Amici del Parco Nord e Comitato Acque pulite:
fuorvianti gli articoli del Corriere della Sera.
Vasca antiallagamenti del Seveso inaccettabile 

22 maggio 2017. Immaginatevi il vostro parco urbano preferito, magari quello vicino casa. Bene, ora con la mente piazzateci sopra un vascone di cemento grande 38.500 mq (quattro campi di calcio) e profondo 10 m. Se non ci sta, riducete pure le dimensioni del manufatto, tanto l’impatto l’avrete compreso in ogni caso! Queste sono le vasche di decantazione, soluzione proposta per tamponare gli effetti delle inondazioni nel Nord Milano a causa delle esondazioni del Seveso e degli altri corsi d’acqua intubati sotto l’asfalto.
Inaccettabile, o almeno soluzione dura da accettare, specie se magari altre maniere meno impattanti ci sono.
E così l’Associazione Amici Parco Nord e il Comitato Acque Pulite hanno deciso di rispondere agli articoli apparsi sul Corriere della Sera sabato 13 maggio, all’indomani dell’ultima esondazione del Seveso.
Nella lettera aperta, si parte proprio da una constatazione dell’assessore milanese all’Ambiente Marco Granelli : “L’acqua passata…

Amici del Parco Nord e Comitato Acque pulite:
fuorvianti gli articoli del Corriere della Sera.
Vasca antiallagamenti del Seveso inaccettabile 

22 maggio 2017. Immaginatevi il vostro parco urbano preferito, magari quello vicino casa. Bene, ora con la mente piazzateci sopra un vascone di cemento grande 38.500 mq (quattro campi di calcio) e profondo 10 m. Se non ci sta, riducete pure le dimensioni del manufatto, tanto l’impatto l’avrete compreso in ogni caso! Queste sono le vasche di decantazione, soluzione proposta per tamponare gli effetti delle inondazioni nel Nord Milano a causa delle esondazioni del Seveso e degli altri corsi d’acqua intubati sotto l’asfalto.
Inaccettabile, o almeno soluzione dura da accettare, specie se magari altre maniere meno impattanti ci sono.
E così l’Associazione Amici Parco Nord e il Comitato Acque Pulite hanno deciso di rispondere agli articoli apparsi sul Corriere della Sera sabato 13 maggio, all’indomani dell’ultima esondazione del Seveso.

Unica soluzione ufficiale: la vasca…

Nella lettera aperta, si parte proprio da una constatazione dell’assessore milanese all’Ambiente Marco Granelli : “ … l’acqua passata a Palazzolo Milanese per il temporale improvviso e molto concentrato è poi arrivata a Milano. Serve ancora più anticipo e bisogna collegare lo scolmatore anche ai radar e prevedere l’apertura di fronte al rischio di temporali forti”.
“L’assessore è chiaro -scrive Arturo Calaminici, presidente degli Amici del Parco Nord-  qualcosa non ha funzionato a dovere. Le paratoie sono state aperte tardi, i radar non hanno funzionato bene, le idrovore sono deboli, le fogne sono inadeguate, ma l’assessore ne deduce che l’episodio di venerdì sera rende evidente che ‘la vasca di Milano è assolutamente utile’. Sarà! Ma a me sembra invece evidente, dalle stesse parole dell’assessore, che l’altra sera un qualche ruolo lo hanno avuto anche l’impreparazione e l’insufficienza dei mezzi, a prescindere dalla vasca. Con questo non si vuole dire che l’assessore e il Comune di Milano non abbiano fatto niente o abbiano fatto tutto male. Se per 14 mesi non abbiamo avuto alcun allagamento è perché alcune cose, citate nell’articolo, sono state fatte, e noi ne diamo atto volentieri”.

…e con che acque!

