Corbetta

 

 

 

Comune dell’area ovest di Milano, conta 18.161 abitanti (dato al febbraio 2014), distribuiti tra il nucleo urbano principale e le frazioni Battuello, Castellazzo de’ Stampi, Cerello e Soriano. Il paese si estende su una superficie territoriale di circa 18 kmq, 11,01 dei quali rientrano nel perimetro del Parco Agricolo Sud Milano.
L’amministrazione comunale è retta da una lista civica, con Marco Ballarini nel ruolo di sindaco (in carica da giugno 2016).

 

Da vedere

 

Castelletto
Noto anche come Castello di Sant’Ambrogio o Castello Crociato, rappresenta l’ultimo frammento murario di una costruzione risalente al IX secolo. Probabilmente la struttura divenne proprietà degli arcivescovi di Milano a partire dall’XI secolo.
Il 29 maggio 1037, nell’ambito della guerra tra papato e impero, fu oggetto di un tentativo d’assedio da parte dell’imperatore Corrado il Salico, il quale si appressò al castello con le proprie truppe per combattere i difensori inviati dall’arcivescovo milanese Ariberto da Intimiano. Sin dai primi colpi dell’assedio si scatenò un violento temporale e apparve in cielo, secondo il racconto redatto dallo storico tedesco Wippone, la figura di Sant’Ambrogio, che intimò al sovrano di abbandonare il luogo per non incorrere in amare sconfitte. Dopo questi presagi, l’imperatore tolse l’assedio al castello e si concentrò altrove, ma il luogo fu nuovamente oggetto di devastazioni a opera di Federico Barbarossa (nel 1154) e di Federico II (nel 1239).
Si perdono poi le tracce del fortilizio sino al 1270, quando Napo Torriani ordinò alcune opere di ampliamento, proseguite poi sotto la guida di Matteo, Galeazzo, Gian Galeazzo e Filippo Maria durante le guerre del Monferrato.
Il ruolo difensivo del castello venne mantenuto con ogni probabilità sino al XVII secolo, quando, ormai obsoleto per le nuove tecniche di guerra e per la nuova situazione politica creatasi col dominio spagnolo, venne quasi completamente smantellato. Il materiale che lo costituiva venne poi reimpiegato per la costruzione delle vicine Villa Frisiani Mereghetti e Villa Borri Manzoli.
Il complesso odierno, situato in piazza Corbas, presenta solo alcune parti originarie ed è il frutto di un’opera di restauro, compiuta tra il 1941 e il 1942 a cura dell’architetto Piero Portaluppi, cui seguirono una serie di ampliamenti, realizzati tra gli anni 1959 e 1963.

 

Villa Frisiani Mereghetti
Situata in piazza del Popolo, la villa venne costruita nel 1653 per volontà di Gottardo Frisiani. Il progetto fu curato dall’architetto Francesco Maria Richini. I tre archi della facciata sono retti da doppie colonne in granito di Baveno. Il piano superiore è caratterizzato da cinque aperture poste simmetricamente. La parte posteriore, che si affaccia su quello che era uno dei più grandi giardini di Corbetta, attraversato dal fontanile Madonna, è in mattoni a vista e presenta due corpi laterali aggettanti, che chiudono la composizione. Il prestigio di questa villa ha fatto da costante richiamo per artisti e decoratori, contribuendo a renderlo, in pratica, un museo. Al suo interno si possono ammirare, infatti, soffitti a cassettoni, pavimenti lignei, pitture allegoriche, mitologie, cornici, lunette, volte, scenografie, fasce, medaglioni e gli affreschi dei fratelli Giovanni Stefano e Giuseppe Montalto e del Luini.

