Parco teramo

Un’assemblea “coi piedi per terra” per progettare il Parco Teramo

Parco Teramo

 

Milano sta progettando un angolo di Parco Sud. E il merito è del Comitato per il Parco Agricolo Sud-zona Barona, sentinella storica nella tutela del territorio, che con l’ Associazione Italiana Frisbee ha organizzato venerdì 2 marzo l’Assemblea-Convegno “Coi Piedi per Terra”, con la collaborazione dell’Associazione Parco Ticinello, di Libero Laboratorio, del Comitato Genitori Scuola Ilaria Alpi, degli Orti di via Chiodi, del Distretto di Economia Solidale Rurale Parco Sud e della nostra Associazione.

Lo scopo della bella assemblea è stato quello di dare finalmente concretezza al Parco Teramo, grande polmone verde del quartiere Barona che i cittadini, in totale autogestione, hanno strappato al degrado e all’incuria e che ora necessita di essere “consolidato”, passando da una fase pionieristica a una di piena realizzazione di un parco multifunzionale. Come? Con una progettazione dal basso, da parte dei tanti attori che fruiscono l’area verde, e con le istituzioni che devono recepire le istanze e devono dare concretezza alle idee.

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Ente Parco

L’Ente Gestore del Parco Agricolo Sud Milano è la Città Metropolitana di Milano.
Il Presidente del Parco è il Sindaco della Città Metropolitana di Milano o un suo delegato.
Al comune di Milano spetta una delle due vicepresidenze.
Gli altri partecipanti al Consiglio Direttivo sono espressi dal Consiglio Metropolitano (3 membri), dall’Assemblea dei Sindaci del Parco (4 membri); sono anche presenti un rappresentante indicato dalle associazioni ambientaliste e da uno delle associazione degli agricoltori. Presenzia inoltre il Presidente dell’Assemblea dei sindaci, senza diritto di voto.


Il consiglio direttivo del Parco Agricolo Sud Milano

Presidente

Michela Palestra – Presidente del Parco Agricolo Sud Milano

Vice presidente

Rosario Pantaleo –  Consigliere del Comune di Milano

Consiglieri

Paolo Branca – Sindaco del Comune di Carpiano

Vera Cocucci – Cosigliere Metropolitano

Daniele Del Ben – Sindaco del Comune di Rosate

Paolo Festa – Sindaco del Comune di Pieve Emanuele

Ettore Fusco – Sindaco del Comune di Opera

Paolo Lozza – Rappresentante delle Associazioni degli Ambientalisti

Dario Olivero – Rappresentante delle Associazioni degli Agricoltori

Daniela Pallazzoli – Sindaco del Comune di Cusago

Beatrice Uguccioni – Cosigliere Metropolitano

 

Andrea Checchi – Presidente dell’Assemblea dei Sindaci dei 61 Comuni del Parco – Partecipa senza diritto di voto

 

libera sud ovest



Si è costituito a Noviglio

il circolo di Libera sud ovest milanese


logo ass. liberaNella sala consiliare del comune di Noviglio, lo scorso 27 febbraio si sono trovati i cittadini e le associazioni che avevano dato la loro disponibilità, nell’ambito della serata svoltasi a Noviglio il 29 novembre 2011 con la partecipazione di Giovanni Impastato, alla costituzione di un circolo dell’Associazione Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.
Il circolo è intitolato a Peppino Impastato e come prima azione si è eletto un coordinamento provvisorio che provvederà alle pratiche formali di costituzione dell’associazione e alla campagna di iscrizione al circolo.
Il coordinamento provvisorio si avvale di un rappresentante per ogni paese aderente al circolo: attualmente presenti nel coordinamento sono di Noviglio, Binasco, Basiglio, Gaggiano, Motta Visconti, Rosate, Zibido S.G. Aderiscono anche associazioni presenti sul territorio tra cui l’Associazione per il Parco Agricolo Sud Milano, Ad Gentes di Binasco, Ambiente Salute Alimentazione di Binasco, Binasco+, Comunità Cascina Contina di Rosate.
La costituzione di Libera nel sud ovest milanese vuole essere un contributo perché l’impegno dei singoli possa trovare un ulteriore strumento di azione collettiva per presidiare il nostro territorio e proteggerlo dall’infiltrazione delle organizzazioni criminali mafiose. Non dimentichiamoci che la Lombardia è la quinta Regione d’Italia per il totale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, dopo Sicilia, Campania, Calabria e Puglia, ed è terza per le aziende confiscate, dopo Sicilia e Campania).

