Per un pugno di euro! A Zibido San Giacomo arrivano le trivelle e scaveranno fino a 4.200 m di profondità

Per un pugno di euro!
A Zibido San Giacomo arrivano le trivelle
e scaveranno fino a 4.200 m di profondità

A Zibido San Giacomo, uno dei comuni più belli del Parco, arrivano i petrolieri: spezzeranno non solo la fertile campagna, ma inquineranno l’ambiente e devasteranno il meraviglioso paesaggio agrario. Non sono bastate le molteplici azioni di contrasto messe in campo dai cittadini e dagli ambientalisti, dalle manifestazioni ai ricorsi al TAR, agli incontri con esperti per informare sugli effetti devastanti di questa operazione. E neppure è stato tenuto in conto del parere negativo dell’Ente Parco Agricolo Sud Milano: il pozzo si farà! L’amministrazione comunale e l’Apennine Energy hanno siglato in questi giorni la convenzione che dà il via libera al progetto di ricerca del metano.
In merito, il Comune ha emesso un comunicato stampa che evidenzia “i benefici” ottenuti: un Osservatorio ambientale, un Comitato di controllo e opere di mitigazione e compensazione per 800.000 euro (qui sotto riportato).
Intanto, in fondo al testo, vi informiamo cosa comporta la prima e la seconda fase di ricerca degli idrocarburi…

19 settembre 2016

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A Basiglio i cacciatori riconsegnano le anatre abbattute oggi, giorno di apertura venatoria Colpevole il silenzio delle autorità!

A Basiglio i cacciatori riconsegnano le anatre
abbattute oggi, giorno di apertura venatoria
Colpevole il silenzio delle autorità!

Le istituzioni preposte dovrebbero vergognarsi di stare seduti su quelle poltrone: ecco cosa succede oggi a Basiglio, raccontato da Tony Bruson, sentinella del territorio.

“Oggi, giorno di apertura della caccia, come se non ne avessi già visti abbastanza di germani morti per il botulismo, questa volta ho dovuto raccoglierne di ‘sparati’. Infatti, ho incontrato dei cacciatori dell’associazione Enal caccia, nei pressi cascina Giuseppina (tra Basiglio e Zibido San Giacomo, ndr): gli ho spiegato del problema botulino, di cui non ne sapevano nulla. Allora gli ho mostrato le foto e filmati, e si sono arrabbiati perché nessuno li aveva avvertiti. Così, hanno smontato i richiami e gli appostamenti, e se ne sono andati ringraziandomi. Ovviamente non volevano più i germani abbattuti, quindi me li hanno consegnati (vedi immagine) e io li ho dati alla GEV (guardia ecologica volontaria). Non capisco -continua Bruson, perché le istituzioni non hanno avvertito dalla situazione botulino: avrebbero risparmiato la vita di quei germani. Purtroppo, nel frattempo, ho avvistato altri germani evidentemente ammalati”.
Noi, con Tony Bruson, già il 28 di agosto, abbiamo chiesto per iscritto alla Città Metropolitana e al sindaco di Basiglio di vietare o almeno ritardare l’avvio della caccia in quest’area dove, come segnalato già a metà luglio, persiste questa grave situazione di moria di anatre (germani) dovuta al botulino, confermata anche dalle analisi dell’Asl (ora Ats, Agenzia tutela della salute). Il comune di Basiglio ha posto alcuni cartelli sulle campagne, per avvisare i cacciatori dei rischi, ma il sluto delle altre amministrazioni è stato totale.

La Città Metropolitana ha previsto un incontro (siamo stati invitati anche noi e ci andremo con Tony Bruson) per il 21 settembre: due mesi dopo il lancio dell’allarme. Ma un’azione di buonsenso. come il rinvio, richiedeva forse troppa responsabilità?

