Partono i primi 12 comuni,
tutti dell’area sud-ovest,
per il riconoscimento
di Riserva della Biosfera
Partono in 12 comuni -sui 61 del Parco- per ottenere il riconoscimento di Riserva della Biosfera dell’Unesco. Il patrimonio da salvaguardare, per la prima volta nella storia, sarà l’agricoltura. Infatti, la domanda di “ingresso” tra le aree patrimonio dell’umanità si basa sulla “valorizzazione e salvaguardia dell’agro-ecosistema locale” ovvero la sua agricoltura, la sua storia rurale, la sua biodiversità così peculiare. E sarà quindi merito dell’iniziativa di questi 12 comuni (potrebbero arrivare a 13, poiché Basiglio, sul filo di lana, ha proposto la propria candidatura) –Albairate, Buccinasco, Cisliano, Corsico, Cesano Boscone, Cusago, Gaggiano, Gudo Visconti, Rosate, Vermezzo, Zelo Surrigone, Zibido San Giacomo– se una porzione del Parco, circa 141 kmq su 470 totali, riuscirà ad ottenere il riconoscimento di Riserva della Biosfera (qualifica internazionale assegnata dall’Unesco per la conservazione e la protezione dell’ambiente all’interno del programma sull’Uomo e la biosfera MAB -Man and Biosphere) per queste sue specificità.
Partono i primi 12 comuni,
tutti dell’area sud-ovest,
per il riconoscimento
di Riserva della Biosfera
Partono in 12 comuni -sui 61 del Parco- per ottenere il riconoscimento di Riserva della Biosfera dell’Unesco. Il patrimonio da salvaguardare, per la prima volta nella storia, sarà l’agricoltura. Infatti, la domanda di “ingresso” tra le aree patrimonio dell’umanità si basa sulla “valorizzazione e salvaguardia dell’agro-ecosistema locale” ovvero la sua agricoltura, la sua storia rurale, la sua biodiversità così peculiare. E sarà quindi merito dell’iniziativa di questi 12 comuni (potrebbero arrivare a 13, poiché Basiglio, sul filo di lana, ha proposto la propria candidatura) –Albairate, Buccinasco, Cisliano, Corsico, Cesano Boscone, Cusago, Gaggiano, Gudo Visconti, Rosate, Vermezzo, Zelo Surrigone, Zibido San Giacomo– se una porzione del Parco, circa 141 kmq su 470 totali, riuscirà ad ottenere il riconoscimento di Riserva della Biosfera (qualifica internazionale assegnata dall’Unesco per la conservazione e la protezione dell’ambiente all’interno del programma sull’Uomo e la biosfera MAB -Man and Biosphere) per queste sue specificità.
L’impegno è quello di conservare ecosistemi naturali e semi-naturali, attivare aree di dimostrazione dello sviluppo sostenibile e di offrire supporto logistico per ricevere visitatori, fornendo educazione ambientale e favorendo scambi di esperienze. In particolare occorre che almeno il 5% del territorio sia costituito da riserva integrale, circondata da un’area con funzione di “cuscinetto” e da un’area esterna di transizione verso il resto del territorio, dedicata prevalentemente all’agricoltura. Senza attivare nuovi vincoli, è possibile basarsi sulla situazione esistente, impegnandosi a conservare le risorse naturali nell’ottica dello sviluppo sostenibile, come è indispensabile fare per preservare il nostro pianeta in un corretto rapporto tra uomo e natura.
La mappa dell’area dei 12 comuni del Parco sud
L’iter del progetto Milano-Ticino
La stesura del progetto -denominato Corridoio Milano-Ticino- è stata affidata a Graia, società esperta nella progettazione di reti ecologiche, gestione di aree protette, opere di ingegneria naturalistica, VAS, che collabora anche con il Cnr e l’Irsa (Istituto di ricerca sulle acque).
Come proseguirà quindi, l’avventura per ottenere tale riconoscimento? Entro fine mese il dossier del progetto sarà inviato al Ministero dell’Ambiente, che, dopo le vericiche, dovrebbe inoltrare la richiesta all’Unesco. Poi, secondo quanto testimoniatoci dal Comune di Albairate, capofila dell’iniziativa, ci sarà da attendere circa un anno per il riscontro.
Siamo ottimisti: il riconoscimento di riserva della biosfera è già stato ottenuto negli scorsi anni dal Parco del Ticino e, attualmente, sono otto le Riserve in Italia, su un totale di 250 aree in Europa.
L’area più meritevole del Parco non è rappresentata
Per concludere, dobbiamo evidenziare che i Comuni del Sud Ovest del Parco non sono nuovi a iniziative di difesa del loro patrimonio: quando ci fu la mobilitazione contro la Toem (tangenziale ovest esterna di Milano) un ventina di sindaci, insieme agli ambientalisti (l’Associazione per il Parco sud Milano, Legambiente ecc) e ai comitati locali, unirono le loro forze per contrastare il progetto che avrebbe devastato (come sta succedendo ora per la Tem, a est del Parco) le loro terre. E Guido Podestà fece marcia indietro.
Ora, l’area sud ovest del Parco non ha più neanche un rappresentante nel direttivo. Lo scorso 9 luglio, l’Assemblea dei Sindaci del Parco ha votato contro!
“L’Assemblea dei sindaci è stata convocata a ‘giochi fatti’, cioè a nomine già decise preventivamente -dichiarano Luigi Alberto Tarantola, sindaco di Albairate e Paola Tedoldi, sindaco di Gudo Visconti -. Con il sostegno di altri comuni, abbiamo contestato questo metodo e poi sostenuto la nomina alternativa di Nadia Verduci (neo sindaco di Noviglio), affinché il territorio del Sud Ovest Milanese potesse continuare ad avere un proprio rappresentante in seno all’Assemblea dei sindaci del Parco Agricolo Sud Milano.
È emerso con chiarezza il solito metodo delle nomine decise a priori in altre sedi dai partiti e poi calate dall’alto a scapito degli interessi del territorio per sostituire: il dimissionario Claudio Mazzola (sindaco comune di Paullo) con Lidia Maria Rozzoni (sindaco di Pantigliate); Javier Miera (vice presidente dell’Assemblea e sindaco uscente di Noviglio) con Giovanni Carriello (sindaco di Colturano); Massimo D’Avolio (presidente dell’Assemblea) con Andrea Checchi (sindaco di San Donato Milanese).
Il sindaco di Noviglio alla fine ha solo ottenuto undici voti a favore, un risultato non sufficiente ma comunque significativo perché dimostra che almeno undici sindaci hanno ragionato con la propria testa non accettando supinamente decisioni prese a priori dai partiti”.
“Resta la gravità del fatto che adesso -conclude Tarantola- una porzione del territorio milanese (pregiata, ricca di verde e acque) non ha più un rappresentante nel Parco Agricolo. Un rappresentante che invece sarebbe stato fondamentale anche a fronte dei continui tentativi di realizzare in questa area infrastrutture di grande impatto ambientale e spesso inutili come delle nuove tangenziali. La politica dovrebbe essere a servizio del territorio e non viceversa. Per questa ragione non si esclude la possibile formazione di coordinamenti civici autonomi tra le amministrazioni comunali disponibili, affinché si possa agire partendo sempre dal basso e nell’esclusivo interesse del territorio senza subire la pressione della politica”.
Come non dargli ragione? Anche l’Associazione per il Parco Sud Milano ha molto polemizzato su come si è mosso il PD ma, ancora una volta, inutilmente.