Cassina de’ Pecchi “dona” al Parco
un territorio di 138mila mq
Altri Comuni ci avevano provato, ma…

Il Parco agricolo, anziché cedere terreno, ne riceve! Quelli di Cassina Domani, lista Civica capitanata da Massimo Mandelli, lo avevano messo nero su bianco nel loro programma elettorale:”la valorizzazione del Parco Agricolo è una nostra priorità. Spingeremo per una realizzazione di un Punto Parco, per un piano di riqualificazione della Cascina Bindellera, per la promozione di iniziative tipo ‘Via lattea in Martesana’, per la creazione di un museo delle tradizioni rurali”. Così, dopo la vittoria alle amministrative del maggio 2014, che ha messo la parola fine all’era del sindaco leghista Claudio D’Amico, dimessosi nel settembre 2013 in seguito alla bocciatura del suo Piano di governo del territorio (PGT) a forte vocazione al cemento, la nuova giunta ha rimesso mano al PGT e, tra gli elementi di maggiore rilievo, ha deciso di presentare al Direttivo del Parco Agricolo Sud Milano una proposta di “ampliamento della perimetrazione del Parco articolata in tre ambiti, collocati tra l’abitato di Cassina de’ Pecchi, la Frazione di Sant’Agata e l’attuale confine del Parco, per una superficie complessiva di 138.000 mq”.
Insieme a questo “dono”, la nuova giunta ha anche cancellato dal PGT “costruito” dall’ex sindaco D’Amico…

Cassina de’ Pecchi “dona” al Parco
un territorio di 138mila mq
Altri Comuni ci avevano provato, ma…

Il Parco agricolo, anziché cedere terreno, ne riceve! Quelli di Cassina Domani, lista Civica capitanata da Massimo Mandelli, lo avevano messo nero su bianco nel loro programma elettorale:”la valorizzazione del Parco Agricolo è una nostra priorità. Spingeremo per una realizzazione di un Punto Parco, per un piano di riqualificazione della Cascina Bindellera, per la promozione di iniziative tipo ‘Via lattea in Martesana’, per la creazione di un museo delle tradizioni rurali”. Così, dopo la vittoria alle amministrative del maggio 2014, che ha messo la parola fine all’era del sindaco leghista Claudio D’Amico, dimessosi nel settembre 2013 in seguito alla bocciatura del suo Piano di governo del territorio (PGT) a forte vocazione al cemento, la nuova giunta ha rimesso mano al PGT e, tra gli elementi di maggiore rilievo, ha deciso di presentare al Direttivo del Parco Agricolo Sud Milano una proposta di “ampliamento della perimetrazione del Parco articolata in tre ambiti, collocati tra l’abitato di Cassina de’ Pecchi, la Frazione di Sant’Agata e l’attuale confine del Parco, per una superficie complessiva di 138.000 mq”.
Insieme a questo “dono”, la nuova giunta ha anche cancellato dal PGT “costruito” dall’ex sindaco D’Amico 20 aree di trasformazioni urbanistiche, di cui 16 residenziali, per una superficie totale di 752.000 mq, pari a quasi il 20% della superficie comunale non protetta dal Parco.
Le “criticità” del Piano di governo del territorio, in particolare legate  all’elevato consumo di suolo, alla parcellizzazione delle aree agricole e all’eccessivo incremento della popolazione, erano state evidenziate dalle 101 osservazioni presentate da associazioni, comitati e cittadini, ma anche sottolineate da Regione, Provincia ed Ente Parco Sud (che pure, su pressione di D’Amico, aveva dato l’ok ai 75mila mq di aree del Parco da trasformare in un mega centro sportivo).

Il precedente tentato “dono” di Corsico

Il comune di Corsico, ai tempi della stesura del PGT, ed eravamo a luglio del 2012, decide di rinunciare a urbanizzare un’area agricola di 15 ettari per inserirla nel Parco Sud: “Certo -precisava l’allora assessore all’urbanistica Emilio Guastamacchia- non è facile fare queste scelte quando gli oneri di urbanizzazione sono l’unica strada per far sopravvivere il bilancio del proprio Comune, ma occorre qualche sacrificio e una razionalizzazione della spesa pubblica per evitare di generare una eccessiva dipendenza  dagli oneri di urbanizzazione”. Corsico ufficializza questa decisione anche perché è conscia del suo livello di urbanizzazione: infatti, il territorio di questo Comune è già ricoperto da edifici e strade per l’86,7% è (dati Istituto Nazionale Urbanistica, Legambiente Politecnico di Milano).
Quando però il Comune decide di passare dalla teoria alla pratica e si rivolge all’Ente Parco presieduto da Guido Podestà, si trova davanti a un muro: in un incontro sul tema, l’allora direttore Pasquale Cioffi esprime perplessità e dichiara che non ci sono norme specifiche in grado di consentire di allargare i confini del Parco! Ma come, per ridurre i confini si chiamano a raccolta tutti i comuni del Parco e per fare il percorso inverso, il direttore non sa che pesci pigliare?
Eravamo andati a leggerci il Regolamento del Parco Agricolo Sud Milano e avevamo “scoperto” che l’articolo 1, comma 5, recita così: L’Ente Gestore – su proposta del Consiglio Direttivo – può proporre alla Regione modifiche territoriali al Parco. I Comuni possono richiedere all’Ente Gestore di aderire al Parco proponendo l’inclusione in esso di propri territori in ordine alle finalità di cui all’articolo n. 2 della legge istitutiva. Proprio in questo periodo si stanno apportando delle modifiche al Regolamento, ma l’articolo 1, comma 5 rimane, secondo la bozza in nostro possesso, sostanzialmente invariato: l’Ente Gestore del Parco -su proposta del Consiglio Direttivo- può proporre alla Regione modifiche territoriali al Parco. I Comuni possono richiedere all’Ente Gestore di aderire al Parco proponendo l’inclusione in esso di propri territori. Le modifiche territoriali del Parco sono approvate con procedura stabilita dalla legge regionale  (art. 19 della l.r. 86/1983).
Strano che l’ex direttore Cioffi non abbia poi preso in considerazione questo articolo del Regolamento. Fortunatamente l’attuale direttivo sembra più orientato ad affrontare anche le situazioni positive per il Parco, come quelle di ricevere in dono territori agricoli da preservare per le generazioni future.
Oggi, 2 dicembre, il Direttivo dell’Ente Parco esaminerà la proposta presentata da Cassina de’ Pecchi e, con ogni probabilità apporrà il parere di con conformità. Resta poi da vedere quando e come si passerà alla variante del Piano territoriale di coordinamento (PTC) del Parco. L’iter non sarà breve, ma per concretizzare le cose belle vale la pena di attendere.

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