 

18 settembre 2016

Milano promuove la Food Policy e premia le buone pratiche sostenibili Votate anche voi il progetto preferito

Milano promuove la Food Policy
e premia le buone pratiche sostenibili
Votate anche voi il progetto preferito

 

A luglio, il Comune di Milano ed Equo Garantito, l’associazione italiana che raggruppa più di 80 organizzazioni del Commercio Equo e Solidale in Italia, avevano indetto un concorso per premiare le buone pratiche locali sul cibo sostenibile che rispondano alle priorità della Food Policy di Milano: ora è il momento di poter scegliere il progetto più affine alle vostre sensibilità.
La food policy è una politica adottata da governi, enti locali, organizzazioni per indirizzare produzione, trasformazione, distribuzione, acquisto di cibo, il suo recupero e la gestione dei rifiuti organici. L’intento è quello di creare sinergie tra i vari attori del sistema alimentare (agricoltori, imprese, associazioni, consumatori, enti locali ecc) per attuare una visione di lungo termine sulle scelte legate al cibo.
Il concorso premierà 3 progetti (tra i 12 pervenuti) con 2.500 euro ciascuno. Tra le possibili attività finanziabili ci sono gli orti urbani, i micro giardini, i micro catering, i mercati di contadini o gruppi di acquisto locale, attività di recupero delle eccedenze alimentari e molte altre azioni già in essere.
La nostra associazione ha selezionato 3 progetti…

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Opera

Opera

 

 

 

Comune della periferia sud di Milano, Opera conta circa 13880 abitanti distribuiti su una superficie di 7,29 Kmq. Ammontano a 4,25 Kmq i territori afferenti all’area del Parco Agricolo. Oltre al nucleo centrale del paese, Opera si compone delle frazioni Dosso Cavallino (piccolo centro abitato a ridosso della SP28) e Noverasco (la frazione più popolosa, situata a nord rispetto al centro-paese e direttamente confinante con Milano).

L’amministrazione comunale è retta da una giunta di centro-destra, che una lista di centro-destra il partito di maggioranza, guidata dal sindaco Antonino Nucera (in carica dal 2018).

protocollo.opera@cert.legalmail.it

http://www.comune.opera.mi.it

Da vedere

Abbazia Mirasole

Risalente agli inizi del 1200 d.C. e fondata dall’ordine religioso degli Umiliati, l’abbazia Mirasole costituisce una delle più interessanti testimonianze di architettura umiliata milanese. Si tratta di un esempio di cascina-abbazia, che contempla sia spazi dedicati al culto religioso che altri destinati all’agricoltura. Non a caso, la struttura si compone di edifici agricoli, oltre che della chiesa di Santa Maria Assunta e del chiostro, costituito da un loggiato di colonne in cotto e considerato la vera gemma dell’intero complesso monastico. Il concetto di “grangia”, ovvero di abbazia-fattoria, è rafforzato dalla presenza di due accessi: uno verso la città, l’altro verso i campi, nella corte circondata da stalle, laboratori (teatro di un florido passato nella lavorazione tessile) e abitazioni. Dopo lo scioglimento dell’ordine degli Umiliati (1571), l’abbazia subì diversi passaggi di proprietà. Fu quindi Napoleone Bonaparte, nel 1797, a donarla all’Ospedale Maggiore di Milano, in segno di riconoscimento per le cure prestate ai suoi soldati. In anni più recenti l’abbazia è stata oggetto di alcuni significativi restauri, grazie soprattutto all’impulso dell’Associazione per l’Abbazia di Mirasole, fondata nel 1981. La vera svolta, tuttavia, è arrivata nel febbraio del 2013, quando la Fondazione IRCSS Ca’ Granda, attuale proprietaria del complesso, ha deciso di assegnarne il comodato d’uso gratuito al Priorato Premostratense di San Norberto. I monaci premostratensi hanno così stabilito a Mirasole la loro nuova sede – precedentemente sita a Gozzano, nel priorato di Novara – donando all’abbazia nuova vita. È grazie a loro, infatti, che l’abbazia è tornata ad aprire i propri spazi al pubblico, non solo attraverso funzioni religiose e visite guidate, ma anche ospitando mostre e vari eventi culturali e di aggregazione sociale.