Mobilitiamoci per una mobilità sostenibile

Mercoledì 7 marzo: Presidio contro i nuovi progetti autostradali nei campi della Lombardia per un’idea diversa di mobilità

Brebemi, Broni Mortara, Cremona -Mantova, IPB Bergamo -Treviglio- Crema, Pedemontana, Raccordo Valtrompia, Rho-Monza, TEEM, TIBRE, TOEM, Varese-Como-Lecco, Variante del Sempione, Vigevano-Malpensa…

Quando basta?
Fermiamo i signori delle autostrade prima che asfaltino anche noi!!

PRESIDIO MERCOLEDI 7 MARZO PALAZZO ASSOLOMBARDA,
VIA PANTANO 6 MILANO ore 10.00

Il prossimo lunedì si riunisce la 10° Mobility Conference: il gotha delle associazioni imprenditoriali lombarde che, sempre più povere di idee di futuro (e i dati sul perdurante declino economico della Lombardia sono lì a dimostrarlo), non fanno altro che far girare il disco rotto della cantilena autostradale. Guest stars del convegno di apertura saranno alcuni protagonisti dello scacco matto autostradale lombardo: Giuliano Asperti di Assolombarda, Franco Bassanini, Presidente Cassa Depositi e Prestiti, Guido Podestà, Roberto Formigoni e, dulcis in fundo, il ministro-banchiere-grande sponsor di Brebemi e Pedemontana: Corrado Passera

Vogliamo dar loro il benvenuto.
e dire loro che se pensano che le nuove autostrade siano così essenziali per curare l’economia lombarda malata…
…No grazie, la ricetta è sbagliata, il farmaco è scaduto!

Ormai non ci credono più nemmeno loro (http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2012-01-29/expo-autostrade-senza…), ma se lo dicono a bassa voce, certi che invece la stampa compiacente gonfierà le trombe per imbonire gli elettori-automobilisti.

Le nuove autostrade regionali, il grande feticcio dell’ultimo ventennio di politica lombarda, se realizzate tutte formerebbero un nastro lungo 800 km di doppia carreggiata a doppia o tripla corsia, a cui si aggiungono altrettanti chilometri di viabilità complementari. I costi solo per BreBeMi, TEEM, Pedemontana, hanno già superato i 10 miliardi di euro, e finora chi sta pagando sono solo i contribuenti, attraverso il debito pubblico: niente male, per quelle che avrebbero dovuto essere le prime autostrade finanziate dai privati!
Dove oggi ci sono i campi dell’agricoltura più fertile d’Italia si snoderà un deserto d’asfalto di oltre 10,000 ettari, ed almeno il doppio sarà la campagna devastata dalle cave, dai cantieri, dai capannoni, dalle lottizzazioni, dalle logistiche, dai centri commerciali che sorgeranno a ridosso di ogni svincolo.

Decine di migliaia di ettari di campi devastati, persi per sempre, per inseguire il mito della continua crescita del traffico privato e commerciale. La sola BreBeMi inietterà nel traffico di Milano una botta di 70.000 veicoli al giorno. A che pro? per imbottigliarli nel traffico del capoluogo?

Noi crediamo che per la mobilità servono altre infrastrutture, altri servizi: quelli del trasporto collettiva, che non consuma suolo, non alimenta lo smog nè la congestione da traffico. Ma per questo serve una politica meno compiacente verso le lobby, meno omertosa e complice delle ecomafie, meno succube degli interessi di collegio elettorale.
FERMIAMO LA LOBBY DELLE AUTOSTRADE LOMBARDE, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!

Legambiente Lombardia, Associazione Parco Sud Milano

Storia del Parco Sud

Parco Agricolo Sud Milano
Cenni storici

Anni ’60, prime idee

Nella cultura urbanistica milanese più avanzata si comincia ad ipotizzare la necessità di promuovere la salvaguardia della cintura di verde a sud di Milano: appare necessario da un lato porre un limite allo sviluppo disordinato della metropoli, dall’altro dotare Milano di un polmone di verde indispensabile alla sua vita. In alcuni studi del P.I.M. (Piano Intercomunale Milanese) compaiono per la prima volta alcuni orientamenti per un sistema di zone “verdi attrezzate” nel sud Milano.

