Primavera è alle porte…
Scopriamo gli itinerari per vivere il Parco Sud
1. da Milano città al Parco dei Fontanili di Rho

20 febbraio 2019. Vi son 18 itinerari che contribuiscono a far conoscere il Parco Agricolo Sud Milano in tutte le sue bellezze naturalistiche, storiche e architettoniche. Oggi presentiamo il primo: da Milano al Parco dei Fontanili di Rho. Mano a mano, li pubblicheremo tutti, così potrete sbizzarrirvi e scegliere tra quelli che vi sembrano più coinvolgenti. Un invito alla scoperta delle bellezze che contribuiscono a rendere il nostro parco davvero unico.
Itinerario 1. L’area Nord Ovest del Parco Agricolo Sud Milano è caratterizzata dalla presenza di due importanti aree fruitive site nel Comune di Milano quali il Boscoincittà e il Parco delle Cave, Cascina Linterno (XIII secolo), dove hanno sede anche i rispettivi Punti Parco, presidi del Parco Sud nel territorio. Queste aree ospitano ambienti molto interessanti sia sotto il profilo ambientale-naturalistico sia agricolo, con aree a bosco, specchi d’acqua, marcite e campi coltivati in prossimità alla città di Milano. La presenza dei Punti Parco offre la possibilità di usufruire dei relativi servizi e delle preziose attività di educazione ambientale organizzate per adulti e bambini. E ancora, tra la primavera e l’autunno, si può andare a raccogliere nei 2,4 ettari dedicati, Frutta in campo: un frutteto a Milano (via Caio Mario) con 2 mila piante in 26 filari, 9 specie di frutta e 60 varietà per sapori e tempi di maturazione differenti.
Nelle immediate vicinanze si trovano il Parco di Trenno e l’area dell’Ippodromo San Siro. 
Nella parte più a Nord, dislocato tra i comuni di Rho, Cornaredo, Settimo Milanese, si trova il Parco dei Fontanili di Rho, un’area di elevato valore naturalistico: è possibile visitare alcuni fontanili recuperati dal Parco immersi nel verde agricolo e circondati da fasce boscate e ampie radure.

Non solo natura e agricoltura

A Rho, potrete scoprire le bellezze architettoniche e storiche del Santuario dell’Addolorata. La prima pietra del Santuario fu collocata da San Carlo Borromeo nel 1584. Si tratta di uno dei maggiori santuari mariani della Lombardia, costruito in omaggio a un miracolo riconosciuto dalla Chiesa cattolica, avvenuto il 24 aprile 1583, quando un’effigie della Madonna avrebbe versato lacrime di sangue. Accanto al santuario sorge il collegio dei Padri Oblati, opera di Giorgio Martinelli. Al suo interno si possono ammirare tele e affreschi di artisti quali Camillo Procaccini (Bologna 1551 circa – Milano 1625), i fratelli Fiammenghini, Raffaele Casnedi, e Pier Francesco Mazzucchelli, detto Il Morazzone.
Basilica di San Vittore Martire. Si tratta della chiesa parrocchiale di Rho, situata nel centro del paese, nell’omonima piazza. È intitolata a san Vittore il Moro, martire del IV secolo, e sorge sull’area un tempo occupata dall’antica chiesa (risalente al VIII secolo) dedicata al medesimo santo. 
L’antica chiesa, attestata già in documenti dell’anno 1080, si affacciava, a differenza della struttura attuale, sull’odierna piazza Visconti. Nonostante le opere di restauro del 1596, rimase comunque un piccolo tempio, lungo 18 metri e largo 12 metri. Nel XIX secolo la struttura appariva talmente degradata che si decise un nuovo restauro, con relativo ampliamento sul terreno antistante, allora dedicato alle sepolture. All’avvio dei lavori però si optò per abbatterla completamente, sostituendola con un nuovo edificio, con la facciata rivolta ad est. 