Dal luglio 2016, tuttavia, i premostratensi hanno lasciato l’abbazia, che è stata assegnata, attraverso un bando di locazione, alle fondazioni “Progetto Arca” e “Arché”. L’obiettivo è quello di mettere l’abbazia al centro di un nuovo progetto, che la vedrà ospitare nuclei di mamma-bambino con fragilità sociali e relazionali e una piccola comunità di sacerdoti . Oltre a garantirele celebrazioni religiose quotidiane, quest’ultimi si occuperanno di promuovere iniziative di formazione e studio su temi quali la fragilità, la marginalità e il welfare. L’abbazia continuerà ad ospitare, inoltre, eventi culturali e corsi di formazione professionale destinati non solo agli ospiti della struttura, ma all’intera cittadinanza. È prevista, inoltre, l’apertura di un bar-caffetteria e di una bottega per commercializzare i prodotti realizzati in abbazia, nell’ottica di rendere Mirasole uno spazio quotidianamente aperto al pubblico.

 

Santuario Madonna dell’Aiuto

Santuario del XV secolo dedicato al culto Mariano. Nata come cappelletta dedicata al Crocefisso, lungo la strada campestre che serviva per il passaggio del bestiame e ai carri agricoli delle cascine circostanti, venne successivamente ampliata, con la costruzione (sul lato opposto della via) di un’edicola dedicata alla Vergine Maria. Negli anni seguenti, a seguito del forte sviluppo dell’attività agricola nelle aree circostanti, si decise di accorpare edicola e cappella in un’unica costruzione, deviando in parte il percorso della strada campestre. La piccola chiesa divenne quindi punto di riferimento per il complesso delle sette cascine (Montalbano, Mirasole, Cassette, Torre, Marisa e le due Rovedine) che costituivano, all’epoca, il tessuto del paese.

Di notevole valore artistico l’affresco di scuola leonardesca (seconda metà del XV secolo) raffigurante Ludovico il Moro che supplica la Vergine.

Apprezzabili, inoltre, il monumentale organo dell’Ottocento, la cappella della Madonna del Carmelo (opera lignea del XVI secolo) e l’altare maggiore, con balaustre risalenti al XVI secolo. Quest’ultimo poggia sull’antico rudere di un canale scolmatore d’epoca romana.

Cascina Montalbano

Di proprietà del Collegio Elvetico di Milano e risalente al XVIII secolo (come testimoniato dalle mappe del cosiddetto “Catasto Teresiano” del 1722), cascina Montalbano è situata nell’estremo ovest del comune di Opera, al confine con il comune di Pieve Emanuele, segnato in parte dal corso del Lambro meridionale. Formato in origine da un unico edificio, che ne delimita la corte lungo il lato nord-ovest, il complesso non ha subito particolari modifiche (eccettuata la costruzione di un porticato davanti all’edificio, avvenuta intorno al 1855) fino ai primi anni del Novecento. L’impianto attuale è il risultato di ampliamenti dovuti alla costruzione di numerosi edifici ad uso agricolo e di servizio.

Attualmente la corte principale del complesso comprende due stalle con fienile, la casa padronale, i sili e alcuni altri edifici di servizio. La casa padronale è una struttura di tre piani a pianta quadrilatera, con facciate piane in mattoni su cui risaltano le fasce marcapiano e le piattabande dei vani finestra. Le due stalle, con portico situate lungo il lato sud-ovest, sono prevalentemente costruite con materiali tradizionali (murature in laterizio pieno, tetti con struttura lignea, solaio piano ligneo o in putrelle e voltine), in parte integrati o sostituiti con elementi in calcestruzzo armato e laterizio. Ad est della casa padronale si trova l’aia quadrilatera, delimitata dal vecchio granaio e da portici utilizzati come rimesse delle macchine agricole. A sud della corte principale è collocata, invece, la corte colonica costituita da due edifici residenziali e dal fabbricato dei servizi colonici. I terreni agricoli si sviluppano a nord e ad est della cascina, mentre le aree a ovest e a sud del complesso confinano con Fizzonasco (frazione di Pieve Emanuele).

