Densissima colata di cemento:
1,3 milioni di mq in area Milano ovest
Il Comune incassa l’8% del valore
del costruito contro il 30% di Monaco

Sempre più densa sempre più cementificata. È il destino ineluttabile di Milano. Grazie anche al fatto che si svendono territori rilasciando concessioni edilizie a prezzi stracciati, con esorbitanti ritorni per le immobiliari: il Comune incassa solo l’8% del valore del costruito mentre a Monaco di Baviera l’amministrazione ne ricava circa il 30%(dati Istituto Nazionale Urbanistica – INU).
Una premessa necessaria, considerato che, al di là del chiedersi se vi fosse un’effettiva necessità di tutti questi mega quartieri, con i progetti edilizi in corso, nella sola area a ovest di Milano saranno coinvolti 1,3 milioni di mq a verde. Oltre al lotto -a nord ovest- di Cascina Merlata, collegato a Expo e che ingloberà 8mila abitanti su una superficie di circa 550mila mq, nel sud ovest sono in fase di completamento altri due imponenti progetti: qui ha già preso corpo il lotto Calchi Taeggi, Bisceglie, F.lli Zoia, Cascina Linterno, che si estende su una superficie di 405.340 mq (l’area è nota per la questione dell’inquinamento del suolo e delle acque, intoppo poi superato con il classico “il fatto non sussiste” del giudice); attualmente è in fase di edificazione il progetto che coinvolge le vie Parri e Nitti, sviluppato su un’area di 342mila mq. Si tratta di insediamenti tra loro contigui, che trovano spazio in aree totalmente a verde (che in parte rimarrà tale), a ridosso del Parco delle Cave e del Parco dei Fontanili (ambedue all’interno del Parco Sud). Pomposamente chiamato “parco occidentale” dalle immobiliari proponenti, nel complesso, i due lotti dovrebbe accogliere circa 8/9mila abitanti.

Densissima colata di cemento:
1,3 milioni di mq in area Milano ovest

Il Comune incassa l’8% del valore
del costruito contro il 30% di Monaco

Sempre più densa sempre più cementificata. È il destino ineluttabile di Milano. Grazie anche al fatto che si svendono territori rilasciando concessioni edilizie a prezzi stracciati, con esorbitanti ritorni per le immobiliari: il Comune incassa solo l’8% del valore del costruito mentre a Monaco di Baviera l’amministrazione ne ricava circa il 30% (dati 2013 Istituto Nazionale Urbanistica – INU).
Una premessa necessaria, considerato che, al di là del chiedersi se vi fosse un’effettiva necessità di tutti questi mega quartieri, con i progetti edilizi in corso, nella sola area a ovest di Milano saranno coinvolti 1,3 milioni di mq a verde. Oltre al lotto -a nord ovest- di Cascina Merlata, collegato a Expo e che ingloberà 8mila abitanti su una superficie di circa 550mila mq, nel sud ovest sono in fase di completamento altri due imponenti progetti: qui ha già preso corpo il lotto Calchi Taeggi, Bisceglie, F.lli Zoia, Cascina Linterno, che si estende su una superficie di 405.340 mq (l’area è nota per la questione dell’inquinamento del suolo e delle acque, intoppo poi superato con il classico “il fatto non sussiste” del giudice); attualmente è in fase di edificazione il progetto che coinvolge le vie Parri e Nitti, sviluppato su un’area di 342mila mq. Si tratta di insediamenti tra loro contigui, che trovano spazio in aree totalmente a verde (che in parte rimarrà tale), a ridosso del Parco delle Cave e del Parco dei Fontanili (ambedue all’interno del Parco Sud). Pomposamente chiamato “parco occidentale” dalle immobiliari proponenti, nel complesso, i due lotti dovrebbe accogliere circa 8/9mila abitanti. Va evidenziato che i progetti sono di antica data, con Piani integrati di intervento già formalizzati nel 2008, ai tempi della giunta Moratti, e probabilmente (?) “digeriti” a forza dall’attuale giunta. Di chiunque sia l’ok finale, il risultato è che andiamo a urbanizzare 1,300 milioni di mq a costi irrisori per gli immobiliaristi. E a dirlo, lo scorso 28 ottobre, è stato Daniel Modigliani, presidente dell’Inu Lazio: “Il nostro sistema è incredibilmente sbilanciato sul guadagno privato piuttosto che sul ritorno pubblico”!  

