Campagna Lipu di monitoraggio Cicogna Bianca

Primavera 2021: il ritorno della cicogna bianca
nelle pianure irrigue lombarde
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18 aprile 2021. Nel Parco Sud, ma anche verso il Ticino e l’Adda, è sempre emozionante quando nei campi o nei cieli primaverili si avvista una o più cicogne bianche. Non c’è neppure bisogno di un binocolo: difficile confonderle quando veleggiano con le loro ampie ali di quasi due metri, oppure razzolano nei prati, con la loro livrea bianca, ali con la punta nera, becco e zampe arancioni.
Riparte anche quest’anno la campagna avvistamenti della Lipu, a cui collabora la nostra associazione. Segnalate a info@assparcosud.org il luogo, l’ora e tutte le caratteristiche del contatto: sono una, due o un gruppo più numeroso? Sono su un prato, ai bordi di un corso d’acqua o sopra un manufatto (campanile, palo dell’elettricità o altro)? Nelle vicinanze c’è un nido (impossibile non notarlo, con circonferenze di oltre un metro e un accumulo di rami che può pesare fino a 150 kg)?
Sono tutte notizie utili, per confermare e arricchire la mappatura di questo uccello, che non è solo di fiera bellezza e di grande valenza simbolica ma, per la sua dieta variegata, rappresenta un affidabile indicatore sulla qualità ambientale del territorio dove staziona. (altro…)

Lutto per la scomparsa di Giovanni Mollo

12 aprile 2020. Oggi è mancata la GEV Giovanni Mollo. L’Associazione per il Parco Sud Milano Ets si stringe attorno alla sua famiglia, ricordandolo quale esempio integerrimo impegnato nella protezione dell’ambiente e della natura.

Il Presidente, il Direttivo, i soci e le Sentinelle del Parco Agricolo Sud Milano lo ricorderanno per sempre con affetto e stima.

Andrea Bucci
Presidente dell’Associazione per il Parco Sud Milano

(Nella foto: Giovanni Mollo a Gaggiano, in occasione di Puliamo il Mondo 2018)

Proteggere l’agricoltura attorno alle abbazie del Basso milanese

Nel sud-est milanese avanzano progetti distruttivi
come la Cittadella dello Sport a San Donato
frutto dell’ignoranza del territorio e della sua storia

27 marzo 2021. Scritto da Cristiana Amoruso (per 20Zero77, magazine di politica e cultura), l’articolo evidenzia come il Sud Est Milano faccia parte della più vasta area conosciuta come Basso Milanese: terra fertilissima, ricca di acque, abitata da tempi antichissimi da uomini che, invece, ne hanno saputo intuire le potenzialità e grazie ai quali il sud Milano è stato il motore dello sviluppo complessivo di Milano e dei suoi borghi. E critica coloro che hanno intenzione di realizzare il progetto della Cittadella dello sport: non conoscono il territorio che vorrebbero così drasticamente trasformare. E neppure ne conoscono la storia, ne ignorano le potenzialità e il valore. È l’unica spiegazione plausibile del perché si voglia intervenire in questa area delicatissima e preziosa.

Proteggere l’agricoltura attorno alle abbazie del Basso milanese

Ogni giorno in Italia si cementifica un’area pari a 16 campi da calcio. Il nostro territorio non fa eccezione. Le ragioni sono varie: insediamento di logistica, centro commerciale, capannoni, abitazioni con relativi parcheggi. A San Donato invece è in arrivo un grosso complesso dello sport, a due passi da uno simile che dovrebbe sorgere a Santa Giulia.

Coloro che hanno intenzione di realizzare il progetto della Cittadella dello sport non conoscono il territorio che vorrebbero così drasticamente trasformare: non ne conoscono la storia, ne ignorano le potenzialità e il valore. E’ l’unica spiegazione plausibile del perché si voglia intervenire in questa area delicatissima e preziosa.

