L’incubo di 14 corsie sotto casa:
il comitato pro interramento Rho-Monza
dona a Maroni&Co. ceri votivi e bussole

“Andiamo avanti!”. È stata questa la decisione, presa all’unanimità dei circa 150 presenti all’assemblea pubblica lo scorso dicembre, che hanno votato a favore della posizione del Comitato Cittadini per l’Interramento della Rho-Monza (Ccirm) di ricorrere al Consiglio di Stato, in seguito alla sentenza del Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Lombardia, che ha respinto il ricorso del Comitato, presentato con un gruppo di cittadini e Legambiente. E per sottolineare che sono sempre in fermamente decisi a fermare il ‘mostro’ a 14 corsie (nella foto una ssimulazione) hanno ideato un’iniziativa volta a tenere vivo l’interesse dei cittadini e dei media sul tema, in questi giorni hanno inviato a Maroni, Lupi e Sarni (amministratore delegato Serravalle-Milano Tangenziali) ceri e bussole, accompagnati da missive in cui si…

L’incubo di 14 corsie sotto casa:
il comitato pro interramento Rho-Monza
dona a Maroni&Co. ceri votivi e bussole

 

Tre ceri votivi e una bussola sono stati spediti dal Comitato Cittadini per l’Interramento della Rho-Monza (Ccirm) alle alte sfere della Regione Lombardia, della Milano-Serravalle e del ministero dei Trasporti. Al governatore Maroni sarà recapitato un lumino votivo accompagnato da una breve lettera: “Non è difficile immaginare l’ansia e la preoccupazione, con Expo incombente, che continua a procurarle la vicenda Rho-Monza. A lei, dottor Maroni, al ministro Lupi e al commissario Sala non resta che pregare e accendere un cero, che le forniamo con piacere”. La bussola è invece riservata a Massimo Sarni, amministratore delegato di Milano Serravalle-Milano Tangenziali. Anch’essa accompagnata da una breve missiva “uno strumento semplice, ma prezioso, che sarà utile al per pilotare questa ultima e frenetica corsa”.
È questo l’ultimo espediente del Ccrim per sottolineare l’impegno affinché il tracciato autostradale (nella foto una simulazione) venga interrato in difesa della salute e dell’ambiente. “È da circa sette anni -spiegano dal Comitato- che lottiamo contro il ‘mostro’ a 14 corsie e per l’interramento della Rho-Monza sul territorio di Paderno Dugnano. Se non avessimo intrapreso questa iniziativa  avremmo già in mezzo a noi l’autostrada a pochi metri dalle case, dalle scuole e dagli oratori”.
I cittadini e il Ccirm, infatti, non si oppongono all’opera tout court (spesso vengono accusati di essere nimby), ma al tratto più critico, quello che attraversa Paderno Dugnano (1.850 metri): chiedono che sia realizzato in galleria con i criteri moderni utilizzati oggi in tutto il mondo (gli esempi sono innumerevoli), ma anche vicino al luogo del progetto Rho-Monza, come il recentissimo tunnel di San Fruttuoso.

Nonostante il Tar abbia respinto il ricorso, si prosegue

“Andiamo avanti!”. È stata questa la decisione, presa all’unanimità dei circa 150 presenti all’assemblea pubblica lo scorso dicembre, che hanno votato a favore della posizione del Ccirm di ricorrere al Consiglio di Stato, in seguito alla sentenza del Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Lombardia, che ha respinto il ricorso del Comitato, presentato con un gruppo di cittadini e Legambiente.

Qualche dettaglio in più può servire a ricordare i contorni della vicenda
Il progetto esecutivo di Serravalle, avallato dalla ex Provincia di Milano, dalla Regione, dal ministero delle Infrastrutture e da quello dell’Ambiente (in questo caso con qualche distinguo e osservazione), prevede una autostrada a cielo aperto che, nel tratto in affiancamento alla attuale Milano-Meda, oggetto di prossima riqualificazione anch’essa (passando dalle attuali due corsie a tre), darà origine a 14 corsie, a pochi metri (reali, non in senso figurato) da abitazioni, scuole e da un centro pediatrico. Il problema è aggravato dal fatto che, in questo medesimo tratto, è prevista la costruzione di una galleria fonica della lunghezza di 250 metri che, non prevedendo il convogliamento e il trattamento dei fumi, trasformerà la zona, in prossimità delle due uscite, in una camera a gas per la concentrazione di inquinanti che qui si formeranno.
Dopo molte battaglie, manifestazioni, assemblee pubbliche, ma soprattutto proposte concrete alternative dei tecnici del comitato, a dicembre 2011 il Consiglio provinciale di Milano all’unanimità aveva votato una mozione che impegnava la Giunta a riconsiderare il progetto sotto il profilo dell’interramento. Stessa mozione unanime venne votata in Consiglio regionale a giugno 2013. Poi arriva il decreto Letta “del fare” a luglio 2013, che include tra le priorità Expo 2015. Dentro il pacchetto Expo c’è anche la Rho-Monza e la storia che c’era stata fino a quel momento viene cancellata con un colpo di spugna.
A questo punto (agosto/settembre 2013) esplode la reazione popolare ed inizia una nuova fase di protesta dal basso, con “pentolate”, manifestazioni varie e assemblee pubbliche che vengono riprese dagli organi di informazione.
A marzo 2014 vengono raccolti circa 20mila euro in poco più di un mese per presentare ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar).
A luglio 2014, nonostante Serravalle dichiari ufficialmente l’impossibilità di realizzare l’opera per Expo, inizia la devastazione del territorio.
Ed inizia anche il balletto dei piani provvisori per garantire l’accesso a Expo 2015. Nel corso dell’udienza al Tar del 7 ottobre viene annunciata con enfasi l’ultima versione di un piano definito B. Ancora oggi non è dato conoscere di cosa si tratti; e non solo ai cittadini, ma nemmeno ai parlamentari (M5s e Pd) che ripetutamente hanno fatto richiesta di accesso agli atti. Riteniamo questo fatto inaccettabile e ancora una volta contrario alle regole della trasparenza e democrazia.
Con questi precedenti e in questo contesto il Tar respinge il ricorso. Il Comitato ritiene le motivazioni del dispositivo della sentenza sostanzialmente superficiali e non supportate da adeguate e puntuali analisi degli argomenti oggetto di contestazione: da qui la decisione di proseguire nel percorso giudiziario. “Non per interessi personali, ma per difendere ciò che i cittadini ritengono giusto e cioè la tutela e la salvaguardia della salute, dell’ambiente e del territorio; per opporsi alle imposizioni e prevaricazioni arroganti, irragionevoli e miopi di istituzioni che dimenticano perfino le basi elementari della democrazia rappresentativa -spiegano dal Comitato-. La questione della Rho-Monza diventa una battaglia di ideali irrinunciabili e la partita verrà giocata fino all’ultimo minuto con la determinazione, che si esprimerà a tutti i livelli, per vincerla. Andare avanti significa affrontare ulteriori spese per il nuovo (e definitivo) grado di giudizio. Siamo certi che i cittadini sapranno rispondere in modo adeguato a questa nuova sfida ideale, impegnandosi nella raccolta fondi che si renderà necessaria e ci auguriamo che anche i mezzi di comunicazione possano dare adeguato spazio a questa iniziativa”. Per saperne di più e per sostenere il Ccirm entra qui.

L’associazione per il Parco Sud Milano (Rho è un comune del Parco) non può che condividere e sostenere le posizioni del Comitato.

 

L’incubo di 14 corsie sotto casa: il comitato pro interramento Rho-Monza dona a Maroni&Co. ceri votivi e bussole

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