L’odierno tempio è in stile neoclassico. Fu eretto, a partire dal 1834 e completato nel 1847, su disegni degli architetti Besia e Aluisetti. Il primo progetto prevedeva due torri campanari alte circa 34 metri, ma nel 1889 si riscontrarono dei problemi di stabilità e si decise quindi di abbattere quella di sinistra. Il campanile fu poi ampliato ad opera del Perucchetti, che lo portò all’altezza di 58,40 metri. Il pronao, caratterizzato dal semplice e severo altare, fu realizzato nel 1852 su progetto dell’architetto milanese Giacomo Moraglia. I dipinti sono stati eseguiti da David Beghè di Milano, mentre le sedici vetrate sono opera di Eugenio Cisterna da Roma, con esecuzioni a cura dei pittori Giulio Cesare Giuliani e del milanese Tevarotto. Si possono ammirare anche tele provenienti dalla scuola del Luini e altre opera del Bosoni (Santa Teresa del Bambin Gesù, Via Crucis).
Villa Burba Cornaggia Medici. Si trova lungo Corso Europa, tra le principali arterie cittadine: fu edificata intorno alla fine del XVII secolo come residenza di piacere dei marchesi Cornaggia Medici. Era usanza, per le nobili famiglie milanesi di quel periodo storico, esibire il proprio prestigio anche attraverso il possedimento di luoghi di villeggiatura nelle campagne circostanti la città. La struttura principale, ad architettura tipica lombarda, è accessibile attraverso un’ampia corte, al centro della quale spicca una fontana, mentre alcune sculture in ferro battuto ne impreziosiscono i lati. 
Così la descriveva sinteticamente il sito dell’ex Provincia di Milano: “Ospitata una mostra permanente di oggetti, mobili e suppelletili che costituivano gli arredi originali della villa tra la fine del 1700 e l’inizio del 1900, e che hanno permesso di ricreare alcuni ambienti originali come una cucina, un salotto e una camera da letto. Una piccola collezione archeologica raccoglie reperti di epoca romana (I-III secolo d.C.) rinvenuti nel corso di scavi in area locale. Nella biblioteca ospitata in questo edificio, trova spazio un’altra mostra permanente: quella delle opere dello scultore Franco Fossa, allievo di Marini, Manzù e Messina. Nel 2006 uno splendido intervento di restauro ha recuperato i corpi rustici, la scuderia, la stalla, il fienile, il filatoio, oltre che una parte del retrostante giardino”.
 La villa è dotata, inoltre, di un parco di circa 13.000 metri quadri con alberi secolari ed un’ala comprendente la corte d’accesso ai locali che ospitavano la stalla e il fienile. La villa è divenuta proprietà del comune di Rho nel 1966.
Villa Scheilbler Gallarati Scotti. Il monumentale complesso architettonico percepibile oggi è il risultato di diversi interventi realizzati tra il XV e il XIX secolo, i quali hanno modificato l’assetto originario. La struttura principale della villa, di proprietà privata, ha un impianto planimetrico ad U. Le due ali laterali risultano più basse rispetto al corpo centrale. Questo si caratterizza per la presenza sul prospetto nord di un portico a sei aperture con archi a tutto sesto e attualmente chiuso da ampie vetrate. La particolarità consiste nel numero pari delle apertura, scelta compositiva piuttosto insolita. Si riscontra la presenza di numerosi fabbricati di tipo rustico edificati soprattutto nel XIX secolo. Nei terreni collocati a sud rispetto al corpo di fabbrica principale si estende un ampio giardino delimitato su tre lati da un muro di cinta nel quale si inseriscono tre cancelli monumentali, in cui si ravvisano gli stemmi delle famiglie Simonetta e Gallarati Scotti (tratto da Lombardia Beni Culturali).
Palazzo Visconti Banfi. Edificato nel 1669 da Ercole II Visconti, il complesso è impostato su un asse prospettico lungo 1.550 metri che va dall’abside del Santuario al corso dell’Olona. Il palazzo conserva ancora l’originaria decorazione pittorica e una notevole serie di ambienti affrescati da A. Lanzani, appartenenti alla fine del 1600 e inizio 1700 a maestri milanesi. Interessante anche il giardino, solo in parte adattato ai predominanti criteri romantici e oggi solo parzialmente accessibile. 
Di proprietà privata, è visibile solo dall’esterno.