Il Sud Est Milano fa parte della più vasta area conosciuta come Basso Milanese: terra fertilissima, ricca di acque, abitata da tempi antichissimi da uomini che, invece, ne hanno saputo intuire le potenzialità e grazie ai quali il sud Milano è stato il motore dello sviluppo complessivo di Milano e dei suoi borghi.

Elementi naturali come le risorgive e la conformazione pianeggiante del suolo, facilmente coltivabile, sono state osservate e studiate con cura tale da essere poi individuate come risorse essenziali che hanno portato i monaci ad ideare le marcite. Questa fu l’innovazione tecnica che rivoluzionò gli allora mezzi produzione della più importante materia prima: il foraggio fresco per nutrire cavalli e buoi. È in ragione di questo passaggio storico a cui si deve l’inizio dello straordinario sviluppo economico, tecnico e civile che ha reso grande la Lombardia.

Il contesto storico, la società e il sistema economico sono oggi totalmente cambiati, ma qualcosa è rimasto di un passato glorioso, da non vedere come un’inutile e malinconico rimpianto, ma come esempio di un’intelligente visione e una giusta comprensione del territorio che oggi, come secoli fa, potrebbe rappresentare la leva di un cambiamento verso un differente tipo sviluppo che la storia e i problemi odierni chiedono a gran voce. In questo contesto bisogna prendere con coraggio le decisioni che più tutelino quello che stiamo pericolosamente perdendo: suolo, risorse naturali, salubrità e vivibilità.
In questa area del sud Milano permangono le Abbazie degli Umiliati (Chiesa di Monluè periferia di Milano Est; Abbazia di Viboldone a San Giuliano Milanese; Abbazia di Mirasole nel comune di Opera), quelle dei Cistercensi (Chiaravalle) e dei monaci Cluniacensi (Santa Maria in Calvenzano a Vizzolo Predabissi). Sono anche miracolosamente rimaste alcune marcite, che fornendo abbondanza di foraggio, hanno dato origine all’invenzione di un sistema di conservazione dell’eccedenza di latte: il formaggio Grana Padano, prodotto a Chiaravalle e nella vicina cascina Tecchione.

In zona si trovano cascine e terreni coltivati, canali e rogge, antichi mulini strade poderali utilizzate già dal medioevo, se non prima. Sarebbe veramente lungo l’elenco di quanti manufatti di valore storico ed etnoantropologico esistono ancora e che sono presenze nel territorio e nel paesaggio. Questi ambiti stanno però subendo pesanti minacce alla loro sopravvivenza: una cieca urbanizzazione che non si arresta e che sta drammaticamente riducendo le terre agricole, e una fitta rete viabilistica, con le sue infauste conseguenze, che le sta frazionando e depauperando.

Si sono però creati dei validi progetti che, riconoscendo l’enorme valore di questo patrimonio naturale e paesaggistico e che è anche storico e identitario, hanno come scopo la sua tutela e conservazione.

È ormai da anni che è in fase di sviluppo il progetto Strada delle abbazie ed è già stato realizzato in buona parte il tracciato del Cammino dei monaci.

Associazioni e cittadini lavorano e partecipano sempre più numerosi alle varie attività di fruizione dei territori, alla conoscenza della sua storia e ad attività di tutela diretta ad opera di volontari.

Il sud Milano risulta oggi essere nell’occhio del ciclone dell’ennesimo progetto cementificatorio che trova le sue pretestuose giustificazioni nel recupero di aree degradate (che non lo sono); nella sicurezza (perseguibile con ben altri mezzi che non siano l’urbanizzazione massiccia); nella fornitura di servizi e strutture sportive (spesso decisamente inflazionati); nella promessa di aree verdi (sempre ridimensionate rispetto a quanto promesso).

Le forti spinte espansive della Metropoli milanese stanno sempre più frantumando e soffocando i preziosi terreni a sud: riserva di terre agricole, spazi di paesaggi che ancora ricordano tradizioni e bellezza, forzieri dove è custodita ed è ancora visibile, nelle sue importanti rimanenze, la storia e il percorso della civiltà che ha plasmato questa regione.