Feste

  • Ogni anno, l’ultima domenica di giugno, si celebra la Festa Patronale in onore dei Santi Pietro e Paolo.

Lungo le principali vie del paese e per l’intera giornata, viene allestito un mercato di bancarelle e uno spazio ludico con gonfiabili e giochi per bambini. Il programma della giornata prevede, inoltre, eventi quali esibizioni artistiche, sfilate e spazi d’intrattenimento musicale e danzante. In serata bar e ristoranti del paese allestiscono punti ristoro, proponendo varie specialità.

  • La terza domenica di luglio si tiene “L’Antica festa di Opera”. A partire dal primo pomeriggio, le principali vie del paese vengono animate da una piccola fiera di bancarelle, dal mercatino dei bambini e dall’esibizione itinerante del corpo bandistico locale. Nel tardo pomeriggio si tiene, inoltre, la tradizionale “gara delle torte”: chiunque può partecipare, previa iscrizione, proponendo una torta di sua creazione, che viene poi sottoposta all’assaggio dei cittadini e di una giuria preposta a decretare un vincitore.

Le origini di questa festa risalgono agli inizi del secolo scorso e, in particolare, alla terza domenica di luglio del 1905, quando si tenne la consacrazione definitiva della Chiesa di San Pietro (quella che, dal 1960, con la costruzione della nuova chiesa, è diventata l’attuale Santuario della Madonna dell’Aiuto). Un’altra fonte, tuttavia, attribuisce l’origine della festa alla celebrazione del ciclo di raccolta del grano ed al salario, che veniva elargito ai contadini il lunedì dopo la festa. A suffragio di questa ipotesi c’è la giornata di festa per i dipendenti del Comune, che cadeva, appunto, il terzo lunedì di luglio.

  • Il mese di maggio è tradizionalmente animato dal cosiddetto “Maggio Operese”, una serie di iniziative (tra cui tornei sportivi, la marcia podistica, mostre d’arte e spettacoli per bambini) che coinvolge le varie associazioni sportive e culturali del paese e che si sviluppa nell’arco dell’intero mese.
  • Nei mesi di giugno e settembre, infine, per un sabato al mese va in scena la “Notte Bianca”. Per l’occasione, a partire dal tardo pomeriggio, strade e piazze vengono invase dai profumi e dai sapori di pizzerie, bar e dei vari negozi di alimentari. Sono numerosi, infatti, gli esercenti che partecipano con entusiasmo all’evento, allestendo punti-ristoro con diverse proposte: grigliate di carne, pizza al trancio e specialità che spaziano dalla tradizione regionale (come gli arancini siciliani) a sapori più esotici, come la paella. In vari punti del paese, poi, l’intrattenimento è assicurato da esibizioni musicali, karaoke e spettacoli di danza, mentre i negozi aperti contribuiscono a regalare un’atmosfera di festa che si protrae sino a tarda sera.

Zibido San Giacomo

Zibido San Giacomo

 

 

 

Comune dell’area sud-ovest Milano, conta circa 6791 abitanti, distribuiti tra i diversi nuclei urbani che ne costituiscono il territorio: Zibido, San Giacomo, Badile, Moirago e San Pietro Cusico. Si estende per circa 24,60 kmq, dei quali ben 21,56 rientrano nel perimetro del Parco Agricolo Sud Milano.
L’amministrazione comunale è retta da una giunta costituita dai rappresentanti della lista civica “Noi Cittadini”, con Sonia Belloli sindaca, in carica dal giugno 2018.

protocollo@pec.comune.zibidosangiacomo.mi.it 

www.comune.zibidosangiacomo.mi.it

 