Palazzo Podestarile. Attuale sede del Municipio, fu costruito all’inizio del XX secolo sul modello dei palazzi medioevali: ha l’aspetto di un antico castello, al cui interno un ampio scalone in marmo porta al primo piano, dove sono conservati diversi dipinti provenienti dalla demolita chiesa di San Gervaso e Protaso di Milano: ritratti di santi, Quattro Glorie di Mauro della Rovere detto Il Fiamminghino (1640) e quattro putti di Daniele Crespi (1590-1639). Nella Sala d’arte si trovano alcuni cimeli preziosi appartenuti a Eugenio Tosi, Arcivescovo di Milano e membro della Congregazione degli Oblati di Rho.

A Cornaredo trovate: Cascina Favaglie San Rocco e Museo Contadino. Tipico esempio di cascina lombarda a corte chiusa, le cui origini risalgono al 1272, anche se l’attuale configurazione è collocabile intorno al 1830, quando il Duca Ferdinando Serbelloni Sfondrati, Generale di cavalleria al servizio del Maresciallo Radetzky, fece abbattere gli ormai fatiscenti fabbricati per sostituirli con altri nuovi. 
Dopo vari passaggi di proprietà, l’intero complesso Cascina Favaglie San Rocco è stato ceduto al comune di Cornaredo ed è divenuto patrimonio dell’Associazione Italia Nostra Milano Nord Ovest, che ne ha curato diverse attività di recupero e valorizzazione.
Esiste un percorso museale, che consente di visitare l’intero complesso: la cascina e i suoi edifici, la corte interna, la chiesetta di San Rocco, la ghiacciaia e il museo contadino. Sul fondo dell’area sono state costruite, con i contributi del Comune e del Parco Sud, le strutture agresti dove si svolgono le attività didattiche dei vari laboratori (ortivo, panificazione e caseario) e altre manifestazioni, che si tengono con cadenza annuale, quali: Festa di primavera; Festa del pane; Festa punto parco; Festa delle castagne.
Normalmente le visite sono possibili dal lunedì al venerdì, dalle ore 9,00 alle 12,00, e nella prima e terza domenica di ogni mese (ore 9-12, 14-18). In agosto e nel periodo 1 novembre/28 febbraio, invece, le visite guidate domenicali e per i gruppi numerosi si tengono solo su prenotazione, telefonando allo 0293565979 o scrivendo all’indirizzo mail: milano_no@italianostra.org.
Ghiacciaia. Strumento indispensabile per la conservazione degli alimenti deperibili e per l’attività casearia collegata all’allevamento del bestiame, la Ghiacciaia fa parte del complesso Cascina Favaglie San Rocco, di cui costituisce una delle principali attrattive. Non vi sono riferimenti certi circa la sua collocazione storica.
Chiesa SS. Giacomo e Filippo. Si tratta della chiesa parrocchiale del paese, dedicata ai santi apostoli Giacomo e Filippo. La sua fondazione risale, con ogni probabilità, all’epoca medioevale, dal momento che già risulta elencata nel “Liber Notitiae Sanctorum Mediolanensis” di Goffredo da Bussero come sottoposta alla Pieve di Nerviano. Nel 1602 passò, invece, a quella di Rho.
La chiesa venne completamente ricostruita alla metà dell’Ottocento, mantenendo, da allora, la stessa conformazione ammirabile oggi e caratterizzata, in particolare, dalla facciata con un piccolo colonnato ed un elegante timpano sopraelevato, sormontato da due statue di angeli.
Il campanile della chiesa è dotato di cinque campane, fuse dalla fonderia Barigozzi di Milano nel 1901. I bronzi sono montati nel classico sistema di suono ambrosiano e sono intonati in Si2 Maggiore.