Ecco perché la recente approvazione da parte del comune di San Donato Milanese del progetto “Cittadella dello sport” nei residui terreni coltivati (30 ettari) che separano l’abitato di San Donato da Milano, corrisponde ad un disastro annunciato.

Ci sono purtroppo altri campanelli d’allarme che richiamano la nostra attenzione.

A San Giuliano, una nuova strada comprometterà le uniche marcite rimaste in zona presso cascina Sesto Gallo, porterà traffico non distante dalla vicina abbazia di Viboldone e interromperà un corridoio verde su cui si svilupperebbe il tracciato del Cammino dei Monaci.

Occorre avviare un’importante riflessione sul tipo di futuro che vogliamo per il nostro territorio e saper scegliere con lungimiranza, tra costi e benefici, a livello di salute, benessere, vivibilità, tutela della bellezza.

Forse bisognerebbe essere capaci di prendere coraggiose e sagge decisioni come fecero i monaci agli albori di nuova era di epocali cambiamenti e novità.

L’Europa deve difendere questo patrimonio culturale, agricolo, storico, paesaggistico poiché le amministrazioni locali sembrano essere insensibili a questa ricchezza già molto intaccata da un’urbanizzazione incurante, miope e spesso cinica.

A fronte delle pressioni edificatorie e ai rapidi guadagni derivanti, le Amministrazioni locali sembrano deboli e accecate da un’idea di progresso e modernità dimentico dell’unicità e del valore di questa area geografica che fu di capitale importanza per il capoluogo lombardo. In particolare, i beni culturali presenti nelle nostre realtà risultano spesso non censiti, non sono adeguatamente conosciuti e studiati e rappresentano il fanalino di coda in quelle che sono le politiche e le scelte dei comuni.

La situazione così come si presenta oggi, al netto delle complessità e dei problemi che caratterizzano le scelte amministrative, non promette nulla di buono rispetto a quello che molti ora desiderano per il territorio e per la qualità della loro vita.

Milano non sfugge a queste contraddizioni e a queste criticità.

La città sembra ora, purtroppo, orientata a fagocitare le sue radici: sappiamo bene però che senza radici, semplicemente, non c’e futuro.

Immagine di copertina: Abbazia di Chiaravalle, foto di © Adriano Carafòli

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Passa in CM il progetto di Parco Naturale nel Parco Sud

Parco Sud con aree naturali? No Grazie
La destra è assolutamente contro.
E la Regione Lombardia dice sproloqui

6 febbraio 2021. Lo scorso 4 febbraio il Consiglio della Città Metropolitana ha votato la delimitazione delle aree a Parco Naturale all’interno del Parco Agricolo Sud Milano.
Dopo quello dell’Assemblea dei sindaci del Parco Sud, anche in questo caso il voto è stato a stato a favore: 15 per il sì e 6 contrari, tutti del centro destra: Ettore Fusco – vice sindaco di Opera, Marco Ballarini – sindaco Corbetta, Vito Bellomo – Consigliere comunale Melegnano, Cocucci Vera Fiammetta Silvana Solange – Consigliere Mediglia, Raffaele Cucchi – Sindaco Parabiago e Angelo Antonio di Lauro – consigliere comunale Cinisello Balsamo.
Ora la proposta passa alla Regione Lombardia, che a giudicare dalle dichiarazioni di Fabio Rolfi, assessore all’alimentazione, agricoltura e sistemi verdi, non l’ha certo presa bene: ““Milano con Expo è stata capitale mondiale del cibo prodotto grazie a una agricoltura sostenibile. La città metropolitana invece ha una visione ‘agrifobica’ che strizza l’occhio a un ambientalismo ideologico e che intende criminalizzare e punire l’agricoltura del Parco agricolo sud, eliminandola dai confini di Milano. Ci aspettiamo una presa di posizione del sindaco del capoluogo, visto che all’epoca è stato a capo della macchina organizzativa di Expo. Spero non si rimangi tutti i messaggi mandati allora”. Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, in merito alla approvazione, da parte del Consiglio della Città metropolitana di Milano, della proposta di perimetro per l’istituzione del parco naturale nel territorio del Parco agricolo sud. (altro…)

