Lombardia sempre in testa sul consumo di suolo

seguono Veneto e Campania

e i politici continuano a concedere…

Il consumo di suolo, il degrado del territorio e la perdita delle funzioni dei nostri ecosistemi continuano a un ritmo non sostenibile e, nell’ultimo anno, quasi due metri quadrati ogni secondo di aree agricole e naturali sono stati sostituite da nuovi cantieri, edifici, infrastrutture o altre coperture artificiali. Il fenomeno, quindi, non rallenta neanche nel 2020, nonostante i mesi di blocco di gran parte delle attività durante il lockdown, con più di 50 chilometri quadrati persi, anche a causa dell’assenza di interventi normativi efficaci in buona parte del Paese o dell’attesa della loro attuazione e della definizione di un quadro di indirizzo omogeneo a livello nazionale.
Le conseguenze sono anche economiche, e i “costi nascosti”, dovuti alla crescente impermeabilizzazione e artificializzazione del suolo degli ultimi 8 anni sono stimati in oltre 3miliardi di Euro l’anno, che potrebbero erodere in maniera significativa, ad esempio, le risorse disponibili grazie al programma Next Generation EU.

IL CONSUMO DI SUOLO IN ITALIA

Il consumo di suolo in Italia continua a trasformare il territorio nazionale con velocità elevate. Nell’ultimo anno, le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 56,7km2, ovvero, in media, più di15ettari al giorno. Un incremento che rimane in linea con quelli rilevati nel recente passato, e fa perdere al nostro Paese quasi metri quadrati di suolo ogni secondo, causando la perdita di aree naturali e agricole. Tali superfici sono sostituite da nuovi edifici, infrastrutture, insediamenti commerciali, logistici, produttivi e di servizio e da altre aree a copertura artificiale all’interno e all’esterno delle aree urbane esistenti.Una crescita delle superfici artificiali solo in parte compensata dal ripristino di aree naturali, pari quest’anno a 5 km2, dovuti al passaggio da suolo consumato a suolo non consumato (in genere grazie al recupero di aree di cantiere o di superfici che erano state già classificate come consumo di suolo reversibile).
I dati mostrano che i valori netti dei cambiamenti nell’ultimo anno sono pari a 51,7km2, equivalenti a 1,72m2 per ogni ettaro di territorio italiano. In aggiunta, si deve considerare che 8,2km2 sono passati, nell’ultimo anno, da suolo consumato reversibile, a suolo consumato permanente, sigillando ulteriormente il territorio. L’impermeabilizzazione è quindi cresciuta, complessivamente, di 18km2, considerando anche il nuovo consumo di suolo permanente.La relazione tra il consumo di suolo e le dinamiche della popolazione conferma che il legame tra la demografia e i processi di urbanizzazione e di infrastrutturazione non è diretto e si assiste a una crescita delle superfici artificiali anche in presenza di stabilizzazione, in molti casi di decrescita, dei residenti. Anche a causa della flessione demografica, il suolo consumato pro capite aumenta in un anno di 1,92m2, passando da 357 a 359 m2/abitante. Erano 349 m2/ab nel 2015. La copertura artificiale del suolo è ormai arrivata al 7,11% (7,02% nel 2015, 6,76% nel 2006)rispetto alla media UE del 4,2%. La percentuale nazionale sale al 9,15% all’interno del suolo utile, ovvero quella parte di territorio teoricamente disponibile e idonea ai diversi usi.

IL CONSUMO DI SUOLO NELLE REGIONI

I cambiamenti rilevati nell’ultimo anno si concentrano in alcune aree del Paese, rimanendo particolarmente elevati in Lombardia, in Veneto (anche se, in questa regione, con una tendenza al rallentamento) e nelle pianure del Nord. Il fenomeno rimane molto intenso lungo le coste siciliane e della Puglia meridionale e nelle aree metropolitane di Roma, Milano, Napoli, Bari, Bologna. Gradi elevati di trasformazione permangono lungo quasi tutta la costa adriatica. La maggior densità dei cambiamenti è stata registrata quest’anno lungo la fascia costiera entro un chilometro dal mare, nelle aree di pianura, nelle città e nelle zone urbane e peri-urbane dei principali poli e dei comuni di cintura, in particolare dove i valori immobiliari sono più elevati e a scapito, principalmente, di suoli precedentemente agricoli e a vegetazione erbacea, anche in ambito urbano. I valori percentuali più elevati del suolo consumato sono in Lombardia (12,08%), Veneto (11,87%) e Campania (10,39%; Figura 4, Tabella 3).Gli incrementi maggiori, indicati dal consumo di suolo netti in ettari dell’ultimo anno, sono avvenuti nelle regioni Lombardia, che con 765 ettari in più, quest’anno supera il Veneto (+682 ettari), Puglia (+493), Piemonte (+439), Lazio (+431) ed Emilia Romagna (+425). Valle d’Aosta (14 ettari in più),Liguria, Umbria, Molise, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Basilicata e Calabria sono le altre regioni che, quest’anno, hanno avuto incrementi inferiori ai 100 ettari.
In termini di incremento percentuale (Tabella 4) rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente, i valori più elevati sono in Abruzzo (+0,46%), Molise (+0,37%), Sardegna(+0,32%) Veneto, Lazio e Puglia (+0,31%; Figura 5, Tabella 3).La densità dei cambiamenti netti del 2020, ovvero il consumo di suolo rapportato alla superficie territoriale, rende evidente il peso del Nord-Ovest che consuma 2,16 metri quadrati ogni ettaro di territorio, e del Nord-Est (2 m2/ha) contro una media nazionale di 1,72m2/ha. Tra le regioni, la densità del consumo di suolo è più alta in Veneto (3,72 m2/ha), Lombardia (3,21 m2/ha), Puglia (2,55 m2/ha), Lazio (2,51 m2/ha) e Abruzzo (2,28 m2/ha; Tabella 3).In termini di suolo consumato pro capite, i valori regionali più alti risentono della bassa densità abitativa tipica di alcune regioni. Il Molise presenta il valore più alto (576 m2/ab),oltre 200 m2in più rispetto al valore nazionale (359 m2/ab), seguita da Basilicata (571 m2/ab) e Valle d’Aosta (559 m2/ab). Sicilia, Lombardia, Liguria, Campania e Lazio presentano i valori più bassi e al di sotto del valore nazionale. Limitandosi alla crescita annuale, Mo-lise(2,15 m2/ab) e Abruzzo(1,91 m2/ab), sono le due regioni che presentano valori superiori al doppio del dato nazionale sul consumo di suolo pro capite (0,87m2/ab).

Speriamo che anche nostri politici si rendano conto della responsabilità che hanno su questo tema così importante per il nostro futuro e soprattutto per le nuove generazioni. Sarà così… o continueranno a lavorare per lo sviluppo costruttivo-distruttivo del territorio?

 

Rapporto Ispra sul consumo suolo 2020
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