Le Giardiniere lanciano un’OPA su piazza d’Armi. Sosteniamo il loro progetto!

Le Giardiniere lanciano un’OPA
su piazza d’Armi.
Sosteniamo il loro progetto!

È una vera e propria sfida al cambiamento, allo stop del consumo di suolo in una città sempre più ingrigita dal cemento, alla salvaguardia della salubrità di una metropoli soffocata dall’inquinamento.
E hanno tutte le buone ragioni di questo mondo Le Giardiniere Milano a lanciare un’OPA (Offerta Pubblica di Affido): l’obiettivo è di aprire un confronto con l’Amministrazione comunale sulla riconversione eco-sostenibile della Piazza d’Armi e sulla sua assegnazione in gestione alla cittadinanza. L’area, in zona Baggio tra via Forze armate e il Parco delle Cave, si estende per circa 62 ettari e si presenta come un corridoio verde di collegamento con i limitrofi Parco delle Cave e Bosco in Città, aree ricomprese nel Parco agricolo sud Milano.
La caparbietà di questo gruppo di donne -aggregate in un tavolo di lavoro avviato dalla consigliera alle Pari Opportunità del comune di Milano Anita Sonego- è espressa anche dalla scelta del nome dato al gruppo, Le Giardiniere, rifacendosi alle donne della Carboneria, che si incontravano nei loro giardini: oggi come allora, così coraggiose e innovatrici da segnare una decisa maturazione culturale e spirituale attestata da una partecipazione piena alla dimensione civile del vivere. “Come loro, senza enfasi ma con altrettanta passione, lavoriamo per la nostra città, come loro anche noi scommettiamo su Milano e la sua capacità e possibilità di cambiare” ci spiega Patrizia Binda, che insieme a Valeria Bacchelli, Maria Castiglioni, Marisa Cengarle, Valeria Fieramonte, Carla Maragliano, Evi Parissenti, Elisabetta Parodi Dandini, è animatrice de Le Giardiniere dei nostri giorni.
L’OPA è stata lanciata il 18 marzo, nella cornice di Palazzo Reale, dove Le Giardiniere, sostenute…

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Maroni snobba tutti e concede l’ok al pozzo petrolifero a Zibido


Maroni snobba tutti
e concede l’ok
al pozzo petrolifero a Zibido

Non è evidentemente bastato l’appoggio di Fabio Altitonante, consigliere regionale di Forza Italia, che in data 8 febbraio presentava una mozione per chiedere alla Regione di bloccare i processi amministrativi in corso “per fermare un tale scempio: non permetteremo che il Parco Sud sia prima svenduto e poi sventrato” e ancora “Voglio ricordare che il Parco Agricolo Sud Milano è uno dei più importanti parchi metropolitani d’Europa: le istituzioni hanno il dovere di valorizzarlo e proteggerlo”. Tantomeno l’impegno profuso dal Movimento 5 Stelle. E neppure la mobilitazione di cittadini, comitati e associazioni che si sono spesi per fermare la trivellazione a Zibido San Giacomo dell’Appennine Energy spa. Neanche il parere negativo espresso dal direttivo del Parco Agricolo Sud Milano. Niente di tutto questo ha scalfito la volontà di procedere della Regione Lombardia che, in data 11 marzo ha emesso il decreto di Pronuncia di compatibilità ambientale ai sensi del d.lgs. 152/06 e della l.r. 5/2010 relativa al progetto di perforazione del pozzo esplorativo denominato Moirago 1 dir nel comune di Zibido San Giacomo (Milano).
Vi aggiorneremo quanto prima sulle prossime possibili contromosse che verranno prese dall’Associazione cittadini Zibido San Giacomo.

Cari Pisapia e presidente Parco Sud vi scriviamo perché la Mapei non sottragga suolo agricolo

 

Cari Pisapia e presidente Parco Sud
vi scriviamo perché
la Mapei non sottragga suolo agricolo

Per chi non lo sapesse, la Mapei è un’industria chimica guidata da Giorgio Squinzi, dal 2012 anche presidente di Confindustria, che intende trasferire il suo quartier generale da Milano a Mediglia (dove vi è un impianto di produzione). A parte il disagio degli impiegati che da Milano si troveranno catapultati nel paesino del Parco Sud, sicuramente l’operazione va incontro alle esigenze di riduzione dei costi (vuoi mettere quelli di Milano con quelli di Mediglia?), obiettivo che ogni azienda persegue, indipendentemente dalla crisi economica. Peccato che il nuovo quartier generale andrebbe a insediarsi proprio nei territori del Parco agricolo: 132mila mq che Giorgio Squinzi vuole occupare con i nuovi uffici. Ci è giunta voce che il presidente di Confindustria ha già incontrato Pisapia, sindaco della Città Metropolitana, ente che dalla decaduta Provincia ha preso in gestione il Parco Agricolo Sud Milano: probabile che Squinzi abbia voluto perorare la sua causa e cercare di appianare gli ostacoli che si sovrappongono al progetto. E sono tanti, tutti di natura giuridico-urbanistica.
Abbiamo perciò scritto a Pisapia e alla neo presidente dell’ente Parco Agricolo Sud Milano, insieme a Italia Nostra, Legambiente e WWF.

