Toscana legge Banca della Terra

 

Toscana, con la Banca della Terra
ai giovani campagne da coltivare

Lo scorso 18 dicembre, la Regione Toscana ha approvato una legge, la prima in Europa, che introduce la “Banca della Terra”. Si tratta di un contributo importante per raggiungere gli obiettivi di dare un’opportunità di lavoro ai giovani e non solo, garantire il presidio del territorio anche di zone marginali, razionalizzare la gestione dei terreni di proprietà pubblica e avere una migliore gestione del patrimonio agroforestale, fondamentale per la prevenzione del rischio idrogeologico.
In pratica, con la creazione della “Banca della Terra”, la Regione Toscana ha messo a disposizione di giovani agricoltori superfici agricole del suo demanio, promuovendo l’avvio di nuove aziende, che non hanno gli spazi e i mezzi per partire. “Con questa formulazione – ha spiegato l’assessore all’Agricoltura Gianni Salvadori – la legge ci consentirà di recuperare oltre 100 mila ettari di terreno che negli ultimi 28 anni erano stati abbandonati. Questa non è una legge manifesto, ma rappresenta una grande opportunità per il mondo agricolo della Toscana”.

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Humanitas Pieve viabilità

 

L’Humanitas di Rozzano raddoppia.
Come morire di traffico per amore della salute

Per chi non fosse della zona, l’Istituto Humanitas di Rozzano, nell’arco di circa 20 anni, tra nuovi reparti e parcheggi, ha praticamente raddoppiato la sua superficie, insinuandosi comodamente anche in aree del Parco Sud. E in progetto c’è un’estensione di circa 200mila mq sul confinante Comune di Pieve.
Ovviamente, quando si parla di sanità, tutti fanno tanto di cappello. Anche noi, pur senza molta convinzione: perché, per esempio, non costruire strutture efficienti al centro sud Italia, evitando il drammatico e costoso “turismo per la salute”, business tanto caro al Celeste Formigoni, ma che costringe i malati a viaggi estenuanti con costi esorbitanti per le persone che li accompagnano nella super efficiente Milano-Lombardia? Non è questo, però, il contesto per affrontare una tematica che avrebbe bisogno di analisi approfondite.

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Albergo Lacchiarella

 

Dopo l’albergo dei Mondiali ’90,
a quando l’abbattimento
di quello a Lacchiarella dell’87?

Solo i meno giovani ricorderanno che agli esordi degli anni ’80 si vagheggiava di portare la Fiera Campionaria di Milano a Lacchiarella. Era il tempo di Craxi e Berlusconi, quest’ultimo ancora quasi agli esordi, ma con già alle spalle cittadelle come Milano 2 e Milano 3.
Berlusconi, proprietario di gran parte delle aree agricole tra Lacchiarella, Binasco, Zibido e Basiglio, nella seconda metà di quel decennio costruì un avamposto: Il Girasole, 80mila mq di padiglioni fieristici di alto livello. In parallelo, continuò a fare pressione per realizzare a Lacchiarella il Polo esterno della Fiera. Ma la logica e soprattutto le battaglie degli ambientalisti, in primis l’associazione per il Parco Sud Milano, riuscirono a dirottare il Polo nell’area della ex-raffineria Eni, a Rho-Pero, meglio dotata dal punto di vista delle infrastrutture di trasporto e andando così a recuperare un terreno senza distruggere le aree agricole del Parco.
Risale quindi alla metà degli anni ’80 il tentativo di realizzare la grande struttura alberghiera di fronte al Girasole (vedi foto). Da quasi 30 anni l’opera incompiuta fa bella mostra di sé sulla Binasco-Melegnano, offrendo altresì un degradante benvenuto a chi entra nel paese.
A quando la sua demolizione?  

continua Pisapia

 