Da vedere

Chiesa di San Giacomo
Situata presso la piazza del municipio, è la presenza artistica e architettonica più importante della zona. L’edificio è opera di un ignoto quanto notevole architetto del Rinascimento, ma la sua storia pare avere radici molto più antiche, forse, in quanto a fondazione, addirittura di epoca paleocristiana. A questa chiesa è legata la leggenda della sepoltura del corpo di San Giacomo apostolo, avvenuta nell’anno 512 a opera di Sant’Eustorgio, arcivescovo di Milano. Per l’occasione venne costruito un santuario attorno al quale, grazie all’arrivo di pellegrini, si sviluppò un primo gruppo di case.
L’interno rileva una cospicua decorazione a fresco d’epoca. Attorno all’abside è collocato il cinquecentesco coro ligneo a 20 stalli originari, di cui uno è andato perduto. Il coro è stato restaurato nel 2014 grazie a fondi regionali ed europei. Al centro, a sovrastare la porta che conduce in sagrestia, è l’emblema dei carmelitani, che abitavano il convento soppresso alla fine del Settecento. Di pregevole fattura gli affreschi della cappella di San Giacomo e quello della Madonna col Bambino (1537). Sul sagrato è esposto il sarcofago in serizzo (pietra simile al granito) che, secondo la leggenda, Sant’Eustorgio trasportò da Gerusalemme a Santiago de Compostela. Accanto si trova una colonna in granito rosa sormontata da una croce in ferro, innalzata nel 1630 per aver evitato l’epidemia di peste in corso in Lombardia. Sulla parete del campanile, in sacrestia, si trova il più antico affresco della chiesa, raffigurante un santo con aureola. A destra dell’altare maggiore, infine, si può ammirare la Pietà del 1577, con paliotto in scagliola di marmo.

Chiesa di Santa Maria Assunta
Situata in località Zibido, è una chiesa edificata nel XV secolo, di cui conserva ancora buona parte della struttura. Notevole è la Cappella della Madonna del Rosario, restaurata nel 2014 grazie a fondi regionali ed europei, che conserva una statua lignea della Vergine, circondata dalle magistrali formelle dei Misteri del Rosario. Pregevole la fattura dell’organo sopra il portone d’ingresso. La settecentesca colonna in serizzo sul sagrato, con la croce soprastante, indica l’antica presenza di un cimitero nel giardino adiacente alla chiesa.
Sul retro si nota la casa dell’orologiaio, con lo gnomone di un’antica meridiana solare oggi perduta.

Chiesa dei Santi Vincenzo e Bernardo
Piccola chiesa che rappresenta, in realtà, uno dei gioielli del paese. Costruita ai primi del ‘600, presenta un interno suggestivamente affrescato. Una lapide ricorda i benefattori di un restauro eseguito nel 1829, fra i quali si ricordano i Salterio, i Melzi d’Eril e i Visconti di Modrone.

Cascina Ca’ Grande
L’elemento storico principale dell’intera struttura è, senza dubbio, la Palazzina Pusterla Busca Pozzi, detta Ca’ Grande, elegante edificio del Quattrocento, nato come casino di caccia, con affreschi di scene cortesi, duelli ariosteschi e stemmi nobiliari.
Pregevoli i soffitti, con travi in legno a vista, e i maestosi camini interni. Suggestivi anche il mulino in legno azionato ad acqua e il piccolo edificio con l’antico forno. Di forma particolare e diversa tra loro sono i camini sul tetto della Palazzina.
Oggi la cascina è una grande azienda agricola che produce riso e foraggi per l’allevamento di bovini da latte. La vecchia stalla, aperta al pubblico, funge anche da spazio vendita dei latticini prodotti in azienda.

Cascina San Giovanni
Si trova in località Zibido ed è anche denominata Castelletto. È caratterizzata da una casa-torre del Cinquecento restaurata, che svetta sul prato circostante. L’edificio si sviluppa su tre livelli, con finestre a sesto acuto in cotto. Superato il ponticello d’ingresso e la cancellata in ferro, si trovano, a destra, le case dei contadini in mattoni a vista completamente restaurate e, a sinistra, la vecchia stalla ora ristrutturata. Il nome popolare Castelletto suggerisce la probabile presenza di un’antica fortificazione medioevale preesistente.

