Unità nella diversità
salvando il rapporto con il territorio

 

Dichiarazione congiunta delle associazioni per il Parco Sud Milano e degli Amici Parco Nord in merito alla legge regionale 28/2016 e alla intenzione di istituire un Gestore Unico di tutti i parchi dell’area metropolitana.

Le associazioni che sottoscrivono la presente dichiarazione sono, e da sempre, sostenitrici della necessità di integrare e interconnettere i parchi lombardi, ma il modo come oggi viene promossa è portatore di un evidente rischio di decadimento della qualità dei parchi, di burocratizzazione e di sradicamento dalla comunità viva dei cittadini e delle associazioni, che finora sono stati il vero motore del “miracolo” dei parchi lombardi.

La Regione Lombardia parte da una premessa condivisibile: semplificare e razionalizzare i troppi regimi di tutela delle aree protette lombarde; connetterle tra loro, creando un sistema integrato delle aree verdi; ridurre gli organi di gestione, condividere competenze e accrescere servizi. Ma questo processo viene attivato:

  • – al di fuori di una lettura…

Unità nella diversità
salvando il rapporto con il territorio

  • Dichiarazione congiunta delle associazioni per il Parco Sud Milano e degli Amici Parco Nord in merito alla legge regionale 28/2016 e alla intenzione di istituire un Gestore Unico di tutti i parchi dell’area metropolitana.


    Le associazioni che sottoscrivono la presente dichiarazione sono, e da sempre, sostenitrici della necessità di integrare e interconnettere i parchi lombardi, ma il modo come oggi viene promossa è portatore di un evidente rischio di decadimento della qualità dei parchi, di burocratizzazione e di sradicamento dalla comunità viva dei cittadini e delle associazioni, che finora sono stati il vero motore del “miracolo” dei parchi lombardi.

    La Regione Lombardia parte da una premessa condivisibile: semplificare e razionalizzare i troppi regimi di tutela delle aree protette lombarde; connetterle tra loro, creando un sistema integrato delle aree verdi; ridurre gli organi di gestione, condividere competenze e accrescere servizi. Ma questo processo viene attivato:

    • – al di fuori di una lettura seria e critica della straordinaria vicenda maturata dopo il varo della legge 86/1983 con la messa sotto tutela di ben il 20% del territorio lombardo;
  • – senza una visione strategica e senza una proposta concreta e definita;
  • stabilendo tempi e scadenze eccessivamente ristretti e senza aver sviluppato un confronto minimamente adeguato con i cittadini e con le altre istituzioni;
  • – senza coinvolgere i Comuni e le Associazioni, che hanno dato energie preziose e inesauribili e garantito cura e passione per la loro costituzione e la loro difesa.

La legge regionale esprime una volontà accentratrice e omologante. I parchi Agricolo Sud Milano e Nord Milano hanno ciascuno la propria storia e finalità, rispondono a bisogni specifici, hanno funzioni diverse, intrecciano relazioni con il proprio contesto territoriale e sociale particolare, sono il frutto delle idee urbanistiche profondamente diverse.

Il Parco Sud è un parco dove la fruizione del verde, della natura, delle abbazie e dei tanti retaggi si innesta nell’agricoltura -il Milanese è la seconda provincia agricola d’Italia- che sta profondamente riorientandosi verso l’agriturismo, il km zero e le coltivazioni biologiche, per poter meglio soddisfare le nuove esigenze dei cittadini dell’area metropolitana. Nulla a che spartire con le funzioni e le finalità del Parco Nord, un parco di fruizione che vive una condizione particolare ed estremamente interessante di parco inserito in un’area urbana densa e congestionata, proteso e ispirato ai caratteri del parco naturale.

Proporre una Governance Unica di un Parco Metropolitano unione dei due Parchi è la negazione della grande opera collettiva e intergenerazionale dei due Parchi. Di certo non si hanno apprezzabili risparmi e si allontano i Parchi dai cittadini.

Il tema fondamentale, che aspetta da anni di essere posto e adeguatamente discusso, è quello del rapporto tra i parchi e il territorio complessivo in cui essi si trovano. I parchi sono cresciuti e si sono moltiplicati, in questi decenni, ma il territorio si è parallelamente deteriorato, divorato e compromesso da uno sviluppo urbano senza limiti e senza regole condivise e rispettate.

 

Allora i parchi cosa sono, il prezzo da pagare per avere le mani libere di sfruttare, devastare e mercificare tutto il restante territorio? E ancora, ci si dovrebbe chiedere: come possono i parchi avere effetti sugli spazi urbani, ispirando pratiche economiche e politiche diverse? Quali relazioni occorre istituire tra la pianificazione generale dei Comuni, della Città Metropolitana e della Regione e la pianificazione dei Parchi?

Questi sono, e restano, i nodi che la legge avrebbe dovuto affrontare e non lo ha fatto. Senza premesse e senza obiettivi chiari, finisce che ci si avvolge in questioni artificiose o artificialmente dilatate: si vede l’albero e si nasconde la foresta.

La sede del Parco Metropolitano, cioè del Consiglio di Gestione unico, non potrà che essere baricentrica: né nel Parco Nord né nel Parco Sud, lontana quindi da entrambi. Questa della lontananza comporterà la sostanziale estraneità della cabina di comando dai territori: problema che ha condizionato negativamente il Parco Sud dalla sua istituzione, mentre, di converso, la scelta di superare una identica situazione, nella quale si trovava fino a metà degli anni ’90 il Parco Nord, ha liberato lo sviluppo e la fioritura di questo parco. Non è la stessa cosa stare, lavorare e vivere nel Parco o vedere le cose da lontano.

L’accentramento della gestione dei due Parchi comporterà inoltre la scelta di amministratori ancor più condizionati dalla politica. E, col tempo, si compirà una mutazione fondamentale: i parchi che oggi sono un fatto popolare, che sono stati voluti dai cittadini, tra poco saranno affidati ad una gestione neutra, lontana dai territori e più influenzabile da scelte esterne.

Ciò non significa che siamo per il mantenimento dello status quo. La Città Metropolitana dovrebbe essere protagonista del processo di rafforzamento e integrazione delle aree protette, ma è un percorso che richiede, oltre che i tempi e le risorse dovuti, una visione strategica e un ruolo autorevole che oggi purtroppo la legge regionale non assegna a questo giovane Ente.

 

La legge inoltre non pone i problemi del finanziamento dei parchi e al di là degli effimeri incentivi promessi, pretende che in fatto di finanziamenti tutto resti come prima. E’ pensabile di mettere insieme in un unico bilancio le risorse di un parco agricolo e quelle di un parco di fruizione? E i Comuni che ad oggi si accollano notevoli sacrifici sono disposti a continuare a farlo?

Meglio puntare, nei tempi e nei modi dovuti, ad una integrazione delle strutture tecniche ed amministrative, per ottenere una più efficace gestione delle due aree protette e la valorizzazione delle risorse umane presenti. Mantenendo al momento separata la gestione dei due Parchi e garantendo la rappresentatività dei territori.

UNITA’ NELLA DIVERSITA’ SALVANDO IL RAPPORTO COL TERRITORIO

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