 

Anni ’70, le idee si consolidano

Si infittiscono le iniziative “culturali”,  “politiche” e le prime ipotesi “pianificatorie”  che sostengono la necessità di realizzare quello che già comincia a chiamarsi “Parco Sud”. In questo periodo il concetto di “verde attrezzato” viene progressivamente sostituito da “verde agricolo”.

1983/1984, le prime spinte ambientaliste …

La cultura “verde” avanza. Un gruppo di ambientalisti si costituisce in Comitato per il Parco Sud e in tre mesi raccoglie 5.000 firme in calce ad una petizione popolare per fermare la cementificazione del territorio e per la promozione del Parco Sud.

 

1985 (6 marzo) … ottengono un risultato politico

Il Consiglio Regionale approva la legge n. 41, che inserisce il Parco Sud nell’elenco delle aree regionali protette previste dalla legge 86/83: per la prima volta il concetto di Parco Sud entra in una legge.

1985/1986 La legge di iniziativa popolare

Il Comitato per il Parco Sud, trasformatosi nel frattempo in Associazione, presenta una proposta di legge regionale istitutiva del parco e raccoglie le 5.000 firme necessarie. Il frutto di un grande lavoro tecnico e di un capillare movimento politico arriva ad essere discusso in regione.

1987 (29 gennaio), I tempi si allungano

Il Consiglio Regionale vota l’inammissibilità della proposta di legge ambientalista. Tuttavia la Giunta Regionale fa proprio l’intero progetto di legge: inizia così l’iter legislativo che, a differenza delle procedure previste per le leggi di iniziativa popolare, non potrà essere abbreviato: i tempi si dilatano e i grandi progetti speculativi nel sud Milano marciano speditamente.

1987 (17 luglio), proposta della Provincia

Anche la Provincia di Milano, attraverso un suo Comitato di Proposta, si fa promotrice di un suo progetto di legge: i suoi contenuti, sia di perimetro che di norme, sono lontanissimi dalla proposta ambientalista. E’ una sorta di “legge truffa”,  ma possiede il vantaggio di avere sponsor politici piuttosto influenti.

1990 (23 aprile), la Legge Regionale 24/90 istituisce il Parco Sud

Il Consiglio Regionale Lombardo approva la legge istitutiva del Parco Agricolo di Cintura Metropolitana Sud Milano. Il suo perimetro è ridotto rispetto alle proposte iniziali, sia perché nel frattempo l’urbanizzazione intorno a Milano si è ulteriormente sviluppata senza controllo, sia perché potenti lobbies politico-affaristiche ottengono l’esclusione dal perimetro di grandi aree agricole: due esempi eclatanti sono l’area a sud di Lacchiarella  destinata al previsto Interporto e quella a nord di Lacchiarella (il cosiddetto triangolo di 1.600.000 mq) di proprietà Edilnord – Berlusconi. Inoltre le norme tecniche consentono ai comuni di realizzare le previsioni di sviluppo contenute nei lori Piani Regolatori anche se non ancora approvati dalla Regione. La legge istitutiva del Parco non è la legge voluta dagli ambientalisti ma, ciò nonostante, costituisce una tappa fondamentale per limitare il disastro urbanistico. Essa inoltre possiede alcuni contenuti innovativi. Uno fra tutti è la presenza nell’organismo direttivo di rappresentanti delle associazioni ambientaliste e delle associazioni di agricoltori.

1991, il il P.T.C. (Piano territoriale di Coordinamento)

Come previsto dalla legge inizia il lavoro per la stesura del Piano Territoriale di Coordinamento che rappresenta lo strumento urbanistico di programmazione del territorio del parco.

1993 (ottobre)-1994 (febbraio), Adozione del P.T.C. in  Provincia, il P.T.C. arriva in Regione

Il Consiglio Provinciale di Milano “adotta” finalmente il P.T.C.: il suo contenuto, nonostante l’inserimento nel perimetro del cosiddetto triangolo di Lacchiarella, viene valutato pessimo dagli ambientalisti che comunque, in vista di un possibile miglioramento nel successivo esame in sede regionale, giudicano positivamente la sua adozione. Dopo l’esame delle osservazioni il Consiglio Provinciale “ri-adotta” definitivamente il Piano (03/02/94) e lo trasmette alla Regione.