Cascina Femegro
Di origine rinascimentale, sorge sulle rovine di un edificio fortificato del XII secolo: lo testimoniano le quattro torri agli angoli della corte, una delle quali ospita la cappella di Sant’Anna. Nel 1700 questo complesso rurale e abitativo, situato tra Zibido e Noviglio, era un comune autonomo. Oggi è una grande azienda agricola, rinomata per il suo sistema di mungitura meccanizzata, per la ruota metallica del mulino, ben visibile anche dall’esterno, e per la piccola ma graziosissima cappella dedicata a Sant’Anna, situata al piano terra di una delle quattro torrette. Qui, oltre a una statua della Madonna in centro all’altare, attorniata da altre reliquie, è notevole una rappresentazione di Maria Bambina, custodita sotto una teca di vetro a destra dell’altare. Nel mese di maggio i fedeli zibidesi si riuniscono nella cappella per recitare il rosario insieme al parroco.

Cascina Salterio
Nella frazione Moirago, quasi affacciato sul Naviglio, si allunga il complesso quattrocentesco di quest’affascinante cascina, composta da più fabbricati e interessata da progetti di trasformazione. I conti Caimi ne furono proprietari dal 1400 al 1836. Maestosa è la casa padronale, con il cortile d’onore e il loggiato lombardo. Oltre la villa si estende l’antico giardino storico, con ghiacciaia, laghetto e limonaia, accanto alla pila. Documenti della metà Settecento, conservati nel prezioso archivio della villa, raccontano che il proprietario, il Conte Agostino Caimi, dichiarasse un possesso di ben 3.000 pertiche, di cui due terzi a risaia.
Musa – Museo Salterio Officina del Gusto e del Paesaggio
Parte della cascina Salterio è oggi sede del Musa  oggi ha sede il museo dedicato al territorio di Zibido San Giacomo. Si sviluppa su due piani per circa 550 mq (orto botanico e portico esclusi).
Il fabbricato fu realizzato nella seconda metà dell’Ottocento da Luigi Salterio, proprietario dell’omonima cascina, per innovare e ampliare la propria azienda agricola. Acquisito nel 2010 dal Comune a seguito dell’approvazione del Piano di Recupero, è stato destinato a sede museale con un lavoro avviatosi nel 2009. Non è un museo sulla civiltà contadina, bensì un luogo destinato a ospitare varie attività. Si propone di: valorizzare l’agricoltura; organizzare attività didattiche inerenti alimentazione e paesaggio; sostenere la fruizione; costruire sinergie con la realtà culturale milanese e internazionale; connettere la rete delle aziende agricole. Si trova in via Alzaia Naviglio Pavese n. 5, nella frazione di Moirago.

Cascina Santa Marta
Immersa tra le risaie zibidesi, svetta la torretta ghibellina d’ingresso a questa cascina, tra le più antiche del territorio. Pregevole è all’interno la casa padronale. Situata presso la frazione Moirago, è oggi una cooperativa abitata da una comunità di Memores Domini, oltre che sede di un maneggio e punto vendita di prodotti agricoli.

 

Feste
• Nel mese di maggio si tiene la Festa del Riso, una tre giorni di eventi (cene in piazza, spettacoli di musica e ballo, iniziative per i bambini) che vede coinvolte la Pro Loco e altre associazioni del territorio in grado di regalare momenti di svago a tutta la cittadinanza.  
• La festa patronale ricorre il 25 luglio, data in cui si celebra San Giacomo il Maggiore.

Zelo Surrigone

Zelo Surrigone

 

 

 

Comune dell’ovest milanese, conta 1.477 abitanti (nel 2011) distribuiti su una superficie territoriale di 4,45 kmq. Di questi, 4 kmq sono parte del Parco Agricolo Sud Milano.
L’amministrazione comunale è retta da una giunta che ha nella lista civica Oltre la forza politica di maggioranza, con Gabriella Raimondo nel ruolo di sindaco (in carica dal maggio 2014).