Chiesa di Sant’Apollinare. Proprio di fronte alla chiesa parrocchiale SS.Giacomo e Filippo, sorge questa struttura semplice, a capanna, caratterizzata da mattoni a vista e finestre bifore rifinite in cotto. Si tratta di una piccola chiesa, che ha tuttavia grande rilievo storico. Risale, infatti, al XI secolo ed è sempre stata oggetto di dispute, la prima delle quali riguarda il suo nome e la sua dedicazione. Nonostante gli arcivescovi in visita fossero soliti chiamarla Oratorio dell’Immacolata, la chiesa era, sin dai tempi antichi, un beneficio legato alla basilica di Sant’Ambrogio a Milano e al suo interno era presente una statua di Sant’Apollinare, che le aveva conferito il nome. Da cronache ancora più antiche, inoltre, risulta che in paese vi fosse un oratorio dedicato a Santa Maria, di fronte alla vecchia chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio. Effettivamente, all’interno della chiesa sono presenti sia le statue di Sant’Apollinare sia la statua della Madonna di Lourdes, per la quale si è costruita una piccola grotta all’interno della struttura romanica.
Chiesa abbaziale di San Pietro all’Olmo. Situata nell’omonima frazione e denominata gesa végia, per distinguerla dall’edificio di culto costruito in epoche successive a Cornaredo, la chiesa ha origini antichissime: risale, infatti, all’epoca longobarda e la struttura abbaziale le fu probabilmente conferita tra il IX e l’XI secolo. Gli interni presentano forme romaniche, mentre la facciata della chiesa è stata riedificata tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX.
Palazzo Dugnani. Il primo impianto venne modificato nel Seicento, quando Gerolamo Dugnani divenne Conte di Cornaredo (titolo perso dalla sua famiglia all’arrivo di Napoleone in Italia). Estintasi la famiglia Dugnani, con l’ultima sua discendente femminile Rosa Domitilla (detta Nicolina, 1862-1945), l’edificio divenne una multiproprietà privata. Oggi è ancora contraddistinto dall’impianto seicentesco, di semplice fattura, su cui svetta la torretta.
Palazzo Municipale. Dalle tracce di alcuni affreschi rinvenuti all’interno della struttura, lo stabile sembra risalire al ‘400. Solo a partire dal ‘600 venne, tuttavia, considerato casa nobile. Ultimi proprietari della villa furono i Ponti, che, nel 1920, formalizzarono la vendita al Comune. Dal 1929, l’amministrazione comunale vi stabilì i propri uffici.
Palazzo della Filanda. Storica sede della fabbrica di filatura del paese, segnò per oltre un secolo la storia industriale del paese. Centinaia di ragazze ebbero qui la loro prima esperienza di lavoro: un’attività antica di lavorazione dei bozzoli per assicurare la produzione del prezioso e lucente filato. Ci sono numerose testimonianze di come i terreni circostanti il paese fossero ricchi di piantagioni di gelsi per il baco da seta. Questo diede ovviamente impulso a una fiorente attività tessile, già a partire dal XVIII secolo. È infatti all’anno 1772 che risalgono le origini della filanda, oggi adibita a centro culturale. Al suo interno si trovano la biblioteca comunale, una sala cinematografica e altri spazi, dove vengono spesso allestite mostre ed eventi culturali di vario genere.

A Settimo Milanese potrete visitare Palazzo D’Adda, edificato per volontà dell’omonima famiglia tra il Cinquecento e il Seicento, si presenta con la tipica forma a U delle ville di campagna lombarde, con un porticato caratterizzato da colonne in granito. Al pian terreno le sale sono decorate con affreschi tardo manieristi a grottesche, imponenti soprattutto nel salone d’onore, oggi aula consiliare. Interessante la decorazione di una sala appartenente all’ala privata del palazzo, preceduta da un portico barocco, che nel soffitto presenta agli angoli i Quattro Elementi, armonizzati da Apollo al centro. Al piano superiore, le ampie sale presentano, nella fascia sotto al soffitto, raffigurazioni allegoriche e campestri, purtroppo danneggiate dal tempo, risalenti al ‘600. Notevoli le travature lignee. L’edificio è preceduto da una piazzetta, anticamente chiamata Il Pasqué, mentre sul retro si apre un giardino all’inglese, oggi ridimensionato, ma fino al Settecento molto più esteso e comprendente frutteti ed aiuole. Il palazzo era adibito a dimora della famiglia proprietaria per le vacanze autunnali. Solo il conte Francesco II (morto nel 1644) vi risiedette stabilmente. I conti d’Adda vi ospitarono, tra gli altri, il cardinale Federico Borromeo, mentre talvolta, durante l’inverno, concessero il salone per le assemblee della comunità. Divenuto dapprima abitazione dei fittavoli e poi scuola, Palazzo D’Adda è oggi sede del municipio.