 

Villa Pisani Dossi
Situata in via Mussi (un tempo Contrada del Luogo Pio), fu costruita verso la metà del Quattrocento per volontà del conte Ambrogio Varese da Rosate. La dimora venne alienata dai suoi discendenti nel 1811 e passò alle famiglie Mussi e Borsani, prima di diventare, nel 1892, proprietà di Carlo Alberto Pisani Dossi, che affiancò all’attività di diplomatico l’adesione al movimento culturale milanese della scapigliatura. Nel 1898, con la scoperta dei resti della dimora quattrocentesca, Carlo Dossi provvide a sue spese al restauro dell’edificio: riaprì le finestre originarie, ricostruì il portone borchiato e il camino, con la canna fumaria sporgente dal fronte. Provvide anche a fare affrescare la facciata, rimanendo fedele, per quanto possibile, ai motivi ornamentali originali rinvenuti sotto gli intonaci.
Gli interni ospitano oggi un museo privato. Qui sono conservati reperti archeologici di notevole valore (alcuni rinvenuti dallo stesso conte durante attività di scavo condotte a Corbetta e nei territori circostanti) e la biblioteca, costituita da volumi e da documenti di varie epoche.

 

Chiesa di San Vittore Martire
Antica chiesa, le cui origini risalgono al III secolo, venne ricostruita in stile romanico nel 1037. Successivamente fu interessata da vari interventi di rifacimento, che la portarono (nel 1792) alla configurazione attuale. È quindi di stile neoclassico, su progetto dell’architetto Taglioretti. Tra il 1845 e il 1848 venne ridisegnata la facciata, a opera di Luigi Cerasoli, mentre altri interventi di una certa rilevanza riguardarono il campanile, ricostruito nel 1908, a seguito del crollo del 1902.
Grazie alla particolare posizione della città e al suo essere stata pieve di riferimento per buona parte delle parrocchie dell’ovest milanese, la chiesa ha conosciuto, nel corso della sua storia millenaria, il passaggio di molti personaggi di rilievo.
Ancora oggi San Vittore Martire continua a essere la chiesa parrocchiale di Corbetta.

 

Santuario della Beata Vergine dei Miracoli
L’edificio sacro più notevole dell’arte rinascimentale e barocca corbettese è senza dubbio questo Santuario. Costruito su un’area all’epoca periferica della città, dove sorgeva una chiesa dedicata a San Nicola, si trova oggi in pieno centro storico. Grazie ad un presunto evento miracoloso avvenuto nel 1555, la chiesa divenne il più grandioso altare mariano della città, cambiando la propria architettura in un santuario suddiviso su due livelli: quello inferiore, tuttora dedicato a San Nicola, e quello superiore (con l’immagine miracolosa ad affresco) consacrato alla Madonna.
Nel corso dei secoli, artisti del calibro di Francesco Croce, Fabio Mangone, Vincenzo Seregni, Francesco Pessina, Carlo Francesco Nuvolone, Giulio Cesare Procaccini, Giovan Battista Discepoli, Mosè Bianchi e Luigi Pellegrini Scaramuccia, detto il Perugino, hanno contribuito ad arricchirlo con le loro opere.
Il Santuario è stato oggetto di visite da parte di personalità eminenti. Tra queste, San Carlo Borromeo, che durante il suo episcopato si fece promotore del culto mariano di questo santuario presso la Santa Sede, riuscendo d ottenere la concessione dell’indulgenza annua in forma giubilare, tradizione che, ancora oggi, viene ricordata attraverso una serie di celebrazioni definite Perdono di Corbetta.

 