 

Da vedere

 

Oratorio di San Galdino
Piccola chiesa un tempo dedicata a Santa Maria, fu costruita nel 1418 a opera di Bernardo e Gabriele Sala, come testimoniato da un listello sulla colonna della facciata, che ne riporta i nomi.
Gli affreschi, che ancora oggi si possono ammirare, sono databili fra il XV e XVI secolo. Alle pareti vi sono pitture di santi, quasi a grandezza naturale, ben proporzionati, fra cui Sant’Ambrogio e San Galdino. Al centro del soffitto compare, invece, lo stemma della famiglia Sala.
Lo stile è tipicamente gotico, molto usato nella Lombardia del fine ‘400, lo stesso che ha ispirato Leonardo da Vinci per gli affreschi della Sala delle Asse del Castello Sforzesco.
Alla morte dell’ultimo erede della famiglia Sala (il canonico Carlo Antonio Sala), l’oratorio divenne proprietà dell’Ospedale Maggiore di Milano, che lo vendette al signor Francesco Pasini di Vermezzo, con la promessa di farvi celebrare la messa quotidiana.
La chiesa continuò a funzionare, anche se in modo saltuario, fino al 1926, quando la popolazione trovò il portale d’ingresso completamente chiuso da un muro. L’episodio, che scosse la comunità locale, rivelava l’intento degli allora proprietari d’imporre una trasformazione d’uso alla chiesetta, al probabile scopo di ottenere nuove entrate economiche.  L’allora parroco Emilio Maerna invocò allora l’intervento della Curia di Milano, che ordinò l’immediata riapertura della chiesa al pubblico, minacciando eventuali azioni giudiziarie. Il muro fu quindi demolito e la chiesa di San Galdino continuò a essere usata per il pubblico culto.
Attualmente l’oratorio è dotato di un campanile a vela con monofora, riposto nel luogo originario e perfettamente funzionante dalla domenica del 29 aprile 1979.

 

Chiesa di Santa Giuliana e Beata Vergine del Carmelo
L’antica chiesa parrocchiale di Zelo fu dedicata a Santa Giuliana di Nicomedia. Sorse presso il Castello, nella giurisdizione ecclesiastica della Pieve di Rosate. Non si hanno notizie certe circa la data di costruzione. I primi documenti storici risalgono al XVI secolo, quando fu visitata da Francesco Bernardino da Cermenate per delega del Cardinale Carlo Borromeo (1566).
Verso la fine del XIX secolo, la chiesa versava in condizioni di pesante degrado. Fu allora che il parroco, Don Oreste Brovelli, constatò la necessità d’innalzare un grande santuario nella bassa Padana dedicato alla Beata Verginedel Carmelo. Così, sopra le spoglie della vecchia struttura, si decise d’innalzare un nuovo tempio, che fungesse anche da centro di gravitazione sociale.
Lo stile della nuova Chiesa, aperta al culto il 7 dicembre 1897, è neoclassico. L’opera è completamente costruita in muratura, mentre i capitelli dorici alle lesene della navata centrale, quelli ionici alle navate minori e i listelli degli archi sono in gesso.

 

Palazzo Confalonieri Semira
Si tratta di un’elegante villa settecentesca, situata nel centro del paese. Sorta sulle rovine di un antico castello appartenuto agli Avogadro di Rosate, fu residenza del conte Federico Confalonieri, animatore del risorgimento italiano e come tale fatto prigioniero dagli austriaci e detenuto presso il carcere dello Spielberg (a Brno, nell’attuale Repubblica Ceca).

 

Feste

 

• La festa patronale, dedicata alla Beata Vergine del Carmelo, coincide con la seconda domenica di settembre. Le iniziative organizzate durano, tuttavia, per l’intero fine settimana e prevedono, oltre alle tradizionali celebrazioni religiose, tornei sportivi, mostre pittoriche, bancarelle per le principali vie del paese, concerti e uno stand gastronomico per pranzare e cenare in piazza.
• Il terzo fine settimana di settembre l’associazione Zelo in Festa organizza la Country Fest, con balli, atmosfere e specialità gastronomiche ispirate allo stile country.