Le strutture e il verde dell’ippodromo di San Siro sono salvi

AGGIORNAMENTO

La proprietà di San Siro annuncia il ritiro del ricorso
contro il vincolo delle strutture ippiche

16 giugno 2020. Buone notizie: in una lunga intervista a Repubblica di stamani, Fabio Schiavolin, amministratore delegato di Snaitech, società proprietaria dell’ippodromo milanese di San Siro, ha annunciato il ritiro del ricorso al Consiglio di Stato contro il vincolo monumentale apposto 16 anni fa dalle Belle Arti. La notificava porterà presumibilmente al provvedimento di cessata materia del contendere.
Alla decisione della società ha senz’altro contribuito l’importante decisione del Comune di Milano di costituirsi contro Snaitech, in difesa della tutela del verde ippico (vedi articolo precedente).

Comune di Milano a difesa del verde del galoppatoio

Ippica di San Siro: proprietà vuole togliere il vincolo
ma Palazzo Marino mette in campo i suoi avvocati
per mantenere le tutele dell’ampio spazio verde

5 giugno 2020. Sull’area di San Siro si gioca una partita urbanistica molto complessa e delicata per l’area del Parco Sud che comprende il nord-ovest cittadino: riguarda non solo il progetto stadio e coinvolge diversi attori presenti sul territorio con differenti interessi, affidabilità, obiettivi. In sostanza, si contrappongono gli interessi dei cittadini, che vogliono il mantenimento e la valorizzazione del verde, e le immobiliari, tese allo sfruttamento delle loro proprietà.
Uno di questi soggetti è Snaitech, proprietaria dell’Ippodromo del galoppo, che ha presentato ricorso al Consiglio di Stato chiedendo l’annullamento del vincolo monumentale apposto sulle sue aree nel lontano 2004: 1,5 milioni di mq di verde ippico e pregiate scuderie, uno straordinario patrimonio per l’ecosistema urbano non a caso incluso nel perimetro del Parco Sud Milano.
Ieri, in Consiglio comunale, l’assessore Maran, rispondendo a un’interrogazione del consigliere verde Enrico Fedrighini, ha comunicato la decisione del Comune di Milano di costituirsi in giudizio al Consiglio di Stato contro Snaitech. La deliberà passerà in Giunta Comunale oggi stesso.
“Una scelta opportuna e importante in difesa dell’interesse pubblico –afferma Enrico Fedrighini-. Un’ottima notizia per chi ritiene che la tutela del meraviglioso polmone verde ippico di San Siro rappresenti un obiettivo strategico per il nord ovest milanese”. E, aggiungiamo noi, di tutto il Parco Sud. Lo testimonia l’impegno della nostra e altre associazioni ambientaliste (soprattutto Italia Nostra) per ottenere il vincolo della Sovrintendenza su questa area.

GEV Lombardia: valorizzate o disincentivate?

Votata all’unanimità la legge
di riordino delle GEV in Lombardia
Ma saranno veramente libere di agire?

21 maggio 2020. La nuova legge che mette mano al corpo regionale delle Guardie Ecologiche Volontarie (GEV) è stata approvata in Consiglio regionale. L’unanimità ottenuta in aula rappresenta un punto a favore dell’assessore all’ambiente Raffaele Cattaneo: “Dopo 15 anni – dichiara l’assessore regionale – era necessario rilanciare queste figure”. Ed ecco, tra l’altro, ripristinata la giornata delle Guardie Ecologiche Volontarie, come segno tangibile dell’affetto e riconoscenza per il loro impagabile lavoro.
Tutto bene, quindi? A sentire i diretti interessati, mica tanto. Perché, negli aspetti operativi cruciali, la legge demanda le modalità agli enti che le gestiscono (province, parchi, comunità montane e Città Metropolitana di Milano) che in diversi casi –eclatante quello della provincia bresciana- pongono dei seri limiti all’operare dei volontari. Ad esempio, una guardia deve preavvertire con giorni d’anticipo l’orario della sua presa servizio: e, se per caso vede uno scarico abusivo di rifiuti mentre sta portando a spasso il cane, che fa? Si volte dall’altra parte e si allontana? Altro caso, per ora anch’esso solo bresciano, è l’impedimento alle GEV di effettuare controlli speditivi sui luoghi dei reati ambientali. Ovvero, la guardia dovrebbe solo redigere il verbale e poi passare le carte agli uffici. (altro…)

Rocca Brivio luogo del cuore FAI 2020

I Comuni vogliono svendere Rocca Brivio?
E noi facciamola diventare
Luogo del Cuore 2020 del FAI

Si parla tanto di bellezza, di storia dei luoghi, di preservazione dei paesaggi e poi spesso nemmeno sappiamo di avere a due passi da noi un gioiello di incommensurabile valore.
Rocca Brivio, situata tra San Giuliano Milanese e Melegnano, patrimonio storico del Sud Milano, tra i cui proprietari figura anche il Comune di San Donato Milanese, rischia di essere “svenduta” all’asta. Possiamo noi cittadini comuni salvarla? Probabilmente no, ma ci possiamo provare facendola diventare “Luogo del Cuore FAI 2020”. Come?
Basta poco, una firma con un clic.
Io l’ho fatto, fatelo anche voi, grazie.