1995 (aprile), primo atto ufficiale della Regione

La Giunta Regionale, dopo averne sostanzialmente modificato la normativa, migliorandola, adotta il nuovo testo senza esaminare le osservazioni.

1996 (marzo), due anni per effettuare le verifiche di legge!

La nuova Giunta Regionale vara il Progetto di Legge per il P.T.C. e lo trasmette al Consiglio. La V Commissione Territorio inizia il lavoro di messa a punto prima dell’esame finale da parte del Consiglio Regionale. Sono passati 24 mesi dal ricevimento degli atti. Gli ultimi 12 mesi sono serviti solo per l’esame delle osservazioni.

1997 (settembre), la fase degli scambi politici

La Commissione termina il suo lavoro. Il testo, votato quasi all’unanimità, non risolve i nodi relativi ad alcune aree (Lacchiarella, Rozzano, Peschiera, Pioltello) rimettendoli alle scelte del Consiglio.

1997 (ottobre), lo sgambetto del T.A.R.

Il T.A.R., con una sentenza stranamente rapida e sicuramente molto discutibile, accoglie un ricorso della società Edilnord e annulla l’istruttoria regionale: il P.T.C. ritorna al punto dell’adozione da parte della Provincia. La Regione, suo malgrado, è costretta a fare ricorso alla Corte Costituzionale.

1997 (dicembre), ennesima proroga delle salvaguardie

Con la Legge N° 3/98 la Regione proroga fino a fine 1999 le salvaguardie, sia sul perimetro della legge istitutiva sia su quello adottato dalla Provincia.

1998 (febbraio), ennesimo (e atipico) “gruppo di lavoro”.

Il Presidente della Giunta Regionale nomina un nuovo gruppo tecnico con il compito di modificare il Progetto di Legge per renderlo conforme alla sentenza del TAR. In pratica nessun tecnico regionale ne fa parte. Oltre a tecnici indicati dalla Provincia, formano il gruppo di lavoro tre liberi professionisti tra i quali un Consigliere Provinciale di Forza Italia di professione avvocato, abitualmente difensore di Fininvest.

1998 (2 ottobre), la Giunta Formigoni vota la delibera “provocazione”

Approvazione “nuova verifica” da parte della Giunta e trasmissione al Consiglio Regionale. Su proposta dell’Assessore competente (Nicoli Cristiani), ed in assenza di 6 assessori (tra cui G. Sala delegato all’urbanistica), la Giunta approva la relazione finale del gruppo di lavoro e la integra con pesantissimi condizionamenti al Consiglio: il completo rigetto della proposta di perimetro adottata dalla Provincia e l’invito ad accogliere tutte gli stralci di territorio richiesti dai Comuni dal 1990 a “tutt’oggi”. Ora la palla passerà al Consiglio Regionale per l’approvazione finale che ha meno di tre mesi di tempo utile per approvare la legge sul P.T.C..

1998 (19 dicembre), trattori davanti al pirellone

Associazioni ambientaliste ed agricoltori con tanto di trattori manifestano davanti al pirellone in favore del Parco Sud.

1998 (23 dicembre), quinta proroga delle salvaguardie

Il Consiglio Regionale approva per la quinta volta una legge di proroga delle salvaguardie, in questo caso di soli sette mesi. L’Assessore Nicoli dichiara di impegnarsi a far approvare rapidamente il P.T.C. nei primi mesi del nuovo anno.

1999 (marzo), siamo al ridicolo: la maggioranza fa “ostruzione” in commissione

La V commissione territorio finge di discutere il piano del parco: per ben 3 sedute consecutive il Presidente Buscemi (Forza Italia) ed il relatore di maggioranza Folli (Forza Italia) chiedono un rinvio per esaminare la documentazione. Intanto si avvicina drammaticamente la data di scadenza delle salvaguardie.

1999 (11 giugno), la Corte Costituzionale smentisce il TAR

La Corte Costituzionale smentisce il TAR: la legge quadro sui Parchi (86/83) è perfettamente legittima, e il TAR avrebbe dovuto respingere i ricorsi Edilnord.
La Giunta Formigoni estrapola alcuni passi secondari della sentenza e, dandone un’interpretazione quanto meno stravagante, decide di modificare la legge quadro.

