Basta morti per alluvioni
Politici, imparate a difendere
il nostro territorio

Alluvione nelle Marche, per ora un morto e un disperso. Ancora una volta risuonano le parole “emergenza”, “esondazione del fiume”, “evacuazione”… Di deve dire basta a queste continue tragedie dovute all’incuria dell’uomo, dei nostri amministratori che continuano a cementificare il territorio, a sradicare alberi e boschi per far posto a centri commerciali, autostrade, edifici senza prima mettere mano al dissesto del territorio.
Uno studio di Legambiente evidenzia che in Italia il rischio frane e alluvioni interessa praticamente tutto il Paese (due Comuni su 3): Calabria, Umbria e Valle d’Aosta sono le regioni più minacciate, insieme alle Marche e alla Toscana. Un territorio estremamente fragile, in cui semplici temporali provocano continui allagamenti e disagi per la popolazione. Le cause vanno ricercate soprattutto nella pesante urbanizzazione e nella speculazione edilizia: fenomeni che sarebbe un errore considerare legati solo al passato.

Basta morti per alluvioni
Politici, imparate a difendere
il nostro territorio

Alluvione nelle Marche, per ora un morto e un disperso. Ancora una volta risuonano le parole “emergenza”, “esondazione del fiume”, “evacuazione”… Di deve dire basta a queste continue tragedie dovute all’incuria dell’uomo, dei nostri amministratori che continuano a cementificare il territorio, a sradicare alberi e boschi per far posto a centri commerciali, autostrade, edifici senza prima mettere mano al dissesto del territorio.
Uno studio di Legambiente evidenzia che in Italia il rischio frane e alluvioni interessa praticamente tutto il Paese (due Comuni su 3): Calabria, Umbria e Valle d’Aosta sono le regioni più minacciate, insieme alle Marche e alla Toscana. Un territorio estremamente fragile, in cui semplici temporali provocano continui allagamenti e disagi per la popolazione. Le cause vanno ricercate soprattutto nella pesante urbanizzazione e nella speculazione edilizia: fenomeni che sarebbe un errore considerare legati solo al passato. Se al Sud la costante aggressione al territorio continua a manifestarsi principalmente con l’abusivismo edilizio, al Centro-nord si perpetuano interventi di gestione dei fiumi che seguono filosofie tanto vecchie quanto inefficaci, che puntano su infrastrutture rigide invece che sul rispettoso e l’attenzione alla dinamica e all’habitat fluviale: argini realizzati senza un serio studio sull’impatto a valle, alvei cementificati, escavazione selvaggia. Soprattutto, troppo spesso le opere di messa in sicurezza si trasformano in alibi per continuare a costruire nelle aree di esondazione. Circa due Comuni su tre, infatti, hanno nel proprio territorio abitazioni in aree di golenali, in prossimità degli alvei e in aree a rischio frana. In un terzo dei casi si tratta addirittura di interi quartieri.

Lombardia: autostrade e centri commerciali impermeabilizzano i terreni (agricoli)

Fino a quanto dovremo aspettare perché il dissesto idrogeologico e il rischio connesso con le frane e le alluvioni diventino nel nostro Paese le priorità, le prime vere grandi opere pubbliche da mettere in campo?
Un monito anche per la Lombardia, che invece di prendersi cura del proprio territorio, del sistema idrico, dell’agricoltura, continua a costruire e a progettare inutili autostrade, centri commerciali (solo ieri abbiamo riportato della cementificazione di circa 300mila mq a Cerro Maggiore su un’area completamente agricola), strutture di ogni genere senza che le scelte di localizzazione tengano conto dei fattori di rischio, soprattutto idrogeologico: il risultato è che popolazione e insediamenti continuano ad assieparsi in aree che potrebbero finire sott’acqua o venire invase dai detriti. Intanto edifici e abitanti esposti a rischio continuano ad aumentare. Anche in Lombardia.

Cari politici, prendetevi cura del nostro territorio! Risparmiateci altre tragedie.

 

Basta morti per alluvioni. Politici, imparate a difendere il nostro territorio

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