Dispersi i veleni dell’ex Saronio di Cerro:
ora si costruiranno case.
E perché non un bosco
o un castello per le anime morte di tumore?
23 luglio 2019. Apprezziamo molto che una deputata si interessi della questione ex Saronio, lo stabilimento chimico voluto da Mussolini per realizzare terribili armi, che ha ovviamente trattenuto nei terreni sotto i ruderi le sostanze velenose. A distanza di oltre 70 anni dalla sua chiusura (avvenuta intorno agli anni ’60), l’area sarebbe ancora inquinata: così almeno ritiene Valentina Barzotti (M5S) che, con un’interrogazione parlamentare, ha chiesto che per il sito a Cerro al Lambro si debba procedere finalmente alla bonifica. E la via più celere sarebbe quella che l’area passi da Sito di interesse regionale (Sir) a Sito di interesse nazionale (Sin), ritenendo così che la procedura diventi più snella e quindi più celere. Il fatto è che l’area in questione, almeno fino al 2012, era proprio classificata Sin. Ma in tutti quegli anni non è mai nulla successo di eclatante, anzi. L’area, che si estendeva complessivamente su 380mila mq, inclusi i terreni di Melegnano, acquisiti ai tempi dalla fabbrica Saronio per eventuali ampliamenti, ha mantenuto per decenni veleni militari e non solo su circa 240mila mq di suolo e sottosuolo estremamente contaminati.
Nel frattempo, paradossalmente, su questi terreni sono cresciuti palazzine, capannoni, parchetti pubblici e piste ciclabili…