1999 (29 luglio), Il centrodestra in Regione: regalo a Berlusconi e duro colpo ai Parchi Regionali

La maggioranza di centrodestra in Consiglio Regionale approva la legge 165 che da un lato proroga le salvaguardie fino al 31/10/99, dall’altro ne modifica i contenuti secondo i criteri della famigerata delibera di Giunta del 2/10/98. La stessa legge stabilisce che i P.T.C. dei parchi non avranno più forza di legge, bensì saranno approvati con semplice delibera di Giunta. Nulla possono le opposizioni contro la compatta arroganza della maggioranza. I Verdi e Legambiente fanno ricorso al Commissario di Governo per impedirne la ratifica.

1999 (28 agosto), la Lombardia vota leggi in contrasto con il suo stesso Statuto

Il Commissario di Governo rinvia la legge 165, poiché in contrasto con lo Statuto della regione che impone l’esame del Consiglio sulle materie di pianificazione urbanistica.

1999 (29 settembre), Formigoni si arrabbia con i suoi consiglieri

La Giunta Formigoni decide di ripresentare in Consiglio lo stesso testo di legge (165) già bocciato dal Governo ma, a causa di numerose assenze nella maggioranza, il Consiglio respinge.

1999 (21 dicembre), ci riprovano subito

Alla vigilia di Natale altra legge truffa: approvazione della L.C.R. 181 che ha gli stessi contenuti della 165 (eccetto la data di scadenza delle salvaguardie passa al 30 giugno 2000). Nuovi ricorsi al Commissario di Governo.

1999 (31 dicembre), pericolo

Scadenza delle salvaguardie.

2000 (21 gennaio), ennesimo rinvio dal Governo

Nuovo rinvio da parte del Commissario (della L.C.R. 181).

2000 (15 febbraio) Le elezioni regionali sono vicine …

Il Consiglio (con voto segreto chiesto da Lega Nord, che pochi giorni prima ha siglato l’accordo elettorale con Forza Italia) approva il nuovo testo che teoricamente accoglie i rilievi del Governo ma sostanzialmente conserva le norme originarie: si configura una sorta di “falso ideologico”. In vista delle elezioni, e con il rischio di non essere ri-candidati, i consiglieri di maggioranza mostrano grande “compattezza”.

2000 (25 febbraio), il Governo non dà prova di coraggio

Il Governo non ritiene che esistano elementi sufficienti per ricorrere in Corte Costituzionale ed approva la L.C.R. 181 (che prenderà il nome di Legge 11/2000)
La nuova Giunta regionale, una volta insediata, dovrà avviare una nuova istruttoria del P.T.C. e successivamente potrà approvarlo in totale autonomia.

2000 (agosto), a 10 anni dalla sua istituzione, il Parco Sud ha un P.T.C.

La seconta Giunta Formigoni, ai sensi della nuova legge 11/2000, approva il P.T.C. Dopo 10 anni dalla sua istituzione, il Parco Agricolo Sud Milano possiede il suo primo Piano Territoriale di Coordinamento. Il suo contenuto è stato deciso nello strettissimo riserbo delle stanze della presidenza della regione.

La lunga storia della piscina di Basiglio e i nuovi debiti del Comune

La lunga storia della piscina di Basiglio
e i nuovi debiti del Comune

subacqueoAmmonta a 6,7 milioni di euro lo stanziamento dei fondi per il programma triennale 2012-2014 a favore di opere pubbliche. È quanto deliberato dalla Giunta di Basiglio il 21 settembre scorso. Dove prende i soldi il Comune? Accendendo un mutuo di 2 milioni di euro (con termini ed ente non specificati) e vendendo proprietà del Comune (non si sa quali, né a chi) per un ammontare di 1,05 milioni (scaricate i file relativi a questa delibera di Giunta, la n. 114.
Tra queste opere, vi sono due nuovi centri sportivi (non si sa dove), che da soli si aggiudicano 3 milioni (costi non definitivi), di cui 2,5 dedicati al centro natatorio, ovvero, l’ormai mitica piscina che avrebbe dovuto essere tra gli oneri di urbanizzazione per il Piano di recupero di Cascina Vione, come riportato qui sotto, rileggendo i testi ufficiali del Comune.

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