Continua il silenzio di Pisapia

Ultimo giorno dell’anno. È tempo di bilanci. Alla voce “crediti” c’è ancora l’incontro con il sindaco Pisapia, ufficialmente richiesto dall’Associazione per il Parco Sud Milano il 28 giugno 2012.
Il motivo riguarda il chiarimento sulla posizione dell’amministrazione di Milano nei confronti del Parco Sud. Ciò alla luce del voto a favore dello stralcio di 100mila mq nel territorio di Vignate del consigliere Natale Comotti (Pd), delegato a rappresentare il Comune di Milano nell’Assemblea dei sindaci del Parco del 15 giugno. Un voto assolutamente allineato a quello del Pdl e in favore della deleteria politica ambientale del presidente della Provincia, Guido Podestà.
Nonostante i numerosi solleciti, passando anche per Paolo Limonta, braccio destro di Pisapia e per la segreteria dell’assessore De Cesaris, neppure un rigo di risposta è pervenuto all’associazione per il Parco sud: anche semplicemente per sottolineare che il voto di Comotti corrisponde esattamente alla posizione del Sindaco.
Eppure, per le aree del Parco Sud della città di Milano, 40 km2 dei suoi complessivi 181,76 km 2 di superficie, al momento della revisione del Pgt della Moratti, la Giunta Pisapia aveva scelto di rendere queste aree inedificabili. Una scelta che aveva fatto ben sperare per il destino del Parco Agricolo che, per quanto gestito dalla Provincia, ha in Milano il suo maggiore rappresentante.

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continua il silenzio di Pisapia

 

Continua il silenzio di Pisapia

Ultimo giorno dell’anno. È tempo di bilanci. Alla voce “crediti” c’è ancora l’incontro con il sindaco Pisapia, ufficialmente richiesto dall’Associazione per il Parco Sud Milano il 28 giugno 2012.
Il motivo riguarda il chiarimento sulla posizione dell’amministrazione di Milano nei confronti del Parco Sud. Ciò alla luce del voto a favore dello stralcio di 100mila mq nel territorio di Vignate del consigliere Natale Comotti (Pd), delegato a rappresentare il Comune di Milano nell’Assemblea dei sindaci del Parco del 15 giugno. Un voto assolutamente allineato a quello del Pdl e in favore della deleteria politica ambientale del presidente della Provincia, Guido Podestà.
Nonostante i numerosi solleciti, passando anche per Paolo Limonta, braccio destro di Pisapia e per la segreteria dell’assessore De Cesaris, neppure un rigo di risposta è pervenuto all’associazione per il Parco sud: anche semplicemente per sottolineare che il voto di Comotti corrisponde esattamente alla posizione del Sindaco.
Eppure, per le aree del Parco Sud della città di Milano, 40 km2 dei suoi complessivi 181,76 km 2 di superficie, al momento della revisione del Pgt della Moratti, la Giunta Pisapia aveva scelto di rendere queste aree inedificabili. Una scelta che aveva fatto ben sperare per il destino del Parco Agricolo che, per quanto gestito dalla Provincia, ha in Milano il suo maggiore rappresentante.

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lago Basiglio

 

Lago di Basiglio 5 anni di veleni

nell’indifferenza dei veri responsabili

Com’è possibile che da almeno 5 anni si scarichi liquame nel lago di Basiglio senza fare nulla di concreto? Lo specchio d’acqua di qualche decina d’ettari, creatosi a seguito di attività di cava, è molto sensibile all’inquinamento per lo scarso ricambio d’acqua, che proviene direttamente dalla falda sotterranea.

Il filtraggio degli strati argillosi rende queste acque pulite, ricche di pesci e, complice la fitta vegetazione sulle sponde, di centinaia e migliaia di uccelli che lo rendono un paradiso per il birdwatching o, più semplicemente, per gli amanti di scorci naturalistici. Eppure, incredibilmente, questo Eden è attaccato continuamente da scarichi tossici, con consistenti morie di pesci, per la colpevole indifferenza di gran parte delle Amministrazioni deputate a difenderlo. Solo la Provincia di Milano si è attivata e ha risposto con disposizioni e diffide alle denunce di pescatori e ambientalisti – ultima quella presentata a fine dicembre da Carp Fishing e Associazione Parco Sud – ma la latitanza del Comune di Basiglio e del Comprensorio di Milano 3 rende al momento tali atti solo carta straccia.

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