Ritornate, se potete, all’immagine dell’enorme vascone sul vostro parco sotto casa, e aggiungeteci l’acqua: non le fresche acque di una fontana ipertrofica, ma le acque del Seveso, sporche, o meglio sporcate, inquinate, avvelenate. Da chi? “Ci sono 1.500 scarichi che immettono liquami nel Seveso -prosegue la lettera- di questi 1.400, secondo un’inchiesta della magistratura milanese, sono abusivi. Cioè sono privi di autorizzazione, e scaricano quanto vogliono e quello che vogliono senza subire alcun controllo e alcun limite. C’è una situazione di illegalità sistematica, non perseguita. Regione Lombardia, Comuni, Contratto di fiume: nessuno fa niente per impedire l’indecente Far West degli scarichi abusivi. In queste condizioni, fare non un ameno laghetto, come dice l’assessore e ripetono i giornali, ma un immenso fosso in un parco, distruggendo 28.500 mq di bosco, non è, secondo noi, la soluzione, perlomeno non è l’unica e certamente non la migliore. Ce ne sono altre. Per esempio c’è quella prevista dalla legge regionale n. 4 del 2016, che ha come unico rimedio per la prevenzione del rischio idraulico, l’applicazione dell’invarianza Idraulica”.

Non sempre il cemento è la soluzione

Il concetto d’invarianza consiste nella trasformazione del territorio per non provocare un aggravio della portata di piena di un corpo idrico, che riceve i deflussi superficiali originati dall’area stessa. Ovvero, si tratta di tanti piccoli interventi disseminati nel territorio fortemente antropizzato come quello del nord Milano: pavimentazioni permeabili, tetti verdi, trincee filtranti, aree di ritenzione vegetale, rain gardens (mini avvallamenti nel verde per intercettare e rallentare le acque superficiali), raccolta delle acque meteoriche dei tetti. Per comprendere meglio la proposta, vi rimandiamo al documento dell’Associazione e del Comitato (clicca qui), ma in sostanza si tratta di lavorare nel territorio senza compromettere uno dei pochi polmoni verdi a nord della metropoli milanese.

Belle parole smentite dal cemento

Tornando alla legge 4/16, la Regione Lombardia avrebbe dovuto emanare entro sei mesi il Regolamento attuativo, ma se n’è dimenticata: il Regolamento non c’è, né si prevede se e quando mai ci sarà.
 “Eppure -prosegue Calaminici- al convegno sulle vasche organizzato lo scorso febbraio dal Comune di Bresso, interrogato dal Sindaco, il dirigente più elevato in carica della Regione, il dottor Fossati, ha assicurato che l’invarianza è una risposta seria, concreta, fattibile: de-impermeabilizzando il 10% del territorio del sottobacino del Seveso, da Palazzolo in giù fino a Milano, in 10/15 anni si potrebbe evitare l’immissione nel Seveso di 1.800.000 mc di acqua. Quindi, nel giro di tre anni (gli stessi che ancora occorrono per realizzare la vasca nel Parco Nord) si potrebbero ‘risparmiare’ oltre 350.000 mc, centomila in più di quelli che è capace di contenere la vasca”.
Nonostante ciò si continua a perseverare sulla via del cemento. Il 3 maggio scorso, con un presidio sotto il Palazzo della Regione, si è avviata la conferenza dei servizi per approvare la costruzione della vasca-spianata di acque puzzolenti e inquinate. Ancora una volta, gli Amministratori di tutti i colori politici preferiscono affidarsi alle “certezze” del cemento. Ma qualcuno si ricorda del celebrato Mose di Venezia, inutile sistema di enormi paratie da 5 miliardi, incagliato in infiniti problemi tecnici e giudiziari (leggi mazzette)?
Tornando ai nostri territori, martedì 30 maggio alle ore 9,30, l’Associazione Amici del Parco Nord e il Comitato Acque Pulite organizzano un presidio in piazza Lombardia, davanti alla sede della Regione, in contemporanea con la Conferenza dei Servizi che si occuperà della costruzione della vasca nel Parco Nord.
La nostra associazione si unisce all’invito a partecipare numerosi, almeno chi può, per chiedere di smettere di perseverare con questa brutta e dannosa cura del cemento.

 

Parco Nord vasche anti allagamenti

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