Al sindaco Pisapia chiediamo di revocare la delibera della Giunta Provinciale (guidata da Podestà) n. 396/2014 del 16/12/2014, ovvero l’Adesione alla proposta di Accordo di Programma per la realizzazione di un centro di ricerca d’avanguardia nel campo della bioedilizia e per la valorizzazione paesaggistica e ambientale in Comune di Mediglia” (ovvero gli uffici Mapei) e a Michela Palestra, presidente del Parco Agricolo Sud Milano, ente che ancora non si è espresso in merito, chiediamo di non aderire a detto Accordo di Programma.
Inoltre, proponiamo anche una soluzione che a noi sembra ragionevole: proprio a fianco della Mapei vi sono due aree fuori Parco, di cui una dismessa, che coprono perfettamente le dimensioni del territorio che l’azienda chiede al Parco.
Per chi volesse approfondire, ecco il testo della lettera (uguale per i due destinatari, ma con diverso “oggetto”).

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Chiaravalle tra bellezza e degrado gli abitanti ne denunciano il grave stato di abbandono


Chiaravalle tra bellezza e degrado
gli abitanti ne denunciano
il grave stato di abbandono


Non il solito comunicato stampa istituzionale, bensì il contatto diretto tra cittadini e giornalisti, per raccontare e mostrare dal vivo il degrado in cui versa uno dei più bei borghi del territorio milanese, nel cuore del Parco Agricolo Sud Milano. È quanto successo oggi 14 marzo a Chiaravalle, grazie al consigliere di zona Massimiliano Toscano, che ha organizzato l’incontro con l’obiettivo di accendere i fari su questo luogo, tanto bello quanto delicato, e influenzare chi di dovere perché si faccia carico di un pronto e efficace recupero. “Il borgo di Chiaravalle -commenta Toscano- sorto intorno alla celebre abbazia, è artisticamente il più importante di Milano. Fondamentale per la storia economica della città è anche il meglio conservato tra tutti i 12 borghi comunali assorbiti da Milano negli anni ’20. Eppure, è il ‘quartiere’ più degradato, più trascurato dalle varie amministrazioni. Expo l’ha ufficialmente inserito fra i suoi itinerari, ma quello che i visitatori vedranno sparsi tra le vie e gli scorci saranno cumuli di rifiuti, corsi d’acqua mai ripuliti, strade sconnesse e angoli fatiscenti. L’incuria regna sovrana”.
Riportiamo il testo di Roberto Schena, tratto dal blog Cielo su Milano, dove con immagini eloquenti mostrano il livello di degrado. Pur non convivendo al 100% le affermazioni, riteniamo sia un utile documento di denuncia.

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Milano, giardini condivisi “a richiesta” segnalati da cittadini e associazioni che se ne prenderanno cura


Milano, giardini condivisi “a richiesta”
segnalati da cittadini e associazioni
che se ne prenderanno cura

Avete notato sotto casa un angolo che potrebbe essere abbellito con fiori multicolori? O un’area abbandonata ricoperta da rifiuti che potrebbe diventare un inaspettato giardino? Forza, allora, fatevi avanti! Il comune di Milano mette a disposizione tutto l’occorrente per rendere più verde la città!
Già ora, Milano vanta otto giardini condivisi, ovvero luoghi verdi, anche di pochi metri quadri, “adottati” dai cittadini che hanno scelto di prendersene cura, rubando così spazio al degrado e all’abbandono.
Per favorire l’ulteriore sviluppo di questa passione per il verde dei milanesi, Palazzo Marino ha approvato venerdì 13 marzo una delibera che agevola e incentiva l’iniziativa di singoli, gruppi e associazioni.
Tra le novità vi è il fatto che sarà l’Amministrazione a farsi carico di tutte le spese necessarie per far nascere un giardino condiviso, utilizzando le risorse per la manutenzione straordinaria del verde. L’eliminazione di eventuali piante infestanti, la preparazione e zollatura del terreno, lo smaltimento di rifiuti, l’allacciamento idrico per l’irrigazione e tutti gli altri interventi preparatori non saranno più a carico dei cittadini trasformazione delle aree verdi sia possibile non solo in spazi degradati o abbandonati, ma anche in porzioni di territorio sottoutilizzate.
Anche la manutenzione delle piante ad alto fusto (potature, pulizia fogliame) e gli interventi di disinfestazione contro topi e zanzare saranno effettuati dai tecnici del Comune.

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Milano pro Expo diventa capitale mondiale del greenwashing


Milano pro Expo
diventa capitale mondiale
del greenwashing

Che l’Expo sia ben lontano dai suoi obiettivi di Nutrire il pianeta è ormai storia: migliaia di ettari di verde sacrificati al cemento, autostrade inutili che solcano d’asfalto la Lombardia, sottraendo prezioso territorio agricolo (tra Tangenziale est esterna, Brebemi e Pedemontana oltre 1.600 ettari sono andati persi), multinazionali -da Coca Cola a Mac Donanld’s- ai vertici degli sponsor dell’evento. Ma Milano non accetta critiche e, per mascherare le sue scelte distruttive, si ammanta di verde, di ruolo di ambasciatrice dell’agricoltura, di difesa dell’ambiente e del cibo buono. Fatto germinare nelle piazze.
Così, dopo il campo di mais dello scorso agosto in piazza Castello, pochi giorni addietro ha seminato grano tra i grattacieli di Porta Nuova.
Ecco come Massimo De Rosa, vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera, mette allo scoperto la farsa mistificatrice del cosiddetto progetto di Land art, che vede tra i protagonisti Syngenta, il terzo rivenditore al mondo di semi e prodotti biotecnologici, la Società Produttori Sementi, sempre di proprietà di Syngenta e…

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