P.S.:  Per votare dovete registrarvi sul sito del FAI. Per favore, dopo aver votato, verificate che il voto sia stato effettivamente acquisito. Se non siete sicuri, piuttosto provate a ripetere l’operazione. Dopo il voto deve comparire una pagina di ringraziamento e dovreste ricevere conferma via email (per chi si registra con la mail).

https://fondoambiente.it/…/rocca-brivio-san-giuliano-milane…

Non più come prima, ma meglio

MANIFESTO
PER UN FUTURO SOSTENIBILE IN LOMBARDIA
al tempo del Covid 19

di Legambiente, Italia Nostra e WWF

L’emergenza Coronavirus ci ha insegnato che è necessaria una riflessione sul modello di sviluppo fin qui adottato e questo riteniamo sia il momento propizio per cambiare rotta. Massicci investimenti verranno mobilitati per contrastare la forte crisi che succederà alla pandemia, un flusso di risorse economiche verrà
messo in disponibilità a singoli, società, aziende ed enti pubblici. Queste ingenti risorse, che serviranno perla ripresa, non dovranno  essere utilizzate per far crescere ancora i consumi, gli sprechi e la distruzione di risorse naturali e società umane col conseguente incremento di squilibri e nuove criticità ambientali.
La pandemia che ha colpito tutti i popoli della terra, ma che ha più duramente colpito le aree sviluppate del pianeta come la nostra Regione, è in parte anch’essa frutto degli stessi errori che hanno determinato i drammatici cambiamenti in atto.
La globalizzazione economica delle merci e del lavoro ha provocato, cosi come si è sviluppata, forti
cambiamenti sociali, esasperazione e drammaticità dei flussi migratori, declino di biodiversità e distruzione
degli habitat, riscaldamento globale e preoccupante accelerazione dei cambiamenti climatici, incentivazione
dei conflitti armati e aumento delle povertà. Lo sviluppo esasperato ha portato aridità e perdita di identità,
diseguaglianze e insicurezza ambientale e sociale. Avremo bisogno di un significativo cambiamento per
sopravvivere con il pianeta alle sfide ambientali e sociali che sono in atto.
Con questo nostro MANIFESTO vogliamo proporre alla politica alcuni spunti di riflessione e suggerire
azioni concretamente perseguibili affinché la ripresa dopo la pandemia sia sostenibile e produca un
cambiamento radicale e sostanziale nel modello di sviluppo fin qui perseguito. Vuole anche essere stimolo
a ciascun cittadino perché s’impegni a fare la propria parte. Il cambiamento del nostro stile di vita , infatti,
deve essere sentito da ognuno di noi come necessario e desiderabile e per fare questo AVREMO BISOGNO
DI ALCUNE AZIONI E NON DI ALTRE. (altro…)

Covid-19 spazza via le GEV?

Lettera aperta dell’Associazione Parco Sud
Perché in tempi di Covid-19
le GEV non possono pattugliare il territorio?

27 aprile 2020. E’ un controsenso: le già limitate forze dell’ordine hanno in questo periodo più incombenze, e per controllare il territorio si rinuncia al prezioso apporto delle Guardie Ecologiche Volontarie (GEV).
Eppure non è che non serva. Anche sotto distanziamento sociale per via del virus Covid-19, non mancano gli attacchi all’ambiente e al territorio. Anzi, discariche, roghi e altri disastri continuano a riempire le cronache anche queste settimane: tra gli ultimi esempi, l’incendio a una discarica abusiva di oli esausti e altri rifiuti pericolosi in territorio di Assago e i roghi a Pieve Emanuele di camper e auto abbandonate in un piazzale.
Ma le Gev, come detto, devono rimanere a casa.
Non sapendo se si tratti di una disposizione dall’alto o la pensata di un funzionario che gestisce il servizio, la nostra associazione ha scritto un po’ a tutti, dalla Regione alla Città Metropolitana. Dopo aver ricordato il loro impegno e quanto sono apprezzati dai cittadini amanti dei propri territori, si arriva alla richiesta diretta, ovvero “la ripresa tempestiva del lavoro di quelle guardie ecologiche volontarie che, rispettose di tutti i dettami anti Covid19, vogliano mettersi in servizio ripristinando così il presidio del territorio lombardo”.
Attendiamo fiduciosamente risposte. Il territorio non può attendere.
(Foto da ilgiorno.it)