Ferrovie buone ultime per il Ministero

Ferrovie, raddoppio Milano – Mortara
Arriva il “no” del Ministero, ipotesi per il 2036
La delusione dei pendolari e ambientalisti

15 febbraio 2021. Riprendiamo da www.ferrovie.info l’articolo che segue. Il raddoppio di questa linea è una delle richieste dei comitati, associazioni ambientaliste e di agricoltori e cittadini che si oppongono al progetto della distruttiva superstrada Vigevano-Malpensa. Ma, per i portatori del vecchio modello di sviluppo, le strade hanno sempre la precedenza.

Milano – Mortara, arriva il no del ministero delle Infrastrutture per il raddoppio. Pendolari delusi: il rischio è quello di aspettare fino al 2036.
La notizia era nell’aria già da settimane.
Il tanto atteso raddoppio della linea ferroviaria non ci sarà, in quanto non è presente nel concordato tra Ministero e Rfi fino all’anno 2021.
Il “no” ministeriale arriva dopo tutta una serie di indizi: il raddoppio dell’opera era magicamente sparito già da un paio di anni dai piani di mobilità lombardi. In tanti avevano quindi captato la possibilità che il raddoppio, almeno in un primo momento, saltasse del tutto; cosa che si è puntualmente verificata.
In realtà il documento del Ministero dice “no” per il momento, perchè viene comunque riportato uno slittamento del progetto esecutivo al 2026, per ultimare i lavori nel 2036. Una data che suona come una beffa per le migliaia di pendolari lombardi, che vedono così la prospettiva di treni regionali più puntuali e veloci spostata di tantissimo in avanti.
La speranza di tutti, a questo, che la situazione possa migliorare più velocemente almeno per quanto riguarda il materiale rotabile.
Intanto, però, ogni giorno la linea ferroviaria in questione si conferma tra le più martoriate di Lombardia.

Riqualificazione sp 40: autostrade e superstrade antieconomiche

Anche le analisi economiche parlano “verde”:
meglio la riqualificazione leggera della Binaschina
alle costose ipotesi di autostrade e superstrade

13 febbraio 2021. Dagli studi economici redatti da Regione Lombardia ne esce un risultato inatteso: le analisi dei costi-benefici delle varie ipotesi di riqualificazione della strada provinciale 40 Binasco-Melegnano mostrano che è meglio una riqualificazione “light” sull’attuale sedime stradale, piuttosto che lanciarsi su mega-potenziamenti come le ipotesi di superstrade e autostrade, decisamente più costose e dannose per l’ambiente. La loro antieconomicità rimane anche prendendo in considerazione i ricavi dei pedaggi, di cui è tutta da valutare l’accettabilità sociale dei cittadini-utilizzatori del tratto viabilistico.
Per la verità, i tecnici estensori dello studio hanno cercato di accontentare i fautori dello sviluppo illimitato di autostrade, ben presenti al governo della Regione, effettuando un’analisi della fattibilità economica-sociale che include elementi di incertezza e valutazioni discrezionali. Quale costo hanno il consumo del suolo, l’inquinamento dell’aria e i danni al paesaggio? E quale è il beneficio economico di poter arrivare a destinazione qualche minuto prima? A fronte magari di un pedaggio, che potrà sì far diminuire i costi (neanche troppo) ma per i cittadini di questo territorio non potrà che essere vissuto che come una gabella.
E ora veniamo ai numeri, di fonte regionale, che dovrebbero convincere anche gli insensibili ai temi dell’ambiente. (altro…)