Locate, l’outlet di campagna
una realtà quasi al via

Ormai quasi tutti i tasselli hanno trovato il loro incastro: l’accordo di programma tra Regione, Provincia, Ente Parco e Comune di Locate è concluso. Il grande outlet di campagna -un’area di 305.000 mq, di cui 172.000 su una superficie ex industriale, mentre i restanti 133.000 si sviluppano su un’area agricola all’interno del Parco Sud, che dovrebbe diventare verde a servizi- ha ben poche probabilità di non essere costruito. Incuranti della crisi economica, della disponibilità sovrabbondante di centri commerciali di ogni dimensione e genere, del consumo di suolo che macina terreno al ritmo di 8 mq al secondo (dati Ispra), al posto del grano e del mais, verrà seminato inutile cemento nel nostro Parco.


Locate, l’outlet di campagna
una realtà quasi al via

Ormai quasi tutti i tasselli hanno trovato il loro incastro: l’accordo di programma tra Regione, Provincia, Ente Parco e Comune di Locate è concluso. Il grande outlet di campagna -un’area di 305.000 mq, di cui 172.000 su una superficie ex industriale, mentre i restanti 133.000 si sviluppano su un’area agricola all’interno del Parco Sud, che dovrebbe diventare verde a servizi- ha ben poche probabilità di non essere costruito. Incuranti della crisi economica, della disponibilità sovrabbondante di centri commerciali di ogni dimensione e genere, del consumo di suolo che macina terreno al ritmo di 8 mq al secondo (dati Ispra), al posto del grano e del mais, verrà seminato inutile cemento nel nostro Parco. Per di più in un’area classificata tra i “territori agricoli di cintura metropolitana” (art. 25), che “per la loro collocazione, compattezza e continuità e per l’alto livello di produttività, sono destinate all’esercizio ed alla conservazione delle funzioni agricolo‑produttive, assunte quale settore strategico primario per la caratterizzazione e la qualificazione del parco”. Di più: secondo il nuovo Piano Territoriale Regionale, l’area appartiene al paesaggio della fascia della bassa pianura i cui paesaggi “vanno tutelati rispettandone la straordinaria tessitura storica e la condizione agricola altamente produttiva”.

Soldi, soldi, soldi

Consumo di suolo, campagna sottratta agli agricoltori, viabilità al collasso e forte inquinamento ambientale in uno degli ultimi polmoni verdi, sotto tutela, della provincia milanese? Echissenefrega!!! hanno detto tutti i protagonisti. La Provincia, in particolare l’ex assessore al Territorio, il Pdl Fabio Altitonante, ora consigliere regionale, ha avuto modo di dichiarare che “si tratta di un piano di riqualificazione le cui ricadute saranno positive: al Parco andrà un milione di euro, verranno piantumati 940 alberi e verranno recuperate aree da mantenere agricole”. In difesa dell’outlet, ovviamente, si schiera anche il sindaco di Locate Triulzi, Severino Preli (Pd): “Non capisco gli ambientalisti. Grazie a questo progetto recuperiamo 122mila metri quadrati che saranno restituiti al Parco. Il traffico veicolare poi, se è vero che aumenterà, ci sarà principalmente il sabato e la domenica. Qui si tratta di portare circa 500 posti di lavoro su cui avranno precedenza i locatesi”.
Sulla questione del lavoro, però, la Confcommercio Milano sostiene che: “Questa realtà avrà un impatto negativo molto forte anche sull’economia locale: molti negozianti e commercianti di quartiere entreranno in difficoltà. Quando faremo conto dei danni rispetto ai benefici, ci accorgeremo che non ne sarà valsa la pena”.
Ma l’insensato progetto prosegue. E ormai pare impossibile fermarlo, anche perché il denaro fa gola: 25 milioni di euro di oneri di urbanizzazione al Comune, 1 milione all’Ente Parco e altri soldi  alle imprese che devasteranno il territorio per sfondarlo con strade che arrivino fino all’outlet in piena campagna.
L’ultima spes rimane la Soprintendenza, da noi interpellata insieme a Italia Nostra Sud Est Milano, a cui abbiamo chiesto che le tutele esistenti sull’area -dove vi è anche un antico santuario dedicato alla Madonna della Fontana- non siano solo sulla carta.

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