Legge sul Consumo del Suolo
la parola al Parlamento

Il Disegno di Legge proposto dal ministro Mario Catania, il cosiddetto Salvasuoli, ha passato indenne il giudizio della Conferenza Stato Regioni, che lo ha approvato e anzi ha apportato interessanti migliorie rispetto al testo originario approvato dal Governo Monti.
Ora la parola passa al Parlamento, dove sarà interessante valutare il comportamento dei gruppi parlamentari. Anche se, con i tempi stretti di fine legislatura, c’è il serio rischio che la proposta di legge resti un tentativo nobile ma velleitario. Un po’ come in Regione Lombardia, dove la proposta di legge popolare voluta da Legambiente, depositata nel 2009 e sottoscritta da 13mila cittadini, viene brutalmente cancellata il giorno stesso della conclusione della Legislatura.

 

Legge sul Consumo del Suolo
la parola al Parlamento

Il Disegno di Legge proposto dal ministro Mario Catania, il cosiddetto Salvasuoli, ha passato indenne il giudizio della Conferenza Stato Regioni, che lo ha approvato e anzi ha apportato interessanti migliorie rispetto al testo originario approvato dal Governo Monti.
Ora la parola passa al Parlamento, dove sarà interessante valutare il comportamento dei gruppi parlamentari. Anche se, con i tempi stretti di fine legislatura, c’è il serio rischio che la proposta di legge resti un tentativo nobile ma velleitario. Un po’ come in Regione Lombardia, dove la proposta di legge popolare voluta da Legambiente, depositata nel 2009 e sottoscritta da 13mila cittadini, viene brutalmente cancellata il giorno stesso della conclusione della Legislatura.

Il nuovo testo di legge

Innanzi tutto, nella nuova versione il suolo è classificato come “bene comune e risorsa non rinnovabile che esplica funzioni e produce servizi ecosistemici”.
“Si tratta di un salto culturale e giuridico rilevantissimo – dichiara Legambiente – non privo di ricadute dirette e immediate anche per comitati e associazioni ambientaliste, basti pensare alla legittimazione a ricorrere in giudizio contro scelte urbanistiche, spesso messa in discussione dai tribunali amministrativi”.
Inoltre la legge, a differenza della versione iniziale, tutela tutti i suoli agricoli, non solo quelli definiti tali dai piani urbanistici vigenti. Si recepisce così un’osservazione fondamentale del Forum nazionale Salviamo il Paesaggio, vale a dire: il suolo interessato da una copertura agricola o forestale è tutelato, a prescindere da come è definito sulla carta.
Ulteriore miglioria sostanziale. Si stabilisce una moratoria delle urbanizzazioni per un massimo di tre anni, fino all’emanazione dei provvedimenti che indicano le soglie tollerate di nuovo consumo di suolo. Ma attenti a gioire in anticipo: sono fuori moratoria i provvedimenti edilizi e urbanistici vigenti, cioè all’interno dei Pgt comunali.
Resta anche inequivocabilmente confermato il divieto ai comuni di utilizzare le risorse derivanti da oneri di urbanizzazione per la copertura di spese correnti: dato non scontato viste le forti pressioni di molti Amministratori locali che perseverano nel coprire inefficienze e sprechi con la svendita dl proprio territorio.

Tempi stretti, forse troppo

Il ddl “Salvasuoli” è un testo di legge fortemente innovativo nel sistema delle tutele. Ma è pur sempre solo una proposta, ancorché predisposta dal Governo e approvata dalle Regioni.
“La decretazione d’urgenza sarebbe stata indispensabile – afferma l’urbanista Paolo Berdini, membro del consiglio nazionale del WWF – e il cipiglio decisionista sfoderato dal Governo in molte occasioni ha sobriamente lasciato il posto a un disegno di legge. Ma la vera natura del governo Monti non è certo rappresentata dal ministro Catania, quanto dall’affiatato tandem Passera-Ciaccia. Coppia inseparabile dai tempi di Banca Intesa, che sul mattone qualche cosa conosce. Soprattutto sanno che molti istituti di credito sono esposti per cifre importanti in folli proposte urbanistiche, che sarebbero saltate se si fosse percorsa la strada della decretazione d’urgenza”.

legge consumo suolo 2

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