Chiesa di Santa Margherita. 
È la parrocchia di Settimo, con origini risalenti al XII, come risulta dal documento “Liber Notitiae Sanctorum Mediolanensis” di Goffredo da Bussero. L’attuale struttura è frutto di un rifacimento databile intorno al 1534 a opera del sacerdote Francesco Balbi, membro della famiglia degli allora massimi proprietari settimesi.
Di forma rettangolare, a navata unica, presenta forme esterne neo romaniche, frutto di interventi realizzati a fine Ottocento.
Oratorio di San Giovanni Battista. 
Situato a Cascine Olona, venne edificato da Paolo Mantegazza nel 1468, lungo la via Novara. L’edificio è caratterizzato da un corpo longitudinale, con tetto a vista terminante in un’abside quadrata. Presenta, soprattutto nella decorazione pittorica, interessanti spunti di linguaggio rinascimentale, riconducibili a Vincenzo Foppa. Le principali opere sono L’annunciazione della vergine, La nascita del Battista e Il Giudizio Universale. Lo stato di conservazione degli affreschi è complessivamente buono, anche se sarebbero opportuni interventi di consolidamento delle pitture. All’inizio del Novecento, vista la sua particolare collocazione lungo la via Novara, rischiò di essere abbattuto per agevolare il percorso del Gamba de Legn, la nota tramvia di collegamento tra Milano e i comuni della provincia. Eventualità poi scongiurata dall’intervento della sovrintendenza per la conservazione dei beni culturali.
Chiesa di San Giorgio. È la chiesa parrocchiale della frazione Seguro, costruita in forme barocchette dall’architetto Galiori alla metà del Settecento. Particolarmente elegante, pur nelle sue piccole dimensioni, sorse in luogo di una chiesa alla fine del Cinquecento. 
Degni di nota, all’interno, la decorazione ad affresco, realizzata nello stile caratteristico degli anni Trenta, e interessanti opere, tra cui la pala all’altare de Crocifissione attribuibile ad Antonio de Giorgi (anni Settanta del XVIII secolo), la statua della Vergine del Rosario, anch’essa settecentesca, e un grande dipinto, la Sacra Conversazione, attribuita a Pietro da Bagnara (1546).
Palazzo Granaio. 
Si tratta di un edificio risalente al XVII secolo e situato nel centro de comune. Costruito accanto a Palazzo D’Adda e affacciato sul suo parco, Palazzo Granaio era originariamente utilizzato come deposito per il grano, per l’allevamento dei bachi da seta e come cantina per il vino. Un’antica leggenda vuole che nel Palazzo vi trovasse dimora un potente mago che rapiva le ragazze del paese, secondo un cliché abbastanza diffuso nei paesi lombardi e si può considerare come testimonianza dell’antica sottomissione ai signori e proprietari dei secoli passati. Per questo l’edificio era chiamato popolarmente la Cà del Mago. 
Attualmente Palazzo Granaio si presenta, invece, come un’originale articolazione di ambienti accoglienti di varie ampiezze e pregio architettonico. Gli spazi, che si sviluppano su tre piani per un’area coperta di 1.500 mq, sono adibiti ad attività di ristorazione, pub-birreria, oltre a iniziative e eventi di carattere artistico e culturale.
Cascina Castelletto
. Situata nell’area ovest del paese, di essa si ha notizia a partire dalla metà del XV secolo. Fino al 1996 è stata un grandissimo complesso rurale, acquistato nel 1963 dalla società Auso Siemens. Nel 1966 furono demolite le case dei pigionanti e gran parte dei rustici, mentre alcune delle vecchie stalle vennero ristrutturate e adibite a uffici e magazzino. Oggi è proprietà di Italtel SPA, il cui complesso industriale si sviluppa nei terreni adiacenti la cascina.

Tornerete a casa soddisfatti, anche per esservi fermati a mangiare in un’ottima trattoria-agriturismo del Parco Sud.

Itinerario 1

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