inedificabili. Una scelta che aveva fatto ben sperare per il destino del Parco Agricolo che, per quanto gestito dalla Provincia, ha in Milano il suo maggiore rappresentante.
Com’è possibile che da almeno 5 anni si scarichi liquame nel lago di Basiglio senza fare nulla di concreto? Lo specchio d’acqua di qualche decina d’ettari, creatosi a seguito di attività di cava, è molto sensibile all’inquinamento per lo scarso ricambio d’acqua, che proviene direttamente dalla falda sotterranea.
Il filtraggio degli strati argillosi rende queste acque pulite, ricche di pesci e, complice la fitta vegetazione sulle sponde, di centinaia e migliaia di uccelli che lo rendono un paradiso per il birdwatching o, più semplicemente, per gli amanti di scorci naturalistici. Eppure, incredibilmente, questo Eden è attaccato continuamente da scarichi tossici, con consistenti morie di pesci, per la colpevole indifferenza di gran parte delle Amministrazioni deputate a difenderlo. Solo la Provincia di Milano si è attivata e ha risposto con disposizioni e diffide alle denunce di pescatori e ambientalisti - ultima quella presentata a fine dicembre da Carp Fishing e Associazione Parco Sud - ma la latitanza del Comune di Basiglio e del Comprensorio di Milano 3 rende al momento tali atti solo carta straccia.
Domani, 29 dicembre, chi orbita nella sfera del PD e di SEL, sceglierà chi mandare in Parlamento. Un po’ verbosamente vogliamo ricordare l’importanza di optare per chi, tra i candidati, ha mostrato un impegno e una sensibilità ambientale, fatto raro, ma non inesistente.
Ci sembra utile, in questo contesto, mettere sul banco degli imputati il trasporto su gomma, che incide pesantemente sul consumo di suolo e sulla qualità dell’aria.
Con ogni probabilità, per sapere se il Centro Oncologico Europeo di Umberto Veronesi sarà realizzato nel Parco Sud o fuori, dovremo attendere la primavera. La riunione svoltasi il 21 dicembre tra il Comune di Milano, Regione Lombardia, Provincia, Ente Parco Sud e Fondazione Cerba per decidere se prorogare o considerare chiusa la convenzione, ormai scaduta, è stata infatti rinviata a dopo le elezioni.
Basta sprecare territorio! È il sorprendente messaggio unitario lanciato dalle sezioni venete di Confartigianato, Confcommercio, Confindustria e Confcooperative (le coop bianche) in pagine informative acquistate in pieno periodo natalizio sulla stampa regionale. Sorprendente è il fatto che l’appello, indirizzato alla Regione Veneto, provenga da confederazioni imprenditoriali, che fin qui si sono sempre dimostrate fredde, se non addirittura in antitesi, con le tesi degli ambientalisti.
È già sulla carta, approvato dal Pgt di Milano e dalla Provincia, il progetto che ad Affori, nell’area dell’ex Paolo Pini, prevede la costruzione di palazzine di housing sociale e la sede di una nuova Asl. Un progetto che mette a rischio la sopravvivenza del Giardino degli Aromi, un’esperienza di Libero orto divenuto ormai il punto d'incontro tra persone e settori che nella metropoli sognano un contatto con la natura. Non l’orticello singolo, ma orto (anche frutteto) partecipato, dove creatività e cooperazione possono effettivamente esplorare le potenzialità umane che vanno oltre il conto in banca delle singole persone.