Villa Frisiani Olivares Ferrario
Situata in via Cattaneo e attuale sede municipale, la villa fu eretta eretta per volontà dei conti Frisiani, nel XVIII secolo. È documentata nelle mappe del Catasto Teresiano del 1721, anche se la sua struttura architettonica si distingue dalle dimore gentilizie tipiche di quel periodo. La tradizionale pianta a U presenta, infatti, ali laterali molto distanziate tra loro e di altezza eguale a quella del corpo centrale, mentre la facciata è ripartita su due piani, terreno e loggiato, con due ordini di porticati, ciascuno dotato di sette archi a tutto sesto, retti da colonne di granito alte e sottili. Numerosi elementi dell’edificio farebbero supporre che sia stato edificato sopra un convento degli Umiliati del Cinquecento. Attraverso il portico si accede al parco all’inglese voluto da Alessandro Olivares, la cui casata, nel corso dell’Ottocento, divenne proprietaria della villa. Intorno agli anni ’50 è passato alla famiglia Ferrario e, a partire dagli anni ‘80, il palazzo è diventato sede dell’amministrazione comunale, col parco adibito a spazio pubblico.
Il parco della villa ospita numerose varietà di essenze arboree ed è impreziosito da un laghetto, realizzato negli anni venti del Novecento e alimentato dal Fontanile Madonna, che scorre parallelamente al laghetto e vi si innesta attraverso delle chiuse
Qui si trova una finta grotta retta da colonne per il ricovero delle barche. Al centro del bacino è situata una splendida statua in pietra di Nettuno (di probabile origine settecentesca) con tridente in ferro, poggiante su un basamento barocco. Gran parte delle statue che adornavano il complesso naturale del parco sono andate completamente distrutte o versano in stato di degrado.
Pregevole è anche il piccolo ponticello in mattoni, che conduce all’isola costeggiando una delle due grandi colline in terriccio realizzate durante lo scavo del laghetto.
Presso la villa, nella scala che conduce al lavatoio del fontanile, si trova una statua di Atlante che sorregge la scalinata.

 

Palazzo Brentano
Fu edificato tra il 1732 e il 1737 per volontà di Carlo Giuseppe Brentano, tesoriere generale del Ducato di Milano, con l’intento di farne la propria residenza di campagna.
Progettato dall’architetto Francesco Croce (membro della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano), presenta interni impreziositi da stucchi e affreschi della metà del Settecento, opera di Giovanni Angelo Borroni, Mattia Bortoloni, Giuseppe Pellegrini, Ferdinando Porta e Giovanni Battista Sassi. All’esterno sorge, invece, il giardino con un boschetto all’inglese, dove dimorano specie rare ed esotiche.
Dopo vari passaggi di proprietà, il palazzo fu dapprima seminario dei Padri Somaschi (1937), per poi divenire, dal 1972, sede di una scuola media parificata, dedicata a San Girolamo Emiliani, fondatore dell’ordine.

 

Feste

 

  • La più importante ricorrenza cittadina è la Festa del Perdono, che si celebra il giovedì dopo Pasqua. Oltre a ospitare le bancarelle di vari artigiani e mercanti, strade e piazze del paese si colorano di numerose iniziative d’intrattenimento, tra cui spazi ludici e concerti musicali. Nell’occasione viene, inoltre, assegnato il premio Suor Michelina ai cittadini benemeriti e si svolge la fiera per lo sviluppo eco-sostenibile del territorio.
    La sera del 17 gennaio, in vari punti del paese viene allestito il tradizionale falò di Sant’Antonio Abate: una catasta di legna si accende e brucia nella notte, fino ad avvolgere tra le fiamme il fantoccio posto al vertice della pira. Un rito propiziatorio legato alla cultura contadina, che rende omaggio al santo protettore degli animali (e del maiale in particolare) con una notte all’insegna di balli, canti e tradizione culinaria.
    Prima domenica di maggio: passeggiata tra le ville storiche, a cura della pro loco. Le numerose ville storiche del paese restano aperte e visitabili per l’intera giornata.
    L’8 maggio, appuntamento con la festa patronale, dedicata a San Vittore Martire.
    Intorno al 19 marzo, in occasione della ricorrenza di San Giuseppe, si tiene la festa patronale della frazione Castellazzo de’ Stampi. Il programma delle iniziative, che generalmente si protraggono per quattro giorni, prevede, oltre ai momenti religiosi ed alla processione, che si tiene la domenica, col trasporto della statua del Santo per le vie della frazione, serate danzanti e un servizio bar e ristorante, nel parco di via Zara. Il giorno clou della festa è comunque la domenica, quando si concentrano varie manifestazioni pomeridiane: mostre di bonsai, manifestazioni sportive e bancarelle, oltre a momenti dedicati ai più piccoli, tra clown e attività didattiche legate al mondo della campagna.
Corbetta

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