Terre cementificate per un piatto di euro

Questa enorme massa di cemento che si riversa a ridosso del Parco Sud (ma sappiamo che gli appetiti degli immobiliari sono insaziabili) nell’area ovest di Milano è un vera strage di terra verde. La ciliegina è che una minima parte degli oneri di urbanizzazione (già versati nel 2008) verranno utilizzati per recuperare Cascina Linterno, ritenuta tradizionalmente residenza estiva di Francesco Petrarca tra il 1353 e il 1361. Il tetto di spesa è già stato fissato: un milione di euro dal piano integrato Calchi-Taeggi (contributo con oneri di urbanizzazione) e cinquecentomila euro, parte del contributo assegnato dalla fondazione Cariplo nell’ambito del progetto del distretto agricolo e culturale milanese.
Ma resta il fatto che, con oneri di urbanizzazione così bassi, si continuerà a cementificare senza senno e senza neppure ritorni economici per la collettività, arricchendo invece spropositatamente le immobiliari. Ecco alcuni dati dello studio presentato il 28 ottobre 2013 dall’Istituto nazionale di urbanistica del Lazio: in Italia gli oneri di urbanizzazione vanno dai 98 euro al metro quadro di Bologna fino ai 480 di Firenze. Milano invece si attesta sui 244. Confrontata con la taxe d’aménagment di Parigi, 748 euro che calano a 660 fuori l’area de l’Ile de France. Paragonando le percentuali degli introiti comunali che derivano dal valore del costruito, si scopre che a Monaco di Baviera la quota si aggira sui 30 punti percentuali, mentre Milano ha un tetto massimo dell’8% e Roma del 7%. Un evidente favore ai privati.
Leggete cosa dichiara a Il Fatto quotidiano il presidente Inu Lazio: Quello che manca è il beneficio per la collettività: dai servizi alle infrastrutture. Un do ut des sbilanciato verso i costruttori. “Una situazione insostenibile. Socialmente si scarica il finanziamento dei Comuni sulle famiglie attraverso l’Imu“. Già nel 1995 l’ente nazionale suggeriva di “finanziare la città pubblica attraverso i plusvalori creati dalla trasformazione urbana”.
Siamo nel 2013 e la cementificazione continua incessantemente a coprire l’Italia. In Lombardia la colata avanza al ritmo di 117 mq al giorno (dall’Osservatorio Nazionale sul Consumo di Suolo – ONCS). Oneri più consoni risanerebbero i bilanci dei Comuni. Inoltre, i costi più elevati per le immobiliari, metterebbero un freno al consumo del suolo. A quando una legge dignitosa su questo fondamentale tema?

 

Densissima colata di cemento: 1,3 milioni di mq nell’area ovest della città Il Comune incassa l’8% del valore del costruito contro il 30% di Monaco

2 pensieri su “Densissima colata di cemento: 1,3 milioni di mq nell’area ovest della città Il Comune incassa l’8% del valore del costruito contro il 30% di Monaco

  • 12 Febbraio 2020 alle 17:26
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    Da quando ho insegnato Pianificazione e programmazione del territorio a Palermo ho sempre fatto le mie lezioni iniziali con riferimento alla rendita fondiaria ed edilizia del mercato privato delle aree edificabili e di quelle in attesa di rendita.
    E poi con riferimento agli oneri urbanizzativi e ai costi di costruzione, tutti molto ridicoli perchè la rendita deve essere garantita ai costruttori speculatori, spesso collegati alle Mafie. Non so se ricordate il famoso sacco di Palermo.
    Così fatto il “favore” la politica si attende il “compenso”, che si chiama Corruzione o addirittura connivenza con le Mafie.
    Tralasciamo il grande impatto ambientale delle espansioni urbanizzative e il loro frazionamento dei territori agricoli e potenzialmente naturalistici, conosciuto come Consumo di Suolo.
    Questa è la politica storica di Milano già dai tempi di Berlusconi Costruttore edile e purtroppo continua ancora ai nostri giorni. I governi di destra non si smentiscono ma purtroppo anche a Roma quelli di sinistra con Veltroni hanno i loro scheletri nell’armadio, ma eravamo già in epoca di Urbanistica “concertata” ma sempre a vantaggio dei privati.
    Quando saremo in grado di abbandonare la desueta Urbanistica e approdare alla Pianificazione e programmazione del territorio, ai vari livelli istituzionali, in rapporto diretto con la Politica e la Partecipazione pubblica ai processi decisionali? Ben oltre la delega di voto.
    Ma purtroppo questa riforma istituzionale, strutturale e strategica, per tutti gli aspetti collegati al ruolo alle scelte decisionali politiche per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dei processi di utilizzo delle risorse umane e naturali, materiali e immateriali, non risulta mai nelle Agende politiche programmatiche di nessun governo nazionale e regionale, laddove le Autonomie lo potrebbero permettere.

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  • 16 Febbraio 2020 alle 18:29
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    Ci si deve rassegnare a questo destino? come è possibile da parte dei cittadini contrastare la cementificazione selvaggia?
    BISOGNA assolutamente attivarsi per difendere le aree verdi.
    Non è più possibile tollerare sindaci che si dichiarano “green” e che poi permettono la devastazione del territorio.

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